- Il 48% degli italiani non ha idea di quanto occorre pagare per entrare in possesso di un’eredità; quota che sale al 60% tra gli under 35
- Le polizze assicurative consentono di assegnare una parte del proprio patrimonio a chi si desidera, anche al di fuori dell’asse ereditario
Uno dei più significativi trasferimenti di ricchezza della storia italiana è ormai alle porte: entro il 2045 scivoleranno nelle mani di figli e nipoti ben 1.176 miliardi di euro. Un passaggio di testimone mai visto prima, che rischia tuttavia di cogliere i detentori di grandi patrimoni impreparati. L’ultimo sondaggio di Moneyfarm – condotto in collaborazione con smileconomy e Research Dogma su un campione nazionale di 600 cittadini bancarizzati con un’età compresa tra 25 e 65 anni – rivela infatti una scarsa dimestichezza degli italiani con alcune questioni successorie, tra cui costi e fiscalità legati all’eredità.
Tra chi e come ripartire l’eredità
Il 44% degli intervistati afferma in realtà di conoscere bene l’impostazione della propria linea ereditaria e le quote spettanti a ciascun beneficiario. Sommando chi dichiara di averne almeno un’idea, si sale al 79%. Detto questo, oltre 7 italiani su 10 vorrebbero poter scegliere tra chi e come ripartire il proprio patrimonio, ovvero il 73%. Nel 19% dei casi la prima persona a cui pensano (escludendo ovviamente gli eredi legittimi) è quella con cui convivono, seguita nel 16% dei casi dalla persona con cui hanno legami affettivi stabili. Non manca una quota di chi vorrebbe lasciare in beneficienza (15%) una fetta della propria ricchezza e chi invece vorrebbe soltanto ripartirla in modo diverso tra i propri eredi legittimi (11%).
Come azzerare le imposte di successione
Quando poi si parla di costi, emergono le prime incertezze. Circa il 50% dei rispondenti non sa quanto bisogna pagare per entrare in possesso di un’eredità, percentuale che sale al 60% tra gli under 35. Un altro aspetto su cui si evidenzia una certa impreparazione è quello dei vantaggi fiscali e successori degli strumenti finanziari. Il 60% degli italiani non sa infatti che esistono prodotti capaci di ridurre il carico fiscale in fase successoria. È il caso dei titoli di Stato – quali Btp e governativi dell’area euro – oppure dei buoni fruttiferi postali e dei fondi pensione, che permettono di azzerare le imposte di successione. Per i Piani individuali pensionistici (o Pip) il capitale è esente da imposta di successione in caso di decesso dell’aderente prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici.
Quanto invece alle polizze assicurative, la questione è dibattuta. Come dichiarato infatti a L’Economia del Corriere della Sera da Paolo Ludovici, socio dello studio legale e tributario, non si può dire che l’esenzione delle polizze dall’imposta di successione sia una certezza granitica. “In sede di alcuni accertamenti, l’Agenzia ha ritenuto che i premi conferiti nella polizza – sia che si tratti di una ramo I che di una ramo III – siano da considerare alla stregua di liberalità indirette e quindi soggetti al pagamento dell’imposta di donazione. L’imposta, in questo caso, si applicherebbe ai soli premi versati e non all’intero capitale rivalutato”.
Successione: tasse tra le più basse in Europa
Ad ogni modo, tornando all’indagine di Moneyfarm, occorre ricordare che le tasse di successione in Italia sono tra le più basse in Europa. Solo il 7% degli intervistati dichiara però di aver già provveduto a fare testamento, quota che sale al 9% tra chi detiene un patrimonio investito superiore ai 50mila euro. Il 44% afferma di essere intenzionato a provvedere, sebbene c’è chi teme che si tratti di un atto complesso (il 16%) o costoso (7%). “Nel corso dei prossimi vent’anni, complice l’invecchiamento demografico record della popolazione italiana, assisteremo a una significativa ridistribuzione della ricchezza. Mai così pochi erediteranno così tanto: una sfida che non può lasciare indifferenti noi consulenti finanziari, chiamati a soddisfare esigenze che si sono già evolute e continueranno a evolversi anche in materia di pianificazione successoria”, dichiara Andrea Rocchetti, global head of investment advisory di Moneyfarm. “Gli italiani necessitano di soluzioni semplici e flessibili anche in materia successoria, nonché di maggiore informazione e chiarezza sulle soluzioni che l’industria del risparmio mette già a loro disposizione”.