La Proposta di Legge 107 va a estendere una serie di benefici fiscali sia agli investimenti diretti che agli investimenti indiretti, esercitabili in forma automatica in sede di dichiarazione dei redditi
Cerruti: “Un altro aspetto che ci piace della proposta è che, mutuando in qualche modo un meccanismo in vigore in Uk noto come Seed enterprise investment scheme, tende a vincolare l’investitore a frequentare il settore nel quale è investito”
Continuano i lavori sulla Proposta di Legge 107, relativa alla promozione e allo sviluppo di startup e pmi innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti. Un provvedimento che giunge a distanza di oltre 10 anni dall’ultimo intervento organico dedicato all’ecosistema dell’innovazione made in Italy. E che fa seguito a un anno record, fronte investimenti. We Wealth ha intercettato Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance intervenuto la scorsa settimana in audizione alla Commissione finanze della Camera nell’ambito dell’esame del progetto di legge, per analizzarne novità e tempistiche.
“La Proposta di Legge 107 va a nostro avviso nella giusta direzione, anche considerando che il Testo unico sulle startup risale al 2012 e necessita, per forza di cose, di essere aggiornato”, osserva Cerruti. “Nel corso degli anni sono stati certamente varati diversi provvedimenti che hanno parlato a questo mondo, ma sempre inseriti in decreti macro. Questa proposta denota invece una precisa attenzione delle istituzioni che tra l’altro avvertiamo quotidianamente, sia quando ci interfacciamo con i ministeri competenti che con diversi parlamentari”.
Pdl 107: le novità per investitori e startup
Un aspetto interessante, continua Cerruti, riguarda il fatto che il pdl Centemero vada a estendere una serie di benefici fiscali sia agli investimenti diretti che agli investimenti indiretti (tramite organismi di investimento collettivo del risparmio e altre società che investono principalmente in startup e pmi innovative), esercitabili in forma automatica in sede di dichiarazione dei redditi. In particolare, l’articolo 2 interviene sulla disciplina della detrazione Irpef in de minimis “al fine di consentirne la fruizione anche in caso di incapienza del contribuente, ovvero qualora la detrazione superi l’imposta lorda dovuta dal contribuente”, spiega Cerruti citando il testo della documentazione per l’esame del progetto di legge.
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“Un altro aspetto che ci piace della proposta è che, mutuando in qualche modo un meccanismo in vigore nel Regno Unito noto come Seis (Seed enterprise investment scheme), tende a vincolare l’investitore a frequentare il settore nel quale è investito”, continua Cerruti. “È prevista infatti la possibilità di ottenere un incentivo rafforzato nel momento in cui l’investimento viene mantenuto per un minimo di tre anni e parte del guadagno fiscale viene reinvestito nello stesso ambito”. Inoltre, la Proposta di Legge 107 punta a un innalzamento del limite di patrimonio netto per quanto riguarda le società d’investimento semplice, da 25 milioni a 50 milioni di euro. “Considerando che le società che decidono di regolarsi come società d’investimento semplice sono in crescita – per quanto siamo sempre su numeri molto bassi rispetto ad altri paesi – la speranza è che raddoppiando la soglia si inneschi un aumento anche dei valori di ciò che hanno in pancia le singole realtà e di conseguenza dei valori investiti”.
Cerruti: “Razionalizzare gli incentivi fiscali vigenti”
“La norma è abbastanza magra, in quanto si tratta di una versione ridotta di un disegno di legge che era già stato proposto nella legislatura passata e che era passato al vaglio della Ragioneria Generale dello Stato che aveva suggerito di accantonare una serie di proposte gravose per il Paese”, ricorda Cerruti. “Siamo fiduciosi che si illuminerà la green light di Parlamento e governo. Il nostro obiettivo è che ci possa essere parallelamente un testo di legge che riassuma in qualche modo e renda maggiormente organica tutta la legislazione relativa a startup e pmi innovative. Mi riferisco in particolare alla razionalizzazione degli incentivi fiscali vigenti, possibilmente con il superamento del regime de minimis; alla necessità di accelerare il via libera che stiamo ancora aspettando dalle istituzioni europee sulla detassazione del capital gain; alla necessità di varare un sistema di incentivi per attrarre investimenti sia da parte di investitori istituzionali che corporate; al rafforzamento del meccanismo di fondi di fondi verticali che insistono in aree d’interesse per il Sistema Paese; e alla riforma del meccanismo del credito d’imposta in ricerca e sviluppo”, auspica Cerruti. “Infine, riteniamo opportuno insistere sullo Startup Visa e sul Digital Nomads, che dovrebbero rendere maggiormente attrattivo il nostro ecosistema anche per i talenti stranieri, oltre all’agevolazione delle assunzioni per giovani professionisti”.
Quali saranno i prossimi sviluppi
“Si aprirà a breve una fase di ottimizzazione, con la possibilità di inserire ulteriori misure. L’idea del relatore della norma Giulio Centemero è portarla in aula entro fine aprile. Crediamo slitterà tra maggio e giugno, poi ci sarà il voto della Camera e passerà al Senato, che potrà proporre e votare a sua volta delle modifiche”, spiega Cerruti. Sulla base di questo calendario, secondo l’esperto, il testo definitivo della norma potrebbe auspicabilmente essere licenziato tra ottobre e dicembre.