Un punto di forza nella lunga storia di questa industria alimentare sta nella gestione dei passaggi generazionali che hanno garantito continuità. Anche grazie a un sistema di governance da sempre “volto ad assicurare un’equilibrata collaborazione tra le componenti strategiche e operative – dice a We Wealth Michele Bauli, oggi amministratore unico del gruppo – Nella nostra impresa questo significa delegare la gestione dell’azienda ai nostri manager di talento che supportano il Consiglio di Amministrazione, ovvero la famigla Bauli, nella realizzazione dei piani strategici”. Ciò che ha garantito per decenni una conduzione responsabile e trasparente dell’impresa nei confronti del mercato e consentito di creare valore per gli stakeholder
E così, nonostante le difficoltà della storia, tre diverse generazioni hanno mantenuto la stessa vocazione artigianale, la stessa passione per la tradizione e la stessa tensione al futuro e all’innovazione per un intero secolo. La storia è quella tipica italiana della bottega artigiana che prende poi il volo: Ruggero Bauli, nel 1922, aveva puntato tutto sulla ricetta tradizionale del pandoro. Ma iniziando poco dopo a pensare in termini di processo processo industriale, per diffondere su larga scala quella ricetta del cuore. L’industrializzazione vera e propria avverrà negli anni ’50, periodo in cui le linee vengono ampliate con l’ingresso nel segmento dei prodotti da forno continuativi. Negli anni ’60, Alberto, Adriano e Carlo – i figli di Ruggero – promuovono poi un’ulteriore straordinaria trasformazione avviando il percorso di espansione sui mercati internazionali e una maggiore diversificazione delle linee di business. “La strategia – precisa Bauli – è stata perseguita anche attraverso numerose acquisizioni. Oggi noi cugini continuiamo in quel solco e stiamo puntando sull’innovazione tecnologica e sull’aumento della capacità produttiva, per migliorare costantemente la qualità dei prodotti. Nell’ultimo triennio abbiamo investito allo scopo circa 100 milioni di euro, di cui 40 solo nell’ultimo esercizio. Uno sforzo che siamo certi ci proietterà con successo nel mercato di Industry 4.0 e che contribuirà a consolidare ancora di più la forza del brand che tutti conosciamo”.
Oggi il Gruppo vanta un ampio portafoglio di prodotti a marchio Bauli, Doria, Motta, Bistefani, Alemagna e Casalini. La produzione viene realizzata nei 6 stabilimenti, di cui 5 in Italia e uno in India, con oltre 1600 dipendenti e un indotto importante. “Nell’ottica del progressivo completamento della gamma di prodotto – afferma Bauli – stiamo rafforzando l’offerta anche in settori diversi, come il soft wellness e gli alimenti salutistici. Con questa logica abbiamo acquisito nel 2018 una quota di maggioranza di Alpipan, società Italiana che da oltre 15 anni si dedica esclusivamente alla produzione di alimenti da forno gluten free – entrando nel canale delle farmacie, parafarmacie e superfici specializzate – e nel 2019 di MaxSport, azienda slovacca specializzata in alimenti proteici. Settori peculiari che ci permettono di sperimentare anche con le altre marche del gruppo e di ampliare il nostro know how”.
Nei numeri di bilancio più recenti c’è un indizio ulteriore della solidità del gruppo. “Nonostante i numerosi venti contrari generati dalla pandemia – sostiene Bauli – nell’esercizio 2020/2021 il gruppo è riuscito a mantenere stabile il proprio fatturato (481 milioni) e a registrare un utile in crescita pari a 9,1 milioni di euro (+48,4% rispetto al 2019/2020). Risultati che ci permettono di guardare con fiducia al futuro e all’attuale fase di graduale ripartenza”. E di guarda con fiducia al futuro anche in presenza dei rincari delle materie prime e dell’energia. “Il nostro modello di business è impostato su produzioni just in time, sul controllo e monitoraggio del budget d’esercizio e improntato sulla diversificazione di numerosi segmenti di prodotto, così da creare nuove opportunità di business.”. così la parola d’ordine del futuro prossimo venturo continua a essere “crescita”, anche per linee esterne. “Con un approccio – conclude Bauli – peculiare e distintivo. Ovvero orientato a sostenere una importante cultura aziendale, che valorizza le nostre diverse anime raccolte in un’unica realtà industriale. Puntiamo dunque a proseguire questo percorso di sviluppo con un occhio anche ai mercati internazionali”.
Ovviamente, nonostante il salto dimensionale e la duplicazione delle fabbriche, il legame con il territorio di origine resta fortissimo. “A Verona siamo nati e cresciuti e qui nasce il pandoro che siamo orgogliosi di portare nel mondo. Oggi, nei nostri stabilimenti, di cui due situati proprio nel territorio veronese, produciamo un’ampia gamma di prodotti da ricorrenza e negli altri del gruppo incentriamo le produzioni di prodotti per uso quotidiano per ogni preferenza, dolci e salati e anche senza glutine”.
E al territorio Bauli restituisce costantemente. Innanzitutto, la presenza consolidata contribuisce all’indotto locale oltre e all’occupazione nell’area: “ogni anno, nei periodi della ricorrenza, che richiedono una produzione intensificata, diamo l’opportunità a centinaia di persone di contribuire alla realizzazione dei nostri prodotti e di conseguenza di generare occupazione – dice Bauli – Cerchiamo di impegnarci nei confronti delle nostre persone, sia in termini di welfare che di numerose attività di formazione, senza dimenticare di sostenere la comunità in cui operiamo”. Tra le iniziative a sostegno del territorio il manager cita la costituzione della Fondazione Biblioteca Capitolare, volta a custodire e valorizzare la Biblioteca più antica esistente al mondo. “E anche il supporto al restauro del monumento di Porta Nuova all’ingresso della città e l’allestimento, da 12 anni, di alberi natalizi nel centro cittadino”.