Azimut, utili in crescita (soprattutto) grazie alle consulenti

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Le consulenti finanziarie dell’Area 5 di Azimut sono state responsabili di oltre il 35% dell’incremento di utile dello scorso anno. Manferdini: “Il portafoglio delle donne, nonostante sia mediamente inferiore a quello degli uomini, ha una redditività decisamente superiore”

Nell’Area 5 di Azimut (che raggruppa Centro e Sud Italia con presidi in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige) su 477 consulenti finanziari 86 sono donne, ovvero il 18,03%

Maffiuletti: “Fossi in voi mi farei sentire molto di più, alzerei di più la mano. Conquistate i vostri spazi e non retrocedete neanche di un centimetro”

Su cinque consulenti finanziari, in Italia, solo uno è donna: stando all’ultima fotografia scattata dalla relazione annuale dell’Ocf, al 31 dicembre 2022 le iscritte nella sezione dei consulenti abilitati all’offerta fuori sede dell’albo unico rappresentavano infatti il 22,3% del totale. Diversi sono i timori che allontanano i talenti al femminile, dal non riuscire a conciliare vita privata e vita professionale fino all’instabilità del lavoro autonomo. Ma è davvero così? I numeri diffusi in occasione dell’evento Empower Her da Azimut Women 545, community delle consulenti finanziarie dell’Area 5 della rete, sembrerebbero raccontare una realtà diversa.

Innanzitutto, nell’Area 5 (che raggruppa Centro e Sud Italia con presidi in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige) su 477 consulenti finanziari 86 sono donne, ovvero il 18,03%. Eppure, sono responsabili del 35,86% dell’incremento di utile dell’anno passato, ossia 890mila euro a fronte dei 2,48 milioni di euro dell’intera area. “Questo vuol dire che il portafoglio delle donne, nonostante sia leggermente inferiore rispetto a quello degli uomini (si parla di un portafoglio medio di 15 milioni a fronte di una media dell’area di 17 milioni, ndr) ha una redditività decisamente superiore”, spiega Simone Manferdini, responsabile del progetto Women 545. 

“Un altro dato rilevante è quello relativo alla raccolta netta totale: nel 2023 sono stati raccolti 204 milioni di euro nell’Area 5, di cui 49 milioni dalle consulenti, ovvero il 24,08%”, aggiunge. Secondo una survey condotta sulle donne dell’area, tra l’altro, il 64,8% si definisce “estremamente soddisfatta” della flessibilità della professione. Il 67,6% dice lo stesso in termini di “autonomia” e l’80% si definisce “molto” o “estremamente” felice del lavoro svolto. “Quello della consulenza sembrerebbe un mestiere per uomini, ma non è così. Siamo convinti che valorizzare una donna in un settore come il nostro sia un privilegio”, osserva Manferdini. “Anche perché ci sono sempre più donne finanziariamente autonome che preferiscono interfacciarsi con consulenti donne piuttosto che con consulenti uomini”.

“Fossi in voi mi farei sentire molto di più, alzerei di più la mano”, interviene Riccardo Maffiuletti, managing director di Area 5, rivolgendosi alla platea di consulenti. “Conquistate i vostri spazi e non retrocedete neanche di un centimetro”, aggiunge. Dello stesso avviso anche Vania Franceschelli, presidente di Fecif, la Federazione europea dei consulenti e intermediari finanziari. “Credete in voi stesse. Chi fa consulenza ha un ruolo sociale basilare, anche per aumentare il prodotto interno lordo del Paese in cui abitiamo”, dice. Secondo Alma Foti, vicepresidente di Anasf, uno dei problemi è infatti che le donne non credono abbastanza nel loro talento. “Io seguo sempre una massima di un formatore americano che dice: se vuoi di più, diventa di più. Le percentuali dicono che le donne con l’80% delle skill non si candidano per un ruolo, mentre gli uomini con il 60% delle skill lo fanno. Questo la dice lunga. Specie in un mestiere che si sposa benissimo con le caratteristiche femminili”, afferma Foti. Poi conclude: “Il ‘sempre è stato così’ si combatte con gli esempi. Dobbiamo iniziare a far vedere ciò che siamo capaci di fare”.

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