Il 2023 doveva essere l’anno della recessione in Europa, eppure sembra che questa sia stata rimandata al 2024. Ci troviamo quindi ora in una situazione simile a quella dello scorso anno quando gli investitori erano convinti che sarebbero stati costretti ad affrontare una frenata economica nel breve termine. Infatti, stando ai dati dell’Associazione Americana degli Investitori Individuali, a ottobre 2022 il sentiment ribassista aveva raggiunto livelli che non si vedevano dalla crisi finanziaria globale del 2008. Eppure la recessione non si è concretizzata.
Sarà quindi necessario entrare nel prossimo anno con i piedi di piombo e prepararsi, nuovamente allo spettro recessione? La Germania, la maggiore economia dell’Eurozona, si trova già in recessione tecnica, prevedendo per l’intero 2023 una contrazione del Pil dello 0,4%, mentre il Fondo monetario internazionale ha ipotizzato una flessione dello 0,5%.
Guardando al futuro, è quindi importante interrogarsi su come reagiranno i settori sensibili alle dinamiche macro, ovvero i ciclici, specialmente i beni capitali, i macchinari e gli industriali europei, settore quest’ultimo che dà lavoro alla maggior parte dell’area euro. A questo interrogativo hanno risposto gli esperti di Man Group, guardando anche ai risultati di bilancio.
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Tra tassi alti e inflazione, quali ricadute sugli utili?
Dopo un 2022 molto piatto, nel corso del 2023 gli utili societari hanno iniziato nuovamente ad accelerare. “Gli utili hanno resistito meglio di quanto ci si aspettasse nonostante l’aumento dei tassi d’interesse e il progressivo calo dell’impatto della riapertura cinese rispetto alle più rosee speranze iniziali”, sottolinea Jamie Lewis, Analista Senior, Man Group GLG Euro Midcap.
I profitti hanno tenuto meglio del previsto