Nella città siriana di Al-Rastan, nella provincia di Homs, una squadra di archeologi ha rinvenuto un magnifico mosaico, risalente all’epoca romana e raffigurante la guerra di Troia, il dio del mare Nettuno, insieme a 40 delle sue amanti, nonché il semidio Ercole mentre uccide la regina amazzonica Ippolita. Gli archeologi affermano che si tratta del primo ritrovamento significativo nell’area dall’inizio della lunga guerra civile siriana nel 2011.
Il mosaico, che misura circa 1.300 piedi quadrati, ovvero 20 per 6 metri, è intarsiato con tessere colorate, che Humam Saad, il direttore associato responsabile dello scavo, ha descritto come “ricche di dettagli”. “Quello che abbiamo davanti è una scoperta rara su scala mondiale” ha detto Saad all’Associated Press. “Non avendo ancora finito gli scavi non siamo ancora in grado di identificare se il mosaico facesse parte di un bagno pubblico o di un altro edificio”.
Nonostante l’importanza storica di Rastan come antica città risalente a circa 4.000 anni fa, l’area è stata testimone di alcuni dei peggiori conflitti durante la guerra civile siriana, quando è stata utilizzata come roccaforte dei ribelli prima che le forze governative siriane la recuperassero nel 2018. “Purtroppo, a un certo punto, nel 2017, alcuni gruppi armati hanno cercato di vendere il mosaico e lo hanno messo in vendita sulle piattaforme dei social media”, ha dichiarato Saad.
Il saccheggio – se non la vera e propria distruzione – del patrimonio culturale è un problema costante in Siria. Nel 2015, l’UNESCO ha avvertito di “saccheggi su scala industriale” da parte di gruppi in aree in cui i conflitti avevano devastato le popolazioni civili, tra cui le zone intorno a Homs e Apamea, una città fondata nel 300 a.C. La città oasi di Palmira, situata nel centro-sud della Siria, patrimonio dell’UNESCO con colonnati di epoca romana risalenti a 2.000 anni fa, è stata gravemente danneggiata dai militanti dell’ISIS dopo la conquista di ampie zone del Paese nel 2015. Con l’ultima scoperta a Rastan, si sta lentamente riaccendendo la speranza che le antichità e il patrimonio culturale della Siria, da tempo a rischio, vengano finalmente protetti e curati.