La riforma fiscale ha riscritto in profondità le regole sul trasferimento di partecipazioni societarie in ambito familiare, con rilevanti conseguenze per la pianificazione successoria degli imprenditori. A illustrare i principali cambiamenti – a partire dal nuovo art. 3, comma 4-ter del D.lgs. 346/1990 – è la dottoressa Valentina Guarise, commercialista e revisore legale dei conti, associata dello Studio BGR.
Con l’introduzione di nuove fattispecie di esenzione, la riforma apre a opportunità ma anche a nuove aree di attenzione. Elementi che impattano su famiglie imprenditoriali, professionisti e consulenti patrimoniali.
Quali sono i principali impatti della riforma tributaria sui trasferimenti di quote sociali ai discendenti e come influiscono sulla pianificazione successoria delle famiglie imprenditoriali?
La riforma ha introdotto il nuovo comma 4-ter dell’art. 3 del D.lgs. 346/1990, che estende i casi di esenzione dall’imposta di successione e donazione per i trasferimenti di partecipazioni societarie all’interno della famiglia, effettuati per successione, donazione o patti di famiglia. In particolare, per le società di capitali, è ora agevolato il trasferimento di un controllo di diritto (ai sensi dell’art. 2359 c.c.), cioè almeno il 50% più uno dei diritti di voto.
La grande novità riguarda l’estensione dell’esenzione anche ai casi di rafforzamento di un controllo già esistente, fattispecie che in passato l’Agenzia delle Entrate aveva escluso. È un punto rilevante per i passaggi generazionali scaglionati, ad esempio quando un imprenditore trasferisce inizialmente la maggioranza e solo successivamente quote di minoranza: ora entrambi i passaggi possono beneficiare dell’esenzione.
Altro punto chiave è l’abolizione del coacervo successorio: le donazioni effettuate in vita non influiscono più né sulle aliquote applicabili né sul calcolo della franchigia in sede di successione. Questo incentiva la pianificazione anticipata tramite donazioni in vita come strumento fiscalmente neutro.
In che modo le nuove disposizioni fiscali agevolano o complicano il passaggio generazionale delle imprese familiari? Quali strategie possono adottare per minimizzare l’impatto fiscale?
La riforma offre nuove opportunità, ma è fondamentale conoscere i requisiti per accedere all’esenzione. In caso di trasferimento d’azienda, il beneficiario deve proseguire l’attività per almeno 5 anni. Per le quote o azioni con controllo, il controllo deve essere detenuto per 5 anni. Per le altre partecipazioni, chi riceve deve mantenere la titolarità per lo stesso periodo.
La strategia più efficace resta la pianificazione preventiva, con analisi personalizzate caso per caso. È importante anche formalizzare adeguatamente i patti di famiglia, assicurarsi che le condizioni di controllo siano rispettate e – quando possibile – strutturare il passaggio in modo graduale, approfittando ora anche del nuovo riconoscimento normativo del rafforzamento del controllo.
Come cambia la valutazione delle quote sociali in caso di trasferimento, sia in termini di donazione che di successione, sotto il nuovo regime fiscale?
Dal punto di vista della valutazione delle quote, non vi sono modifiche sostanziali rispetto alla normativa precedente. Il valore delle partecipazioni è determinato sulla base del patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio approvato, tenendo conto di eventuali mutamenti sopravvenuti.
La vera novità riguarda le successioni aperte dal 1° gennaio 2025: in questi casi, sarà il contribuente stesso a liquidare l’imposta di successione in sede di dichiarazione, con il rischio – in caso di sottovalutazione – di sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Pertanto, è cruciale una valutazione attenta e documentata.
Quali sono i rischi fiscali che le famiglie imprenditoriali dovrebbero considerare quando pianificano il trasferimento delle quote sociali, e come possono proteggersi?
Oltre ai requisiti sopra menzionati, vanno evidenziati alcuni punti critici. Il trasferimento di quote di holding e società immobiliari, prima escluso da parte della prassi e giurisprudenza dall’agevolazione, potrebbe ora rientrare tra i casi esenti, secondo le interpretazioni dottrinali e il Consiglio Nazionale del Notariato. Tuttavia, su questo punto si attendono chiarimenti ufficiali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Le società semplici, infine, restano ancora in una zona grigia, soprattutto se gestiscono patrimoni familiari immobiliari o finanziari.
La protezione fiscale passa dunque attraverso un’analisi tecnico-legale rigorosa, la corretta valutazione dei requisiti oggettivi e soggettivi e l’assistenza da parte di professionisti esperti nel diritto tributario e successorio. Solo così si possono evitare contestazioni e garantire continuità e serenità nella trasmissione del patrimonio aziendale familiare.
La riforma tributaria porta con sé nuove possibilità per le famiglie imprenditoriali che vogliono assicurare la continuità aziendale tra generazioni. Tuttavia, la complessità delle nuove disposizioni richiede consapevolezza, prudenza e un’attenta pianificazione. Ogni scelta va ponderata considerando non solo il beneficio immediato, ma anche i vincoli e i possibili futuri accertamenti. In questo contesto, il supporto professionale è più che mai essenziale.
Domande frequenti su Successioni aziendali, cosa cambia con la riforma: esenzioni, coacervo e rischi fiscali
La riforma fiscale ha modificato significativamente le regole per il trasferimento di partecipazioni societarie in ambito familiare, influenzando la pianificazione successoria degli imprenditori. L'introduzione di nuove esenzioni rappresenta un cambiamento chiave da considerare attentamente.
L'articolo fa riferimento al nuovo art. 3, comma 4-ter del D.lgs. 346/1990 per illustrare i principali cambiamenti introdotti dalla riforma fiscale in materia di successioni aziendali.
Valentina Guarise è una commercialista e revisore legale dei conti, associata dello Studio BGR. Nell'articolo, illustra i principali cambiamenti introdotti dalla riforma fiscale.
La riforma ha riscritto in profondità le regole sul trasferimento di partecipazioni societarie in ambito familiare. Questo implica una revisione delle esenzioni, del coacervo e dei rischi fiscali associati.
La riforma, con le sue nuove disposizioni, ha un impatto rilevante sulla pianificazione successoria degli imprenditori. L'introduzione di nuove fattispecie di esenzione apre a nuove opportunità e strategie.