Nasdaq e tecnologia chiudono il miglior trimestre in due decadi (+31%). High yield e investment grade segnano il quarter più performante da un decennio (+10%). S&P 500 sui massimi dal 1998 nel periodo tra aprile e giugno (+20%). Stock market in crescita al ritmo più elevato degli ultimi 30 anni. In questo quadro, il gold, assieme ad altri asset percepiti come rifugio, hanno parallelamente ricominciato a salire, giungendo, nel caso del prezioso, al suo massimo storico. Cosa c’è dietro ai movimenti del mercato?
Ripresa a V e peso dell’inflazione
“La ripresa economica globale da Covid-19 è in corso, ma probabilmente sarà lunga, lenta e irregolare” ha commentato Andrew McCaffery, Global Chief Investment Officer, Fidelity International. Il rischio di nuove scosse di assestamento post crisi è significativo, così come un ritorno della volatilità è possibile qualora, nel terzo trimestre, i timori legati a Covid-19 dovessero tornare a farsi largo.
Dopo l’iniziale crollo di marzo, i mercati hanno registrato una ripresa a forma di V, supportata dall’ampia dose di liquidità iniettata da banche centrali e politica. Come sottolineato dagli esperti, resta da vedere in che cosa si trasformerà la nuova massa monetaria in circolazione e fino a che punto questa liquidità stimolerà le pressioni inflazionistiche. Un eventuale aumento del livello dei prezzi – in un contesto di mercato ancora debole- rappresenterebbe un rischio chiave per i mercati.
Focus Facebook, Amazon, Apple, Google
Il rimbalzo dei listini del secondo trimestre ha portato le valutazioni ad apprezzarsi oltremodo. Tuttavia, come sottolineato da McCaffery, “le tendenze che erano in atto prima del sell-off di marzo sono tornate. In particolare, i Faang e tecnologici (tra cui Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google, ma anche Microsoft e player del cloud) sono riemersi come leader del mercato, ottenendo incredibili guadagni. Una performance che tenderà a consolidarsi nei periodi a venire.
Mentre si profila all’orizzonte un periodo di consolidamento, che tenderà a smorzare gli effetti del post crisi, Covid-19 ha portato con sé una costatazione: il mondo sembra essersi spostato a favore di aziende più sostenibili.
Debito globale in circolazione pari al +278% del Pil
A livello globale, hanno commentato Steve Ellis, Global Cio Fixed Income, e Romain Boscher, Global Chief Investment Officer Equities, lo stock di debito totale in circolazione ha raggiunto i $200 mila miliardi, “pari al 278% del Pil. L’unico modo per sostenere questo enorme onere è che la politica monetaria riduca i rendimenti reali”. Se si guarda a questi ultimi, i ritorni reali sono scesi piuttosto precipitosamente in risposta alla crisi, dall’1% al -0,75%, “e probabilmente rimarranno in territorio negativo per lungo tempo. La tendenza” ha proseguito l’esperto “è che i rendimenti reali diminuiscano ulteriormente” spinti dal basso livello di tassi di interesse e dalla possibile accelerazione dell’inflazione.
La corsa al ribasso dei tassi di interesse è al contempo positiva per le azioni, che continueranno ad essere scelte come alternativa dagli investitori in cerca di rendimenti sul mercato.