Ottobre è stato un mese da record per i rendimenti dei titoli di Stato decennali: dal Treasury che il 23 ottobre è tornato a superare la quota del 5%, livelli che non si vedevano dal 2007, all’Italia dove i Btp sono passati dall’1% di ottobre 2021 a quasi il 5%, passando anche per Germania, con rendimenti al 3% e Francia che è arrivata a toccare la quota del 3,5%.
L’aumento del rendimento dei titoli di Stato a 10 anni sottolinea l’ipotesi degli investitori secondo cui difficilmente la Fed e le altre banche centrali taglieranno rapidamente i tassi di interesse. Insomma, il mercato si è davvero preparato alla prospettiva di avere a che fare con tassi alti e più a lungo.
Laurent Denize e Jan Viebig, entrambi Global Co-CIO di ODDO BHF, hanno individuato quattro motivi che hanno causato l’aumento dei rendimenti:
- Politiche restrittive delle banche centrali: sia la Fed che la Bce hanno chiarito che i tassi di interesse rimarranno alti finché sarà necessario per combattere l’inflazione, quindi un calo di questi sembra ancora lontano
- Crescita economica e mercato del lavoro forte: l’economia si sta dimostrando ben più resiliente di quello che era si era originariamente previsto e anche il mercato del lavoro sta reggendo con forza, basti pensare che il mese scorso negli Stati Uniti sono state assunte 336.000 nuove persone, ben più del previsto
- Aspettative per l’inflazione: è vero che l’inflazione si sta abbassando, arrivando al 3,7% negli Stati Uniti e al 4,3% nell’Eurozona, ma l’inflazione core continua a essere più del doppio dell’obiettivo di inflazione del 2%
- Premio a scadenza: gli investitori si aspettano una compensazione per supportare il rischio che i tassi di interesse possano cambiare nel corso della vita dell’obbligazione. “Il premio a scadenza per i titoli di Stato a 10 anni è aumentato non solo perché gli investitori presumono che le banche centrali manterranno i tassi di interesse più alti più a lungo, ma anche perché i governi hanno annunciato che emetteranno più debito per finanziare i crescenti deficit”, spiegano gli esperti.
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Consigli di investimento
Un atterraggio morbido è quello in cui tutti gli investitori sperano, eppure è ancora troppo presto per parlare. Secondo gli esperti di ODDO BHF, la Fed dovrebbe adottare una politica monetaria più accomodante, quindi iniziando a tagliare i tassi di interesse, per favorire un atterraggio soft, ma la strada sembra ancora lunga in tal senso. Proprio per questo, “è meglio ancora sottopesare le azioni globali rispetto ai titoli di Stato, almeno per i prossimi 6/12 mesi”. Come visto all’inizio, i rendimenti a lungo termine hanno chiaramente superato tutte le stime ragionevoli di crescita potenziale: “Considerando l’attuale previsione di crescita potenziale reale negli Stati Uniti, pari a circa l’1,8%, e un’inflazione a lungo termine del 2,5%, il rendimento nominale delle obbligazioni dovrebbe attestarsi intorno al 4,3-4,5%”, sottolineano Denize e Viebig.
Il secondo suggerimento, è quello di preferire il credito ai titoli sovrani. Sembra un suggerimento paradossale, dal momento che al momento i tassi di default si stanno alzando a causa del rallentamento dell’economia. Eppure, sebbene i debiti sovrani possano essere considerati come dei rifugi sicuri, dato il passato sostegno delle banche centrali, attualmente comportano più rischi del credito. Infatti, in una prospettiva più ampia, anche solo annuale, la situazione potrebbe cambiare radicalmente: a settembre Moody’s ha visto al ribasso le sue aspettative sui tassi di default globali, passando dal 4,9% al 4,3%. Inoltre, le aziende con bilanci solidi, saranno ancora in grado di generare flussi di cassa confortevoli. Il consiglio è quello di concentrarsi su settori e società con interessanti indici prospettivi. Lo stesso non si può invece dire delle piccole imprese, che potrebbero trovarsi davanti ancora parecchie difficoltà date dall’aumento dei costi di capitale.
Guardando, infine, all’obbligazionario, gli asset high yield a breve termine sono quelli più interessanti, secondo la casa di gestione franco-tedesca, infatti, offrono un rendimento del 5,50% con una durata stimata di 1,6 anni. “Un’altra opzione – concludono gli esperti – è quella di investire in obbligazioni Investment Grade, che offrono sia un rendimento marginale rispetto all’inflazione prevista del 2% sia l’opportunità di beneficiare di una plusvalenza in caso di ritorno ai tassi sovrani medi di 50 punti base”.