Small caps, big dreams: ecco perché puntare sulle piccole aziende

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Nell’ultimo periodo le small caps hanno sottoperformato, ma secondo ODDO BHF Asset Management vale ancora la pena inserire questi titoli azionari nel proprio portafoglio. Ecco perché

Nella botte piccola c’è il vino buono e questo è stato vero, per lungo tempo, anche sui mercati, con le piccole e medie imprese europee che hanno a lungo sovraperformato quelle più grandi. Tuttavia, negli ultimi due anni la situazione si è invertita. Guardando ai dati di fine maggio, l’MSCI Europe Small Cap NR ha registrato una performance cumulativa a due anni del -13%, che si confronta con un +12% dell’MSCI Europe Large Cap NR. Ma proprio questa discesa, ha reso oggi le valutazioni delle cosiddette small caps decisamente attraenti, secondo ODDO BHF Asset Management, secondo cui “small is beautiful”, ovvero piccolo è bello”.

I 4 motivi della discesa

Prima di spiegare le ragioni di questa posizione, gli esperti di ODDO BHF Asset Management hanno individuato quattro motivi che spiegano la recente debolezza delle piccole medie imprese:

  • In primo luogo è fondamentale ricordare che per investire in small caps gli investitori devono vedere prospettive di crescita favorevoli che, negli ultimi due anni, sono venute a meno visto le turbolenze del mercato.

  • Secondariamente, “qualsiasi inasprimento delle politiche monetarie ha un impatto negativo sulla capacità di finanziamento di queste società, poiché il costo del capitale per le piccole medie imprese aumenta molto più rapidamente rispetto alle large caps, riducendo la crescita relativa degli utili”, spiega Laurent Denize, Global Co-CIO di ODDO BHF AM.

  • Inoltre, la performance relativa delle small caps è legata anche alla liquidità. Con il cambio di rotta delle banche centrali che sono passate dall’immettere denaro nel mercato all’espandere i propri bilanci, prosciugando così la liquidità, le piccole medie imprese sono state costrette a rallentare.

  • E infine, le aziende di piccole dimensioni subiscono in modo amplificato i movimenti del mercato, siano questi al ribasso che al rialzo. “Ad esempio – spiega l’esperto – le small caps europee hanno registrato un rimbalzo di circa il +90% un anno dopo il calo innescato dalla crisi dei subprime e le microcaps europee hanno registrato un balzo del +115% solo un anno dopo la crisi del Covid-19”.

Small caps pronte a riconquistare spazio nei portafogli

“Non vogliamo dire che in termini assoluti le azioni a piccola capitalizzazione avranno un rimbalzo massiccio, ma piuttosto sottolineare che, rispetto alle large caps, vediamo un punto di ingresso interessante per un significativo ritorno alla media”. In altre parole, l’esperto sottolinea proprio come questa recente sottoperformance abbia reso oggi le valutazioni delle Pmi particolarmente allettanti. Lo confermano i numeri: negli ultimi cinque anni il rapporto P/E (price/earnings, ovvero prezzi/utili) delle small caps europee è sceso notevolmente, mentre quello delle large caps europee è rimasto relativamente stabile. Inoltre, il consenso degli analisti per le aziende di più piccola dimensione è di +27% per il 2023 e +16% per il 2024, contro lo 0% e il +7% rispettivamente per quelle più grandi. In terzo luogo, sottolinea Denize, le piccole medie imprese hanno integrato appieno l’aumento del costo del capitale, con un multiplo EV/EBITDA (valore d’impresa diviso per l’Ebitda) pari a 8x, ovvero ai livelli del 2009. Quindi, nonostante l’alta incertezza ancora presente e le performance ben al di sotto dello storico, le small caps continuano a rappresentare un’opportunità interessante anche oggi.

In conclusione

In un contesto di mercato particolare come quello in cui ci troviamo ora, il consiglio per gli investitori è quello di essere molto attenti e selettivi nella scelta dei titoli azionari, senza farsi trascinare dall’entusiasmo per alcuni comparti, ma di puntare al lungo termine, ovvero cercando titoli con fondamentali solidi e prospettive di crescita. Le condizioni economiche potrebbero ancora peggiorare nei prossimi mesi, il che dovrebbe disincentivare un investimento massiccio nelle piccole medie imprese. Ma, d’altro canto, la liquidità bancaria in Europa sta diventando meno rigida, migliorando così le condizioni per le small caps: “la promessa di un rendimento reale positivo (al netto dell’inflazione) è interessante, così come gli attuali livelli di valutazione. Ciò significa che gli investitori di lungo termine possono già prendere in considerazione la possibilità di riallineare le loro posizioni, al costo di un’elevata volatilità e di una liquidità limitata”, conclude l’esperto.

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