La nascita di Hakuna Matata risale a circa 15 anni fa. Ma ancora oggi, nel raccontarla a We Wealth, Davide Serra, amministratore delegato di Algebris Investments e co-fondatore della fondazione insieme a sua moglie Anna Barassi, trattiene a fatica l’emozione. “Anna era incinta del nostro quarto bambino all’epoca, quando fu colpita dalla toxoplasmosi”, ricorda. “I medici ci consigliarono di interrompere la gravidanza, perché i rischi per la sua incolumità erano troppo alti. Preso dal panico, andai al Santuario di Nostra Signora della Guardia in Liguria e feci un patto con me stesso e con chiunque fosse dall’altra parte ad ascoltare le mie preghiere: se li avesse salvati, mi sarei preso cura di 1.000 bambini per ognuno dei miei figli”. Alla fine, Filippo è nato, sano come un pesce. E i bambini e le bambine sostenuti da Hakuna Matata sono aumentati vertiginosamente.
I progetti avviati da Hakuna Matata in Tanzania
Ad affiancare Serra e Barassi dall’aprile del 2010 sono Fausta Pina e Padre Tarcisio Moreschi, due missionari cattolici impegnati a sostenere le comunità locali della Tanzania centrale. I progetti avviati nel corso di questi anni, in Tanzania, sono principalmente quattro. “Il primo è Help the village, dedicato a orfani e bambini vulnerabili”, spiega Serra. La parrocchia di Ilembula gestisce due orfanotrofi nei villaggi di Ilunda e Ilembula, che ospitano 150 bambini distribuiti in diverse case famiglia. Ognuna di esse accoglie dai sei ai nove orfani, che possono così crescere in un ambiente il più possibile simile a un nucleo familiare. Le donazioni di Hakuna Matata, sempre nell’ambito di questo progetto, hanno tra l’altro sostenuto la costruzione di 70 scuole materne in tutta la regione, consentendo a oltre 1.500 bambini di accedere all’istruzione primaria e dando lavoro a 125 insegnanti. “Dedichiamo alla gestione di Help the village circa 10mila euro al mese, per un totale di 120mila euro all’anno, finanziando le tasse scolastiche e fornendo uniformi, scarpe e libri di testo”, precisa Serra, attualmente presidente e membro del consiglio dell’organizzazione benefica.
A questo progetto si affianca “Pamoja”, un’iniziativa comunitaria che impiega la popolazione locale nell’agricoltura sostenibile al fine di accrescere le prospettive di guadagno delle loro famiglie. “Puntiamo a piantare 1 milione di alberi da ombra e da frutta”, spiega Serra. “Finora ne abbiamo piantati circa 350mila. Abbiamo 15 dipendenti che gestiscono le serre e tutti gli oltre 2mila farmer che abbiamo coinvolto nell’iniziativa hanno ricevuto una formazione sulle pratiche agroforestali. Molti degli alberi, una volta raggiunta la maturità, diventano culture per la comunità, come il mango e l’avocado”, spiega. Il programma “Vanilla”, invece, che mira a creare un’attività socio-agroalimentare sostenibile e redditizia basata sulla produzione della vaniglia, impiega cinque membri del personale a tempo pieno e 40 agricoltori. “In più, abbiamo coinvolto molti giovani disabili in alcuni dei task, per dargli un reddito ma soprattutto un ruolo sociale nella comunità”, aggiunge il manager.
Il primo ospedale per il trattamento delle disabilità
Hakuna Matata sostiene inoltre anche l’Inuka Rehabilitation Hospital, il primo ospedale nella regione per il trattamento delle disabilità, nel villaggio di Wanging’ombe. Oltre a curare pazienti con esigenze di riabilitazione e a fornire dispositivi di supporto, la fondazione si impegna con le comunità locali per migliorare la comprensione e l’accettazione delle disabilità da parte delle persone. “In Tanzania la disabilità per molti versi non viene riconosciuta, oppure è ancora tabù”, dichiara Serra. “A volte le famiglie si affidano a stregoni e sottopongono i loro figli a riti che, in alcuni casi, implicano anche la mutilazione. A questo progetto dedichiamo circa 100mila euro all’anno di risorse, assistendo dagli 8mila ai 10mila pazienti all’anno”.
“Vogliamo renderla economicamente sostenibile”
“Oggi abbiamo zero costi fissi: Algebris Investments si impegna a raddoppiare ogni donazione ricevuta. Questo perché abbiamo istituito l’endowment investito, che ritorna capitale e copre le spese annuali”, precisa Serra. Durante l’anno, tra l’altro, l’organizzazione accoglie in Tanzania chiunque di Algebris desideri toccare con mano le attività della fondazione e fornire il proprio contributo. “L’obiettivo è un give back”, dice Serra.
“Tutto ciò che facciamo in Tanzania è esattamente l’opposto della carità. L’intera iniziativa si basa su educazione, salute e lavoro. Tre bisogni primari che, se integrati, sono esattamente l’opposto di un sussidio. Ci siamo posti l’obiettivo, attraverso i progetti con cui viene impiegata la popolazione locale, di rendere Hakuna Matata economicamente sostenibile, così se da una parte il nostro supporto continuerà ad arrivare, dall’altra le comunità saranno in grado di sostenersi con il loro lavoro. Il capitale in eccesso potrebbe pertanto venire reinvestito nelle comunità, dando vita a un vero circolo virtuoso. Attualmente Hakuna Matata è un’organizzazione benefica registrata nel Regno Unito, ma abbiamo appena creato Hakuna Matata Tanzania, perché il business che abbiamo costruito necessita di essere locale. Renderla economicamente sostenibile sarebbe realmente virtuoso: perché noi investiremmo, le comunità si sosterrebbero con il loro lavoro e, il capitale accumulato, ritornerebbe alle stesse comunità”.
(Articolo tratto dal n°2 del magazine Family Office. Abbonati subito qui per leggere ogni sei mesi il tuo magazine in formato cartaceo o digitale)