Nella prima parte dei ranking troviamo anche gli Usa, grazie perlopiù ai titoli tecnologici. Sul fondo delle classifiche troviamo invece i listini asiatici, con performance anche pesantemente negative, come ad esempio Hong Kong in flessione del 10% circa.
L’euro è complessivamente in rafforzamento, se si considera il numero di valute, ma flette rispetto alle più importanti.
Tra i comparti a specializzazione geografica colpiscono gli azionari Turchia (+6%) che però rimangono in rosso sull’anno corrente (-10%).
Tra i mercati occidentali sono le società growth a rappresentare un elemento di successo, le value invece per l’Asia. Differenze anche per quanto riguarda le dimensioni delle società: in Europa corrono le mid e small, negli Usa le large.
Sul piano settoriale il protagonista è nuovamente il real estate, in luglio con l’Europa (+5,7%) mentre da inizio anno con gli Usa (+29%). Ancora in rally le risorse idriche (+5,43% a luglio, +22,50% ytd). Bene anche l’It. Emerge inoltre un rimbalzo dei metalli preziosi, che nel mese precedente risultavano invece in flessione e che rimangono in rosso dall’inizio dell’anno. Giù i socialmente responsabili e le energie tradizionali, pur ben impostati nel medio termine.
Complessivamente gli allunghi più sostanziosi sono ottenuti dai bond dell’area Euro, seguiti dagli Usa. Bene inflation linked, ancora, e le duration elevate. Coerentemente con la lieve contrazione dell’equity gli investment grade sovraperformano gli high yield.
Articolo scritto in collaborazione con Monica Zerbinati, financial analyst di Fida