L’odierno disallineamento tra domanda e offerta di materie prime necessarie alla transizione energetica rappresenta un’opportunità di investimento da oltre 10 mila miliardi di dollari. A quantificarlo è il Transition Metals Outlook di Bloomberg New Energy Finance (BNEF), secondo cui il settore delle materie prime potrebbe trovarsi agli albori di un nuovo superciclo, ossia un periodo prolungato di incremento della domanda superiore all’offerta disponibile. Insieme a Daniel Sullivan, Head of Global Natural Resources e Portfolio Manager di Janus Henderson Investors analizziamo che cosa ciò comporti per i mercati delle commodities e per i loro investitori.
Superciclo: cos’è e come funziona
Nei tradizionali cicli economici delle commodities, i prezzi di queste ultime crescono all’aumentare della loro domanda: i produttori, a loro volta, incrementano l’estrazione, la lavorazione e l’immagazzinamento fino a quando l’offerta arriva a soddisfare e superare la domanda, così da arrestare la crescita dei prezzi. Tuttavia, può capitare che l’incapacità dell’offerta di soddisfare la domanda si estenda per un periodo prolungato, facendo sì che i prezzi continuino la loro ascesa per un periodo altrettanto più lungo, talvolta anche oltre un decennio. Ciò si è verificato, ad esempio, proprio nel segmento delle commodities tra gli anni novanta del secolo scorso e il primo decennio degli anni 2000, quando esplose la domanda di materie prime dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), in particolar modo quella del Dragone.
Transizione energetica: sì, ma con quali materie prime?
Lo sforzo della comunità internazionale verso gli obiettivi di decarbonizzazione e di neutralità climatica potrebbe avere oggi innescato un nuovo superciclo. Secondo l’esperto di Janus Henderson, infatti, lo sviluppo delle energie rinnovabili e la contestuale necessità di immagazzinarle, così come l’affermarsi della mobilità sostenibile e il diffondersi della digitalizzazione hanno causato un incremento della domanda di materie prime nell’ultimo decennio. “Mentre il mondo si sforza di raggiungere un futuro digitalizzato, elettrificato e senza combustibili fossili, le risorse hanno un ruolo integrale ed essenziale da svolgere”, afferma Sullivan.
Ecco perché quali e quante risorse saranno necessarie sono le più importanti domande che gli operatori dei mercati delle materie prime si stanno facendo.
“L’industria delle renewables – precisa Sullivan – richiede rame, litio, cobalto, nichel, minerale di ferro e argento. La digitalizzazione richiede enormi server farm ed enormi quantità di energia”. In particolare, precisa l’esperto, “il rame costituisce la spina dorsale dell’elettrificazione e si prevede che molti metalli speciali minori vedranno la loro domanda crescere da due a dieci volte”. La prospettiva di un cambiamento radicale nelle aspettative di crescita della domanda per molte materie prime mette le società che operano nel settore delle commodities nella condizione di espandersi e migliorare i propri processi, in modo tale da individuare e mettere a disposizione dell’economia nuove risorse per soddisfare tale crescita della domanda.
In conclusione
“A nostro avviso, abbiamo scalato la prima parte di una lunga salita verso un contesto di prezzi costantemente più alti, necessari per portare più offerta di materie prime a soddisfare la crescita della domanda mondiale”. Per cogliere le opportunità del nuovo superciclo, “gli investitori dovranno adottare un approccio agile, in grado di aiutarli ad avvantaggiarsi delle possibilità che si stanno creando grazie ai trend di crescita, destinati a rivoluzionare il settore delle commodities”.