Nel contesto di crescenti tensioni geopolitiche, l’Europa si trova a un punto cruciale: è arrivato il momento di rivedere la strategia di sicurezza. Da lungo tempo dipendenti dal supporto militare americano, i paesi dell’Unione Europea si trovano ora ad affrontare l’urgente necessità di assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa, dopo che la nuova amministrazione statunitense ha optato per un chiaro cambiamento strategico nella politica di difesa. Questo cambiamento sta spingendo i paesi dell’UE ad ampliare significativamente i propri bilanci militari.
Nei primi mesi del 2025, alcune delle principali nazioni europee e la Commissione Europea hanno annunciato ampi programmi di spesa per la difesa, che ammontano a centinaia di miliardi di dollari, con l’obiettivo di rafforzare le capacità militari entro il 2030. I Paesi che hanno speso oltre 326miliardi di euro per la difesa nel 2024, sono ora proiettati ad aumentare le spese di altri 100miliardi di euro entro il 2027.
Ma non è solo l’Europa: “prevediamo che le spese globali per la difesa continueranno ad aumentare, con un focus particolare sulle tecnologie avanzate di difesa nei prossimi cinque anni”, spiega Ido Caspi, Private Market Analyst di Global X. In una simile prospettiva, il Global X Defence Tech UCITS ETF (ARMR) potrebbe offrire agli investitori una strategia ben bilanciata per capitalizzare su queste tendenze in rafforzamento.
Una nuova era dei conflitti spinge la spesa militare globale
Secondo il Council on Foreign Relations, nel mondo ci sono quasi 30 conflitti in corso – considerando solo I principali – rendendo il panorama globale profondamente volatile. In questo contesto, la posizione “America First” della nuova amministrazione statunitense, unita alle trattative dirette con la Russia sulla guerra in Ucraina, sta costringendo l’Europa a rivedere la propria strategia di difesa. Molti paesi europei stanno ora riconoscendo decenni di sotto-investimenti nella difesa, con alcuni che si sono già impegnati ad aumentare la spesa.
Nel frattempo, la nuova amministrazione Trump sta perseguendo una strategia di difesa audace a livello nazionale, mirando a ridurre gli sprechi mentre modernizza le proprie capacità militari con l’intelligenza artificiale, armi autonome, droni e robotica. Per accelerare gli sforzi di modernizzazione della difesa saranno quindi necessari ingenti investimenti anche nel settore delle nuove tecnologie.
Che si tratti dell’Europa, degli Stati Uniti o di altre potenze globali, il trend del riarmo assume ormai proporzioni globali. Il mondo sembra infatti avviato verso una nuova fase di militarizzazione dove la tecnologia avrà un ruolo da protagonista.
Rearm Europe: al via un nuovo trend di crescita secolare
Senza dubbio i messaggi sulla difesa della nuova amministrazione statunitense hanno avuto un impatto non indifferente sul piano di riarmo europeo, ma non è l’unica ragione. L’Europa stava infatti già attraversando una fase storica di riarmo, con i bilanci per la difesa in espansione a un ritmo non visto dai tempi della Guerra Fredda. Ad esempio, sottolinea l’esperto, “i bilanci militari europei sono cresciuti del 10% nel 2023, raggiungendo i 279miliardi di euro, segnando il nono anno consecutivo di crescita”.
L’impegno è chiaro anche guardando ai membri europeo della Nato: tra il 2022 e il 2024 questi Paesi hanno aggiunto 100miliardi di dollari di nuove spese per la difesa, con numerosi paesi impegnati ad aumentare la spesa su base pluriennale. Entro la fine del 2025, si prevede che almeno 20 membri della Nato raggiungeranno o supereranno l’obiettivo di spesa per la difesa pari al 2% del Pil, contro solo 9 membri nel 2021.
Germania, Francia e Polonia sono i principali protagonisti di questa impennata della spesa, con il bilancio militare della Germania che crescerà del 25%, arrivando a circa 86miliardi di euro nel 2024, rendendola il terzo maggiore spenditore mondiale di difesa, dopo Stati Uniti e Cina.
Nonostante l’urgenza, i Paesi europei sono ancora indietro rispetto ad altre potenze militari. Gli impegni di spesa per la difesa nella regione stanno crescendo, ma restano ben al di sotto delle nuove ambizioni fissate dalla leadership della Nato e dai principali alleati, il che significa che potrebbero esserci ulteriori aumenti di spesa in futuro. E anzi, le recenti iniziative di spesa segnalano un movimento in questa direzione.
EU Defence Spending as a Percentage of GDP Lags Major Military Spending Nations

Sources: Stockholm International Peace Research Institute via World Bank Group. Military expenditure (as a % of GDP). Accessed on Feb 18, 2025. Note: Data as of 2023
Nuove iniziative per la difesa in Europa: ecco da dove si parte
In tutta Europa si è tornati a parlare di piani per il riarmo, ancora con più forza dopo l’elezione di Donald Trump e del suo chiaro disinteresse nei confronti della situzione in Ucraina. Durante il vertice d’emergenza che si è tenuto a Parigi, succeduto poi da un vertice dei ‘volenterosi’, i leader europei si sono riuniti impegnandosi a sbloccare miliardi di euro per la difesa a supporto dell’Ucraina. Con il Primo Ministro polacco Donald Tusk che ha sottolineato che la spesa per la difesa non sarà più trattata come una spesa eccessiva.
Nel frattempo, l’Unione Europea ha svelato un’iniziativa per la difesa da 800miliardi di euro, denominata “Rearm Europe”, per rafforzare le sue capacità militari. Il piano include 150miliardi di euro in prestiti per gli Stati membri e mira a sbloccare investimenti privati nelle tecnologie di difesa. Ciò segue le dichiarazioni del segretario generale della Nato, Mark Rutte, secondo cui l’obiettivo di spesa dell’alleanza sarebbe significativamente superiore al 3% del PIL, rispetto all’attuale obiettivo del 2%. Al centro della crescita della spesa per la difesa in Europa rimangono l’acquisto e lo sviluppo di nuovi equipaggiamenti. Secondo le stime, nel 2024 il bilancio destinato all’acquisto di nuovi equipaggiamenti ha superato i 90miliardi di euro, con un aumento di quasi il 50% rispetto al 2023 e quasi il 27% del bilancio totale. Allo stesso modo, la spesa in ricerca e sviluppo è aumentata del 18% nel 2024, raggiungendo i 13miliardi di euro. Si prevede che questa espansione continui nei prossimi anni, segnalando un ampio sforzo per modernizzare le capacità di difesa.
Ma anche i singoli Paesi stanno iniziando a muoversi in questa direzione. Nel Regno Unito, per esempio, il primo Ministro Keir Starmer ha annunciato il più grande aumento della spesa per la difesa dai tempi della Guerra Fredda, con l’obiettivo di raggiungere il 2,5% del Pil, lanciando una nuova unità di difesa per supervisionare 20miliardi di sterline di spesa militare. Nel frattempo, la Germania è pronta a estendere la spesa militare, superando le rigide regole fiscali, creando un fondo fuori bilancio di 500miliardi di euro per finanziare la spesa in infrastrutture, ponendo le basi per un forte aumento del bilancio della difesa del paese.
EU Member States Defence Expenditures Display Sharp Growth Post 2020

Source: Council of the European Union. (n.d.). EU defence in numbers, accessed on March 7, 2025.
Tra difesa e tech: un mondo ancora da esplorare
“Nonostante le spese record per la difesa, a livello globale il settore resta uno dei meno digitalizzati, con meno dell’1% dei bilanci militari globali destinati a software e capacità digitali”, sottolinea Caspi. Gli Stati Uniti e i loro alleati per primi hanno riconosciuto questo profondo gap che deve essere colmato, spingendo a un’accelerazione verso l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza e la guerra digitale.
Conflitti recenti, come quelli in Ucraina e in Medio Oriente, hanno messo in evidenza i vantaggi critici della tecnologia, in particolare la capacità di prendere decisioni in tempo reale basate sui dati, il che potrebbe portare a un massiccio aggiornamento delle infrastrutture software nel settore della difesa. Oltre alla superiorità operativa, la tecnologia potrebbe anche fornire vantaggi economici sul campo di battaglia, rinforzando l’importanza strategica delle soluzioni tecnologiche per la difesa. La soluzione sarà un investimento costante. Ma quali sono le aziende europee da guardare? Ecco tre aziende che, secondo l’esperto, stanno cercando di guidare questa trasformazione:
- Rheinmetall AG: il più grande produttore di munizioni della Germania ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni, beneficiando dell’aumento della spesa per la difesa in Europa. La società ha recentemente firmato il contratto più grande mai stipulato con le Forze Armate tedesche per la digitalizzazione dei sistemi dei soldati di fanteria. L’accordo, dal valore di fino a 3,1miliardi di euro, durerà fino alla fine del 2030.
- Thales SA: il gigante francese dell’elettronica per la difesa è tra le aziende in forte crescita grazie all’aumento della spesa per la difesa nell’UE. Thales gestisce un’attività di difesa all’avanguardia che rappresenta oltre il 50% dei suoi ricavi e quasi il 60% dei profitti. Recentemente, ha ottenuto un contratto da 250milioni di sterline per le comunicazioni della flotta della Royal Navy e ha ampliato la sua divisione di cybersicurezza con l’acquisizione di Imperva.
- BAE Systems: la principale azienda britannica nel settore della difesa e dell’aerospaziale ha tratto enormi benefici dall’impennata della spesa per la difesa nei paesi dell’UE dall’inizio della guerra Russia-Ucraina, con un’elevata domanda di aerei da combattimento, sottomarini e fregate. L’azienda ha registrato un fatturato record di 28,33miliardi di sterline nel 2024, con un aumento del 14% rispetto al 2023. Ha ricevuto nuovi ordini per un valore di 33,7miliardi di sterline lo scorso anno, mentre l’ammontare complessivo degli ordini già in corso è aumentato di 8miliardi, raggiungendo i 77,8miliardi.
Tecnologie per la difesa: trend momentaneo o di lungo termine?
Con l’aumento dell’incertezza geopolitica globale, la spesa per la difesa potrebbe essere destinata a una crescita secolare in questo decennio. Il riallineamento delle priorità strategiche degli Stati Uniti potrebbe spingere l’Europa verso una maggiore autosufficienza militare, incentivando l’aumento degli acquisti. Le aziende lungo la catena del valore della tecnologia della difesa – inclusi software, componenti, hardware, droni, autonomia e sensori – sono potenzialmente posizionate per una crescita sostenuta. “Per gli investitori che cercano di capitalizzare su questa trasformazione generazionale dell’ordine globale della difesa, un approccio globale diversificato con un forte focus sulla tecnologia della difesa potrebbe essere la chiave”, conclude Caspi.