Cambia il modo di gestire il rischio: linee guida per gli investitori

La situazione attuale di ripresa post pandemica rappresenta un contesto fuori dall’ordinario, che richiede una gestione del rischio straordinaria. Ne parliamo con gli esperti di Carmignac

Le tecniche di gestione del rischio finora utilizzate potrebbero non essere più efficaci nel contesto attuale. A sostenerlo è Keith Ney, Fund manager di Carmignac. Durante il Carmignac annual meeting 2022, l’esperto ha ricordato come questo periodo di ripresa post pandemico abbia rappresentato un’anomalia rispetto agli ultimi 20 anni e come il nuovo quadro di riferimento richieda un adattamento delle strutture di gestione del rischio tradizionalmente impiegate.

Adattarsi a Powell e ridisegnare il portafoglio

Fonte: Carmignac annual meeting 2022

Alcune delle tendenze che avranno un impatto inflattivo sono già note: transizione energetica a marcia forzata e conseguente aumento dei prezzi dell’energia, politiche fiscali sempre più presenti per sostenere una popolazione sempre più vasta, aspirazioni diverse e nuove delle famiglie, tentativi di rilocalizzazione industriale.
Rimangono però le domande: nel 2022, la Federal Reserve (Fed) americana riuscirà a operare una stretta sufficiente a fare scendere l’inflazione vicino al target, senza però far ‘troppo male’ agli asset rischiosi? “La Fed ci ha messo un po’ di tempo a capire che questa inflazione non è transitoria”, commenta Frédéric Leroux, Head of cross asset e fund manager di Carmignac. “Negli ultimi anni abbiamo visto che ci sono stati dei rialzi sempre a partire di Marzo”, aggiunge poi Ney. “Anche quest’anno ci aspettiamo dei rialzi di 175 punti base in totale nei prossimi due anni”. Nel quarto trimestre, in particolare, potrebbe esserci un vero e proprio tapering, per cui la quantità di asset riacquistati dal governo sarà molto diminuita.

Fonte: Carmignac annual meeting 2022

Sono stati subito evidenti gli effetti sulla parte lunga della curva dei tassi a 5-10 anni, che ha iniziato a salire velocemente, così come sulle varie asset class e sui titoli growth.
“Abbiamo adeguato all’interno di questo universo di titoli growth i nostri investimenti, concentrandoci sui titoli growth di qualità che abbiano però delle valutazioni ragionevoli con una capacità piuttosto alta di dare dei benefici”, continua l’esperto. “Abbiamo invece eliminato quelle società che sono troppo sensibili al rialzo dei tassi”.
Questa inflazione è dovuta però anche a una forma di crescita, che ha portato gli esperti ad aggiungere a questo nucleo di titoli growth un po’ di componente ciclica: l’energia e il sistema bancario, che potrebbe sfruttare l’irripidimento eventuale della curva.

Cambio di strategia: da decorrelazione a correlazione

La gestione dei tassi attuata dagli esperti di Carmignac conferma una strategia difensiva, con un’esposizione negativa ai tassi di interesse, in modo da fare in modo che i fondi possono sfruttare il rialzo dei tassi.
Molto spazio viene lasciato inoltre alla gestione dei rischi. In Carmignac, la struttura di gestione rischio utilizzata dai gestori di portafoglio negli ultimi 20 anni prevedeva la decorrelazione, o reazione negativa, tra azioni e obbligazioni. Avendo in portafoglio entrambi si poteva avere un effetto di hedging: se uno fosse salito l’altro sarebbe sceso e viceversa. In questo modo non ci si doveva preoccupare più di tanto di riequilibrare il portafoglio. “Con un’inflazione un po’ più sostenuta cambierà la correlazione rispetto a quella che vediamo ormai da vent’anni”, spiega Ney. “Un’inflazione più alta porterà una positiva correlazione tra risky assets e risk free, che quindi potrebbero salire insieme, ma allo stesso tempo anche calare”. L’inflazione cambierà molto il quadro di riferimento e quindi è importante essere molto flessibili nella gestione contemporanea del rischio di entrambe le asset class, per seguire gli aggiustamenti della politica monetaria.

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