L’anno del ritorno in auge della gestione attiva, ecco perchè

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Il ritorno del ciclo economico porta con sé importanti opportunità. Vediamo come è possibile coglierle insieme agli esperti di Carmignac

È tornato il ciclo economico, portando con sé nuove ed inattese opportunità. Il susseguirsi delle fasi di espansione, recessione/depressione e ripresa può essere foriero di importanti vantaggi per gli investitori, a patto che questi adottino un atteggiamento proattivo e che il market timing non sia più visto come un tabù. Questo il messaggio che gli esperti di Carmignac affidano alla prima Note del 2023.
“Un contesto demografico globale meno sobrio nei paesi maggiormente influenti in termini economici, la forte probabilità di una diminuzione della quota del commercio internazionale all’interno del PIL globale nei prossimi anni, la scelta di realizzare la transizione energetica in tempi rapidi, la fine della Pax Americana, e il rifiuto dell’impatto del peggioramento economico, rappresentano tutti fattori strutturali che aumentano le probabilità di resilienza dell’inflazione a livello globale e di tassi di interesse nominali tendenzialmente più alti”, argomenta Carmignac che alla luce di tale view va a prediligere investimenti verso tematiche capaci di sovraperformare in un contesto inflazionistico.

Opportunità per il reddito fisso…

Il ritorno del ciclo economico giustifica il ritorno in primo piano delle gestioni attive globali. Sul fronte obbligazionario gli esperti della casa di gestione parigina intravedono due interessanti opportunità. Da un lato, l’eccessivo pessimismo degli investitori nei confronti dei titoli di private debt ha portato i loro rendimenti a sovraprezzare il rischio di default rispetto a quanto non emerga dall’analisi dei loro fondamentali economici.

A medio termine Carmignac vede il dollaro indebolirsi con il prossimo rimbalzo del ciclo economico, questo aumenterà l’appeal del debito dei paesi emergenti, le cui banche centrali potranno muoversi con maggiore agilità verso politiche meno restrittive rispetto a quanto non accade nelle principali economie.

… e per l’equity

Per quanto concerne il mercato azionario, il contesto di elevata inflazione ha riportato l’attenzione degli investitori su segmenti ai quali, sino a non molto tempo fa, si guardava con un certo pregiudizio. Anche qui i gestori della casa di gestione parigina individuano diverse opportunità: in primis i titoli virtuosi del settore dei combustibili fossili, i c.d. “transistioner” che si stanno impegnando per virare verso le fonti energetiche rinnovabili.
In secondo luogo, l’azionario giapponese. Un futuro aumento dei tassi di interesse da parte della Bank of Japan potrebbe innescare l’apprezzamento dello yen dopo anni di debolezza e attivare l’interesse degli investitori stranieri per l’equity del Sol Levante, in particolare verso il segmento bancario.
Infine vi è il settore industriale. La pandemia prima e le escalation geopolitiche dopo sostengono infatti i trend di re-shoring (con il rientro in patria delle aziende che negli anni passato avevano delocalizzato in altri stati) e di transizione energetica per alimentare la produzione. Ciò identifica importanti opportunità di lungo periodo, da cogliere prima dell’inizio della prossima fase del ciclo economico, soprattutto in Europa. Per questi motivi, ancora una volta, gli esperti di Carmignac ritengono cruciale un approccio proattivo.

In conclusione

“Il ritorno del ciclo economico in uno scenario tendenzialmente più inflazionistico sta ridefinendo i giochi sui mercati finanziari. Le società e i settori sottovalutati, a causa di un lungo periodo di crescita lenta e di scarsa volatilità, si sono sviluppati all’ombra di buoni titoli growth, fino a quando non sono stati dimenticati”. Saranno loro, passato il rallentamento disinflazionistico che stiamo vivendo, a risultare vincenti al termine della prossima fase al rialzo del ciclo economico. “Quest’ultima, allo stesso tempo, creerà buone opportunità per quelle gestioni in grado di assumere un’esposizione negativa all’aumento dei tassi di interesse, e positiva nei confronti dei paesi emergenti”, concludono i gestori.

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