Secondo il report annuale di Bcg la ricchezza finanziaria degli Italiani supera i 5mila miliardi di euro ma è concentrata in circa 400mila famiglie che ne detengono una quota pari a un quarto del totale. Ognuna di queste famiglie, secondo questa analisi, detiene una disponibilità di ricchezza mobiliare (allocata in azioni, obbligazioni, strumenti finanziari o liquidità) superiore a un milione di euro. Si tratta della fascia dei cosiddetti Hnwi (High net worth individual): in altri termini i milionari.
A queste famiglie si aggiungono i cosiddetti affluent e lower private, la cui ricchezza è compresa fra i 250mila e il milione di euro, che portano l’intero segmento dei patrimonial a circa 2 milioni di famiglie, pari al 10% del totale italiano.
Allargando lo sguardo al resto del patrimonio ritroviamo una peculiarità del nostro Paese: la ricchezza complessiva degli Italiani è composta per il 68% da immobili, distribuiti tra tutti gli strati sociali della popolazione. Però focalizzandoci sui patrimonial scopriamo che questi detengono principalmente proprietà immobiliari di natura abitativa (prima casa e case per le vacanze) che, in aggiunta al patrimonio mobiliare, portano la ricchezza complessiva del segmento a circa il 40% del totale.
È questo segmento a essere nel mirino. Infatti, mentre nella prima fascia, quella degli Hnwi, si concentra il 25% della ricchezza italiana, in prevalenza di natura mobiliare, nella seconda fascia, quella degli affluent, rimane il restante 15% della ricchezza patrimoniale complessiva, sia mobiliare che immobiliare.
Il patrimonio medio di queste famiglie non supera i 2 milioni di euro ma – com’è noto – è sbilanciato sul versante immobiliare, investimento spesso improduttivo di reddito e comunque già colpito dalle imposte patrimoniali che gravano sugli immobili.
Un aumento delle imposte di successione (o una riduzione delle franchigie esistenti) colpirebbe duramente soltanto questa minoranza che in effetti detiene la maggior parte della ricchezza del Paese. Se si aggiunge che la ricchezza detenuta da questa fascia di popolazione cresce prevalentemente grazie al patrimonio già accumulato nel passato e non grazie a nuovi apporti, allora si comprenderà ancor meglio quanto sia urgente assicurare la continuità del patrimonio attraverso le generazioni.
I wealth manager dovrebbero dunque concentrarsi su questo segmento di clientela, anticipando le esigenze di queste famiglie che si affacciano per la prima volta sulla scena e proponendo una adeguata strategia di protezione patrimoniale che permetta di soddisfare le aspettative di una delle maggiori aree di potenziale, spesso trascurata dalle reti tradizionali.