La migrazione è un fenomeno costante nella storia dell’umanità e continua a esserlo ancora oggi. Tuttavia, nell’attuale contesto socio-politico, la mobilità internazionale e i trasferimenti all’estero portano con sé un’ampia gamma di complessità, che spaziano dagli aspetti legali e burocratici fino alle questioni più pratiche della vita quotidiana, inclusa la gestione della successione.
Gestione patrimoniale e tassazione per le globally mobile families: come si muovono le famiglie globalmente mobili
Le globally mobile families (ossia le famiglie globalmente mobili) che si trasferiscono all’estero devono affrontare decisioni strategiche su diversi fronti: gestione dei rapporti bancari, accesso ai servizi sanitari, istruzione dei figli, regolamentazione dello status migratorio, tassazione sul reddito e sulle successioni, nonché gestione del proprio patrimonio e pianificazione successoria.
Questo breve articolo si focalizza su uno specifico – e meno dibattuto – aspetto legato a queste tematiche: la fiscalità successoria e la pianificazione ereditaria, due ambiti che possono avere un impatto significativo su individui e famiglie, con effetti a lungo termine sulla gestione patrimoniale transfrontaliera.
Perché l’imposta di successione è spesso trascurata?
Mentre l’imposta sul reddito rappresenta generalmente un elemento chiave nelle valutazioni preliminari a un trasferimento – e viene quasi sempre esaminata prima della partenza – lo stesso non si può dire per l’imposta di successione, spesso relegata a un’analisi post-relocation, quando non addirittura trascurata del tutto.
Tale approccio può risultare altamente svantaggioso, poiché molte economie avanzate applicano imposte di successione significative sui trasferimenti patrimoniali intergenerazionali. Per esempio, gli Stati Uniti e il Regno Unito impongono tasse di successione con aliquote fino al 40%, alcuni Paesi dell‘Unione europea con aliquote che vanno dal 30% al 60% e il Giappone con aliquote del 55%).
Considerando che tali imposte vengono spesso calcolate sul valore degli assets, la base imponibile può risultare particolarmente ampia, con impatti economici significativi.
Come variano le imposte di successione nei diversi Paesi
I criteri in base ai quali viene applicata l’imposta di successione (e, in parallelo, l’imposta di donazione) variano considerevolmente da una giurisdizione all’altra.
Per esempio, vi sono alcuni Paesi in cui l’imposta di successione è applicata esclusivamente sulla base del criterio della residenza fiscale del defunto, mentre altri Paesi adottano i cosiddeti principi di presenza fisica “modificati”.
Tra gli esempi di questi principi modificati vi è il concetto di “domicile” nel senso della common law, come avviene negli Stati Uniti nell’ambito del sistema fiscale federale, o il concetto di presenza fisica estesa, come avviene attualmente nel Regno Unito per le persone che sono residenti fiscali per un periodo superiore a 10 anni.
Rischi fiscali e oneri imprevisti per chi si trasferisce
Questo ventaglio normativo genera un rischio concreto: pianificare la fiscalità successoria solo dopo il trasferimento può risultare tardivo e comportare oneri fiscali inattesi, quali entry-charges o imposte sulle donazioni. Per evitare tali criticità, è essenziale che le famiglie con elevata mobilità internazionale valutino in anticipo la propria esposizione in termini di imposte e adottino strategie adeguate a limitarne l’impatto.
Pianificazione successoria: perché è fondamentale
La pianificazione successoria è un altro aspetto spesso trascurato ma cruciale per le famiglie che si dislocano a livello globale: non tenerne conto può generare conseguenze che vanno ben oltre la dimensione economica. Un caso emblematico, per esempio, è quello del nucleo familiare che si trasferisce da una giurisdizione in cui vige la libertà testamentaria – ove il testatore ha la possibilità di decidere liberamente la destinazione dei propri beni – a un ordinamento in cui vigono regole di forced heirship. In assenza di adeguata pianificazione, quest’ultimo aspetto può compromettere la flessibilità di destinare il proprio patrimonio e, in caso di decesso, non garantire il sostegno ai membri della famiglia in senso lato o di perseguire i propri obiettivi filantropici.
Strategie per proteggere il patrimonio familiare
Esistono, tuttavia, strumenti giuridici idonei a mitigare tali effetti. Non di rado, una soluzione relativamente semplice consiste nell’eleggere, tramite la corretta redazione ed esecuzione di un testamento, le leggi successorie del Paese di nazionalità o di origine del testatore (in Unione europea, quest’opzione è possibile in virtù del Regolamento Ue 650/2012).
In alternativa, una strategia efficace può altresì essere l’implementazione di un piano strategico di donazioni prima della relocation, al fine di ridurre l’impatto delle norme successorie della giurisdizione del Paese di destinazione. In tale ottica, l’impiego di trust o altri strumenti di pianificazione patrimoniale può rivelarsi particolarmente consono per garantire una gestione ottimale degli assets e una distribuzione patrimoniale conforme agli obiettivi della famiglia.
Ancora una volta, è fondamentale che le globally mobile families valutino con attenzione il possibile impatto della relocation sui loro preesistenti piani successori e, quindi, adottino le misure necessarie per preservare la libertà di disposizione del proprio patrimonio.
Conclusione: la necessità di una pianificazione anticipata
L’aumento della mobilità internazionale ha determinato una crescente esposizione delle famiglie a normative fiscali e successorie sempre più complesse, che spesso non vengono adeguatamente considerate nella fase preparatoria al trasferimento. Una pianificazione strategica della tassazione successoria e un’attenta valutazione della normativa applicabile alla successione consentono di evitare oneri imprevisti e di garantire la tutela del patrimonio familiare nel lungo periodo.