È ora di legge di bilancio: un nuovo equilibrio dopo la tempesta

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È tempo per i governi d’Europa di fare i conti sull’anno passato e stilare la nuova legge di bilancio, che definirà le entrate e le uscite per l’anno successivo. Come ritrovare l’equilibrio perduto in questi anni di incertezze?

Un presente molto incerto, con tensioni geopolitiche sempre più importanti. È in un simile contesto che i governi degli stati europei stanno preparando in quest’ultimo trimestre dell’anno le leggi di bilancio per il 2024. L’obiettivo sembra quello di garantire che il budget 2024 risponda alle preoccupazioni dei cittadini e tenga conto delle loro esigenze e priorità, contribuendo a ripristinare la stabilità e a promuovere la ripresa e la convergenza, e gettando le basi per un’Europa sicura, prospera, equa e sostenibile e garantendo che nessuno venga lasciato indietro. Un lavoro non facile. Secondo ODDO BHF Asset Management, sono tre le condizioni principali di cui i vari governi devono tenere conto: un forte indebolimento dell’attività economica, un’impennata dei costi di finanziamento a livelli che non si vedevano da almeno dieci anni e l’aumento dello scrutinio da parte delle istituzioni e delle agenzie di rating per quanto riguarda la sostenibilità del debito pubblico.

Dal 2020, in risposta alle grandi sfide che hanno attraversato l’Europa, e il mondo intero, dalla pandemia agli effetti della crisi energetica, i governi avevano utilizzato i bilanci pubblici illimitatamente. Ma ora la situazione è diversa, i due shock sono ormai stati ampliamente superati e, di conseguenza, è ora di rimettere in ordine le finanze: “per la prima volta dopo quattro anni la politica fiscale dovrà assumere un atteggiamento più restrittivo”.
Si tratta di un obiettivo molto ambizioso, soprattutto considerando la lenta crescita, l’inflazione che rimane ancora alta e gli alti tassi di interesse.

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Alla ricerca di un nuovo equilibrio dopo anni tempestosi

Nella primavera del 2020, quando i governi hanno imposto il blocco per contenere la diffusione del coronavirus, le finanze pubbliche hanno subito uno shock senza precedenti. Nel giro di pochi giorni le entrate fiscali sono crollate, causando l’arresto dell’economia, mentre la spesa nazionale continuava ad aumentare nel tentativo di sostenere le imprese e le famiglie. “Per la zona euro nel suo complesso, ciò si è tradotto in un aumento del deficit di bilancio di oltre 10 punti di Pil, passando dallo 0,9% del Pil alla fine del 2019, al 12% entro la metà del 2020, un record assoluto. Nel quadriennio 2020-2023, il deficit è stato in media del 4,8% all’anno, simile al 5,1% registrato tra il 2009 e il 2012”, spiega Bruno Cavalier, Chief Economist di ODDO BHF.

Ma ora la situazione sta cambiando. Guardando alle tendenze più recenti, è chiaro il rischio di stagflazione e di recessione. Se nel 2021 il Pil nell’Eurozona è cresciuto del 7,8%, quest’anno dovrebbe arrivare al 6,2% e la previsione degli esperti per il 2024 è ancora minore, arrivando giusto al 3%. Ci troviamo in una situazione in cui i tassi di interesse sono più alti dei tassi di crescita economica. Mentre l’economia rallenta, i rendimenti dei titoli di stato decennali sono invece cresciuti: tra ottobre 2021 e ottobre 2023 in Germania sono passato dal -0,3% al 3%, in Francia dallo 0% al 3,5% e in Italia i Btp sono passati dall’1% a quasi il 5%. Questi sono solo alcuni esempi, ma dovrebbe essere chiaro che ormai nessuno Stato è più immune all’aumento del premio di rischio richiesto dagli investitori, un chiaro esempio di ciò è la crisi di bilancio che ha attanagliato il Regno Unito lo scorso anno.

Alla situazione già incerta, si aggiunge anche l’Unione Europea che si appresta a ripristinare le sue regole di bilancio: con il debito che deve essere massimo il 60% del Pil e il limite del deficit del bilancio che non superi il 3% del Pil. Al momento sono molti i Paesi che superano queste soglie e saranno necessari aggiustamenti strutturali. La sfida principale, al momento, è trovare il giusto equilibrio affinché le scelte fiscali non pesino eccessivamente sull’economia. Francia, Italia e Germania si trovano, in tal senso, in un equilibrio molto precario: “Sebbene la Germania abbia prospettive di crescita poco rosee, i suoi livelli di debito sono relativamente bassi, il che comporta un rischio fiscale moderato. Al contrario, i livelli di debito dell’Italia sono molto elevati, al punto che l’intero deficit previsto per il 2024 sarà assorbito dagli interessi passivi. L’Italia riesce solitamente a raggiungere il pareggio di bilancio primario. La Francia appare invece fragile su tutti i fronti”, spiega l’esperto.

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