Cari azionisti di Banco Bpm, acquistare Anima a prezzo rincarato, come propone il vostro Cda, non garantisce che l’offerta di scambio proposta da Unicredit resterà valida. Il comunicato di Gae Aulenti lanciato stamattina, la cui sostanza persuasiva non è molto distante da questa, ha scatenato una dura battaglia a distanza fra i ceo delle due banche Andrea Orcel e Giuseppe Castagna. Per il numero uno di Banco Bpm è una “fake news” la possibilità di un ritiro dell’Ops, mentre sarebbero state esagerate le conseguenze negative sul capitale di Bpm dell’operazione su Anima. Il nodo vero è che l’offerta di scambio di Unicredit su Piazza Meda è vincolata al mantenimento delle condizioni dell’Opa su Anima, il cui prezzo per azione era stato fissato a 6,2 euro e che Cda di Bpm ha proposto di rilanciare a 7 euro lo scorso 12 febbraio. Dallo scorso novembre, il prezzo delle Azioni Anima è cresciuto, arrivando a 6,98 euro alla chiusura dell’11 febbraio. La decisione sul rilancio del prezzo dell’Opa, ora, spetta agli azionisti di Piazza Meda, convocati in assemblea il prossimo 28 febbraio.
A questa mossa, Unicredit ha risposto lunedì mattina scrivendo un messaggio non troppo velato agli azionisti di Bpm: “Un incremento del prezzo dell’Opa Anima e la rinuncia (in tutto o in parte) delle condizioni dell’Opa Anima o anche ad una sola di esse, potrebbe determinare la risoluzione o l’inefficacia dell’Offerta”, di scambio per l’acquisizione da parte di Unicredit del Banco.
Nella sostanza, Unicredit contesta al Cda di Banco Bpm la scelta di sborsare più liquidità per acquisire Anima, riducendo il capitale e la solidità patrimoniale della banca. “Non è chiaro quali siano le azioni di mitigazione ipotizzate al fine di mantenere il ratio CET1 di Bpm più alto del 13% nel corso del piano, indipendentemente dal trattamento regolamentare dell’acquisizione di Anima, mantenendo altresì un ratio di pay-out sulla distribuzione pari all’80% dell’utile netto”, si legge nel comunicato di Unicredit, per la quale potrebbe scendere fino all’11,38% se non verrà approvato il Danish Compromise e tenendo conto dei “venti contrari regolamentari”. Questo impatto negativo ridurrebbe l’attrattiva della banca in vista dello scambio azionario proposto.
Tesi, quelle di Unicredit, che Castagna ha liquidato in un’intervista a Bloomberg Tv: “Penso che siano delle accuse pericolose” e che Unicredit sta “cercando di influenzare il voto degli azionisti nell’assemblea” sull’acquisizione di Anima… ma risponderemo anche legalmente a questo tipo di accuse”. Nello specifico, Castagna afferma che Bpm dispone di “tutto il capitale necessario per Anima” e che “l’affermazione che non otterremo il Danish Compromise” in relazione all’opa su Anima è “una notizia completamente falsa”.
Il senso dell’Opa su Anima è stato ribadito da Castagna e il rilancio del prezzo sarebbe una strada per ottenere il risultato più in fretta: “Completeremo la nostra fabbrica prodotto per avere una banca che non dipende dalla volatilità dei tassi di interesse, ma da forti ricavi derivanti dalle commissioni”, ha detto Castagna, “questa è l’unica risposta che posso dare a chi vuole comprare la nostra banca non pagando il giusto prezzo”.