Mercati 2024: non solo inflazione e crescita, i rischi in arrivo

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Con il mese di dicembre in corso, gli investitori si preparano a fare il punto su un anno che si chiude e a scrutare le sfide del prossimo. Gli esperti di ODDO BHF delineano una mappa delle variabili cruciali che potrebbero tenere i mercati e gli investitori con il fiato sospeso nel 2024

Dicembre è un mese di bilanci e previsioni e gli esperti di ODDO BHF hanno identificato le variabili chiave che potrebbero tenere i mercati, e quindi gli investitori, con il fiato sospeso nel 2024. Se da un lato infatti la morsa dell’inflazione dovrebbe attenuarsi, aprendo la strada all’allentamento monetario l’anno prossimo, dall’altro le prospettive economiche dovrebbero farsi più cupe, soprattutto per alcune aree. Ma non solo. Il nuovo anno potrebbe vedere nuove sfide, legate alle tensioni internazionali e ai prossimi appuntamenti politici.

Rischio 1: inflazione e politica monetaria

Si parte con un rischio, quello che ruota intorno all’inflazione, che nel 2024 dovrebbe stemperarsi, almeno stando agli ultimi segnali. Nell’Eurozona, l’inflazione è scesa sotto il 3%, dopo aver raggiunto un picco di oltre il 10% nel 2022; idem negli Stati Uniti dove si è attestata intorno al 3% dopo il picco di oltre il 9% toccato a giugno 2022. E questo trend di discesa dei prezzi “dovrebbe continuare nel 2024, tra una crescita economica più fiacca e condizioni di finanziamento più rigide”, aprendo la strada a un allentamento monetario.

Tuttavia, la cautela è d’obbligo di fronte a possibili pressioni sui prezzi. “Le tensioni geopolitiche, in particolare in Medio Oriente, hanno il potenziale di destabilizzare i prezzi energetici, come la storia ha dimostrato in numerose occasioni”, avverte Bruno Cavalier, Chief economist di ODDO BHF.

Quindi, cosa aspettarsi l’anno prossimo? Se all’inizio del 2023, le banche centrali si chiedevano quanto velocemente e quanto in alto aumentare i tassi di riferimento, ora la domanda è per quanto tempo mantenere una politica restrittiva. “Tra qualche mese, possiamo scommettere che la domanda riguarderà i tempi e il ritmo dell’allentamento monetario”.

Rischio 2: crescita economica

L’altra grande incognita riguarda la crescita. Dall’Economic Outlook dell’Ocse, diffuso solo qualche settimana fa, emerge che le economie avanzate si stanno dirigendo verso un rallentamento della crescita economica sempre più profondo a causa dei tassi di interesse, attualmente sui massimi da due decenni. La grande incognita qui è rappresentata dalla Cina che finora non è riuscita a dare il via a una vera e propria ripresa. “Le misure di allentamento monetario e fiscale non sono riuscite a rilanciare l’economia e il paese è alle prese con una crisi del settore immobiliare che appare ora come un ostacolo strutturale, rivelando i limiti di un modello di crescita che ha privilegiato gli investimenti rispetto ai consumi”. Quindi, secondo ODDO BHF, è difficile immaginare la Cina come un importante motore della crescita globale il prossimo anno.

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Anche l’Europa non appare in gran forma. Dopo un paio di trimestri di quasi stagnazione, l’area euro è infatti entrata in quella che sembra una lieve recessione. In prospettiva, a preoccupare è soprattutto il credito bancario, divenuto sempre più oneroso a seguito del brusco inasprimento della politica monetaria. “Questo sta pesando sulla spesa per investimenti, in particolare nel settore delle costruzioni”, avverte Cavalier. Ma non solo. Con i mercati finanziari sempre più attenti alle traiettorie del debito pubblico, i governi del Vecchio continente saranno costretti a prendere misure per consolidare i loro bilanci e, di conseguenza, i rischi economici per alcuni paesi si faranno più concreti.

Dall’altra parte dell’Atlantico, invece, l’economia statunitense ha dimostrato finora una forza sorprendente, grazie a consumi solidi e un mercato del lavoro robusto, sfidando le previsioni di una recessione. Anche qui però i rischi non mancano: “vale la pena notare che le aziende sono ora più caute nelle assunzioni – segnala ODDO BHF – Una biforcazione verso una recessione nel 2024 rimane nel campo delle possibilità, nel caso in cui la disoccupazione aumenti in modo massiccio”.

Rischio 3: appuntamenti politici e tensioni globali

Infine, il 2024 potrebbe vedere affacciarsi nuovi rischi legati alle incertezze politiche e geopolitiche. Guerre e barriere commerciali hanno reso gli scambi internazionali meno fluidi e ora il rischio di frammentazione e di protezionismo è diventato reale. “Senza dubbio sarebbe ancora maggiore se Donald Trump venisse rieletto nel novembre 2024, il che non è affatto improbabile. – prosegue Cavalier – Durante il suo primo mandato si è definito “l’uomo delle tariffe”, prendendo di mira soprattutto la Cina. Se verrà rieletto, diventa più probabile una guerra tariffaria globale”.

In conclusione, il prossimo anno si prefigura come un periodo in cui gli investitori dovranno navigare con prudenza tra variabili economiche e geopolitiche mutevoli, preparandosi a fronteggiare rischi e cogliere opportunità nel panorama finanziario globale.

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