Tutte le reti hanno aumentato il proprio patrimonio gestito nell’ultimo quinquennio, ma il quadro è stato positivo soprattutto per Fineco e Fideuram, le cui quote di mercato sul settore si sono decisamente ampliate
Lo ha messo in evidenza una nuova ricerca di Excellence consulting, intitolata “Banche reti/ Oltre Mifid II e pandemia, come crescono le big six”
Dal 2016 al 2021 le “big six” (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz Bank e Azimut) hanno complessivamente osservato una piccola riduzione della quota di mercato sul totale del patrimonio gestito dalle reti, dall’92 all’89%. In assoluto, tutte le reti hanno aumentato il proprio patrimonio gestito nell’ultimo quinquennio, ma a festeggiare davvero sono soprattutto Fineco e Fideuram, le cui quote di mercato sul settore si sono decisamente ampliate. Lo ha messo in evidenza una nuova ricerca di Excellence consulting, intitolata “Banche reti/ Oltre Mifid II e pandemia, come crescono le big six”.
Fra le reti maggiori, solo Fineco ha osservato un incremento della quota di mercato sul patrimonio complessivo del settore, passando dal 10,9 al 12% (ossia da 51,4 a 94,6 miliardi). Per le altre reti, invece, si sono osservate varie limature.
Se si considera, invece, la quota sulla raccolta totale delle reti il bilancio è stato particolarmente negativo per Azimut, passata dal 9,6% del 2016 al 4,9% del 2021. Male anche Banca Generali, passata da una quota della raccolta del 17,2% a 13,4% e Mediolanum, da 17,1% a 13,7%.
Fineco, invece, grazie a una quota in aumento dal 13,2% al 17,2% ha scavalcato sia Banca Generali sia Mediolanum conquistando il secondo gradino del podio dietro a Fideuram in termini di raccolta. Ed è proprio Fideuram l’altra rete ad aver accresciuto la propria fetta nella torta della raccolta, con un incremento dal 23,8% al 28,1%.
Un altro motivo di soddisfazione per Fineco deriva dall’indicatore di Excellence sulla produttività, ricavata rapportando la raccolta al numero dei consulenti finanziari della rete. La rete di Fineco, grazie a un incremento composto del 16% annuo si spartisce il gradino più alto del podio della produttività con Banca Generali: per ogni consulente le due società raccolgono rispettivamente 3,537 e 3,555 milioni di euro. Anche per questo indicatore il risultato peggiore, nel quinquennio, è stato quello di Azimut, la cui produttività è scesa del 5% annuo da 1,9 a 1,5 milioni raccolti per ciascun consulente.
Fideuram è saldamente in testa, invece, sul fronte della raccolta netta in termini assoluti, con oltre 16 miliardi raccolti, davanti ai 9,8 di Fineco e ai 7,8 di Mediolanum. Un aspetto peculiare del modello Fineco, rispetto a quello delle reti concorrenti, consiste nella più ridotta percentuale relativa al risparmio gestito sul totale del patrimonio amministrato: è il 56% contro l’89% di Azumut, l’86% di Allianz Bank o il 73% di Mediolanum.
“Le banche reti riescono a superare gli ostacoli di Mifid II, la direttiva che ha imposto costi di riorganizzazione e compliance significativi, e la pandemia, che ha avuto e continua ad avere conseguenze negative sulla finanza e il risparmio”, ha affermato Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting, “infatti, dal 2016 al 2021 le prime sei reti raddoppiano quasi la raccolta e confermano la tendenza alla concentrazione, con l’89% del totale del patrimonio delle reti”.
Questa condizione, ha proseguito Primanni, “sembra irreversibile anche a seguito del risiko delle banche italiane e del destino delle loro banche reti, pensiamo solo a IW Bank finita nell’orbita di Fideuram a seguito delle acquisizioni di UBI da parte di Intesa Sanpaolo. Il nostro studio dimostra anche che, oltre alla crescita della quota di mercato, le principali banche reti hanno anche un’opportunità importante di creazione di valore che deriverebbe dall’aumento della componente gestita nei portafogli amministrati dei clienti”.