Cambiamento climatico, scarsità di risorse e perdita accelerata di biodiversità. Sono queste le prospettive future per il nostro pianeta, che potrebbero rivelarsi disastrose se decideremo di voltarci dall’altra parte e ignorare i segnali d’allarme. Tuttavia, “è sempre più crescente la consapevolezza della necessità di una transizione ecologica globale verso un modello di sviluppo sostenibile che rinnovi il nostro modo di produrre, consumare e viaggiare”, commenta Nicolas Jacob, Gestore fondo azionario ODDO BHF Green Planet e Responsabile della ricerca ESG della società franco-tedesca.
Secondo gli analisti di ODDO BHF AM, per una transizione ecologica efficace saranno necessari dai 1500 miliardi ai 2000 miliardi di dollari l’anno. Così l’energia di origine fossile dovrebbe essere sostituita con un mix di produzione di energie primarie pulite; le famiglie e le attività produttive, oltre che i servizi, dovrebbero istituire modalità di risparmio energetico al fine di evitare gli sprechi o l’eccessivo consumo di energia; il trasporto basato su combustibili fossili dovrebbe vedere nell’elettricità il suo futuro; e i terreni, invece che essere sfruttati intensivamente, dovrebbero aiutare a prevenire il degrado della biodiversità.
Transizione ecologica, in linea con i trend del futuro
Sostenere la transizione ecologica, inoltre, significa anche investire in alcuni settori con forti potenziali di crescita, secondo la ricerca di BofA Global Research, pubblicata a settembre 2020. Ecco quattro esempi.
1. L’energia pulita.
È quella ricavata da fonti rinnovabili che si reintegrano in base alle tempistiche umane. Per questo comparto si prevede un potenziale di crescita annua del +8% tra il 2018 e il 2025, per un’esigenza di investimento di 449 miliardi di dollari l’anno, secondo la Bank of America;
2. L’efficienza energetica.
Mira a ridurre la quantità di energia necessaria per fornire prodotti e servizi. Il settore ha previsioni di crescita al +6% annuo tra il 2018 e il 2023 e rappresenta un business da 519 miliardi di dollari l’anno;
3. La mobilità sostenibile.
Prevede l’utilizzo di trasporti che consentano alle persone di circolare nel rispetto degli ecosistemi e della salute umana. È oggi un settore da 207 miliardi di dollari l’anno, con una crescita annua prevista al +32% tra il 2017 e il 2025;
4. La conservazione delle risorse naturali.
Infine, sfrutta l’economia circolare per ridurre i rifiuti, conservare le risorse naturali e progettare la biodiversità. Con una crescita annua prevista al +10% tra il 2017 e il 2026, è attualmente un business da 206 miliardi di dollari l’anno.
ODDO BHF Green Planet
“Come attori in prima linea, in ODDO BH AM siamo convinti che il mondo degli investimenti debba contribuire attivamente alla transizione ecologica. Con questo in mente, abbiamo progettato ODDO BHF Green Planet, un fondo azionario che offre agli investitori un’esposizione completa al tema della transizione ecologica (energia pulita, efficienza energetica, mobilità sostenibile e conservazione delle risorse naturali), selezionando aziende di tutte le dimensioni, in tutti i settori e su scala globale”, sottolinea Jacob. Il rigido processo di investimento adottato dal fondo si basa sull’intelligenza artificiale: “l’uso di algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale mira a rilevare i sotto temi più alfa-generativi relativi alla transizione ecologica lungo la catena del valore”. In questo modo è possibile “identificare le società che riteniamo abbiano le migliori caratteristiche in termini di crescita, qualità, valutazione e dinamica di borsa, e infine per favorire le nostre convinzioni più forti all’interno del portafoglio”, aggiunge Jean-Baptiste Lemaire, co-gestore del fondo insieme a Jacob.
Un rigido processo di selezione
Nello specifico, il processo di investimento si articola in cinque fasi. Da un iniziale screening effettuato sui criteri di coinvolgimento nell’attività ambientale e rating Esg vengono individuate circa 4000 aziende. In seguito, tramite un’analisi dei big data e strumenti di l’intelligenza artificiale, sopravvivono circa 200 società che vengono ulteriormente ridotte a 40 dopo un test di modello multifattore basato su 4 parametri: growth/value, qualità, momentum e dimensione. Il portafoglio viene così costruito con i titoli delle 40 società selezionate, passibili di ribilanciamento ogni trimestre. Infine, i gestori e il team Esg lavorano quotidianamente affinché le società in portafoglio siano sempre coerenti con gli obiettivi climatici prefissati, i criteri di selezione Esg e l’analisi dei fondamentali che le ha portate ad essere selezionate durante il processo di investimento.