L’elevata inflazione, lo spettro di una recessione e la recente crisi politica apertasi a livello nazionale preoccupano i risparmiatori e gli investitori italiani. L’incertezza e l’emotività sono nemiche delle scelte patrimoniali, ed è proprio in momenti come questo che il supporto del consulente si rivela cruciale per i clienti. Ne sono ben consapevoli i professionisti del Gruppo BCC ICCREA che lavorano per offrire soluzioni personalizzate sulle base delle esigenze della clientela, sia professionali che personali. Un prezioso strumento messo a disposizione dei consulenti per agevolarne il compito è il nuovo tool di modellizzazione dei portafogli distribuito sulla piattaforma di consulenza del Gruppo BCC ICCREA.
Strategico e tattico: il portafoglio modello del Gruppo
“Con il rilascio dei portafogli modello in prodotti attraverso la piattaforma di consulenza WMP – spiega Alessio Guerriero, Responsabile Wealth Management del Gruppo BCC ICCREA – si passa dalla logica di ‘consulenza di prodotto’ a quella ‘di portafoglio’, strutturando quest’ultimo con una componente strategica e una tattica”. La prima categoria, che costituisce il cuore dell’offerta, è formata da strumenti di risparmio gestito e da prodotti finanziario-assicurativi (come ad esempio le polizze multiramo). La seconda, invece, attraverso la proposizione di strumenti di collocamento in primario, permette di cogliere le opportunità che si verificano nei diversi momenti di mercato.
Associando la componente strategica a quella tattica nello stesso portafoglio, il gestore è in grado di valutare e analizzare contestualmente differenti esigenze della clientela, da quella prettamente finanziaria a quella fiscale, tenendo conto anche degli aspetti relativi alla pianificazione previdenziale e al passaggio generazionale, in un’ottica sia di incremento che di tutela del patrimonio.
“Poter offrire una value proposition univoca e completa delle due anime e, allo stesso tempo, essere in grado di gestire in maniera sinergica tutte le variabili da tenere in considerazione nella costruzione di un portafoglio: è questo l’obiettivo dei nuovi portafogli modello”, commenta Guerriero.
Come nascono i portafogli modello
Nella pratica, il processo di costruzione del portafoglio modello si compone di due momenti: il primo è quello relativo alla generazione della asset allocation finanziaria, il secondo consiste invece nella compilazione dei portafogli modello in strumenti.
“La prima fase è quella più teorica – spiega David Karni, Responsabile portafogli di investimento di BCC Risparmio e Previdenza – e costituisce il tassello fondamentale per stabilire rischi e opportunità che si vogliono inserire nei portafogli”. È in questa fase, infatti, che si determina la volatilità del portafoglio e si scelgono le asset class da includere, ponendo contestualmente i vincoli di natura finanziaria (ad esempio la percentuale massima di strumenti azionari consentita). È opportuno sottolineare che quando ci si riferisce genericamente a una ‘asset class finanziaria’, si intende una categoria disgiunta e univoca. Un esempio: non sono categorie finanziarie l’azionario globale o l’obbligazionario aggregate in generale, ma lo sono l’azionario della zona euro o l’obbligazionario euro corporate, spiega l’esperto. “Più concretamente, in questa fase, partendo da un portafoglio di equilibrio, costruito basandoci principalmente sulle capitalizzazioni di mercato, si determina l’allocazione finanziaria del portafoglio, ma senza l’identificazione di una lista di strumenti con relativo peso”.
La seconda fase è invece quella in cui si procede alla generazione di un vero e proprio portafoglio modello. All’ allocation ottenuta nella fase precedente viene affiancata una lista dettagliata di strumenti finanziari rappresentativa di tutte le asset class finanziarie, così da permettere all’ottimizzatore di individuare più soluzioni. “Tale selezione di strumenti, inoltre, al fine di evitare disallineamenti tra l’allocazione originale e il portafoglio finale, deve tenere conto della corretta associazione con la categoria finanziaria specifica, oltre che delle caratteristiche commerciali o di altra natura” aggiunge Karni.
Terminate le due fasi, l’ottimizzatore determinerà il portafoglio modello di riferimento, riducendo al minimo la distanza tra l’allocation finanziaria della prima fase e le tipologie di strumenti scelte nella seconda, rispettando i vincoli di diversificazione e di natura commerciale. Inoltre, terrà conto delle variabili di sostenibilità “la cui associazione ai singoli strumenti finanziari avviene tramite un processo quantitativo e qualitativo di analisi del portafoglio che portano alla determinazione di tale caratteristica”, conclude l’esperto.