Mercati: tre temi da monitorare nel secondo trimestre

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Le politiche aggressive delle banche centrali iniziano a mostrare i loro effetti e, purtroppo, non sono tutti positivi. Ecco tre scenari a cui prepararsi per il secondo trimestre dell’anno, secondo Fidelity International

È ormai quasi un anno che si vive in un contesto di polycrisis, ovvero che ci si trova a fronteggiare varie crisi contemporaneamente, dal covid al cambiamento climatico, passando per la guerra Russa-Ucraina e alle tensioni geopolitiche. E non è finita qui. Perché secondo gli esperti di Fidelity International, stiamo entrando in un nuovo capitolo di questa molteplice crisi: “Se l’anno è iniziato con segni di resilienza in campo economico, ci troviamo ora a fronteggiare il più veloce rialzo dei tassi nella storia. La recessione sembra l’opzione più plausibile se si guarda ai mercati sviluppati. La Cina potrebbe rappresentare un’alternativa, la sua riapertura potrebbe offrire una tregua ai mercati da Est a Ovest”, avvertono guardando al secondo trimestre appena iniziato. In particolare, secondo la casa di gestione statunitense, bisogna prepararsi ad affrontare tre principali temi.

1.  Pronti all’atterraggio: sarà morbido o turbolento?

Il 2023 ha già iniziato a impartire nuove lezioni e, tra queste, sicuramente spicca quella sull’inflazione, che si sta dimostrando molto più persistente del previsto. Nonostante la Federal Reserve continui la sua scalata dei tassi, l’inflazione sta rallentando molto lentamente (i dati di febbraio hanno evidenziato un rallentamento dello 0,4%, passando dal 6,4% di gennaio al 6%). Dall’altra parte però le ultime settimane hanno mostrato chiaramente gli effetti che gli alti tassi di interesse stanno avendo: la pressione sul sistema finanziario continua ad aumentare e i prime segni di frattura si iniziano a vedere, con il fallimento della Silicon Valley Bank e il salvataggio di emergenza di Credit Suisse.

In questo secondo trimestre, dobbiamo aspettarci che la Fed continui la sua stretta monetaria o che la scalata dei tassi si fermi? “Senza un allentamento delle misure, verranno sicuramente a galla nuovi problemi i quali dovrebbero dara una scossa alla Fed e convincerla a rivedere la sua posizione”, spiegano Andrew McCaffrey, Global Head of Strategic Client Investments and Global head of Alternatives di Fidelity International.
Guardando ai prossimi 12 mesi, gli esperti vedono una recessione come l’esito più probabile, accompagnata dal tasso di disoccupazione che si alzerà circa dell’1-3%. Tuttavia non si esclude di cadere in una recessione ancora più grave se la Fed continuerà con questa politica di rialzo dei tassi per tutto il 2023.

2.  Aziende: tra rischi e nuove opportunità

Mantenendo il focus sul lungo termine, è fondamentale trovare imprese resilienti, pronte a superare l’incertezza di mercato e offrire nuove opportunità per gli investitori. Proprio per questo gli esperti di Fidelity International stanno cercando i settori e le regioni che si trovano in una posizione favorevole, con caratteristiche difensive e valutazioni interessanti. Il consiglio è quello di investire in aziende con un ottimo bilanciamento tra rischi e rendimenti. Per quanto riguarda le tematiche, invece, meglio puntare su quelle che rimarranno centrali anche negli anni a venire, come quelle legate al mondo della sostenibilità, alle dinamiche demografiche e al re-shoring, comparto sempre più centrale dopo la pandemia.

3. La Cina apre i confini: pronta alla ripartenza

Il mondo sembra quasi diviso a metà, se in Occidente la possibilità di una recessione è ogni giorno più vicina a diventare realtà, la situazione è completamente diverse se si guarda alla Cina, dove la riapertura porta con sé nuove opportunità che potrebbero aiutare anche il resto del mondo. Xi Jinping, nominato ufficialmente presidente per la terza volta, ha chiarito gli obiettivi del Dragone per quest’anno durante le Due Sessioni, che si sono tenute a marzo a Pechino. Il focus rimane su una crescita economica stabile, e per farlo la Cina ha deciso di puntare sullo sviluppo del consumo interno, rinforzando la fiducia dei suoi cittadini. Come? Investendo nella ripresa di alcuni settori, come turismo, ristorazione e servizi al dettaglio, creando circa 12milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane e puntando su un allentamento monetario ben mirato per supportare alcuni comparti, come quello immobiliare. “L’economia cinese verrà trasformata, puntando a un crescita un pochino più lenta, ma sicuramente più sostenibile”, conclude McCaffery.

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