Dallo scoppio della guerra ucraina, è sorta l’emergenza gas
per l’Europa. Le maggiori difficoltà sono per Germania e Italia in particolare,
completamente dipendenti dal gas russo, il cui export è stato interrotto il 29
agosto scorso. L’Italia importava dalla Russia il 40% del proprio fabbisogno:
il governo uscente ha elaborato una strategia per potenziare l’import dal Mediterraneo
e attivare exploitation locali, ma queste strategie richiedono tempo. E al
momento l’unica soluzione è risparmiare – volontariamente – per consentire al Paese
di non restare senza “riscaldamento” nel marzo 2023.
Ovviamente questa situazione ha riportato in auge il tema
della sovranità energetica: e il nostro Paese in questo è da almeno un
ventennio carente. Non si è fatto nulla pur nell’assoluta consapevolezza che
fosse necessario.
Lo shortage di gas russo spingerà le rinnovabili?
Ora che il tema è di moda è probabile che si spingerà sulla ricerca di fonti energetiche alternative e gli investimenti – in Italia come in Europa, come nel resto del mondo – saranno importanti. E già prima della guerra il trend che spingeva verso le fonti rinnovabili era potente. Le fonti rinnovabili hanno d’altronde la capacità di fornire l’energia di cui abbiamo bisogno per le nostre attività quotidiane, residenziali ma anche produttive, senza compromettere il futuro dell’ambiente. Anzi contribuendo alla decarbonizzazione, trend dominante dall’Ue agli Usa e più di recente anche in Cina.
Così solo per potenziare l’energia solare, Bloomberg stima investimenti di 4,2 trilioni di dollari al 2050. Per quella data i combustibili fossili copriranno solo il 24% della produzione di energia (dal 62% attuale). Mentre già nel 2040, secondo la Iea, il solare dovrebbe essere la più grande fonte elettrica globale con oltre il 35% in più di capacità rispetto al gas naturale.
Gli Etf specializzati sull’energia alternativa
Un modo efficace per approfittare di questo trend è puntare sugli Etf specializzati nell’energia alternativa. Il primo della classe di questa categoria è l’Eft di Ishares Global Clean Energy, che negli ultimi tre anni ha reso il 24% circa all’anno (nonostante nell’ultimo anno abbia registrato un calo del 5% circa). L’indice di riferimento è l’S&P Global Clean Energy Index, attraverso cui investe in società operanti nella produzione di energia pulita o nella fornitura di apparecchiature e tecnologie per l’energia pulita sia nei mercati sviluppati che nei mercati emergenti.
Invesco è presente nella classifica con il fondo Solar Energy che replica l’indice Mac Global Solar Energy: da inizio anno è in positivo per il 2,5%. Nel mese di settembre la casa di gestione Usa ha ampliato la gamma con altri due fondi: Invesco Wind Energy Ecits Etf e Invesco Hydrogen Economy Ucits Etf. “Quest’anno quasi metà degli investimenti in Etf europei si è rivolta a prodotti della categoria ESG, e di questi il 40% ha scelto fondi con obiettivi climatici o con esposizioni tematiche, come l’energia pulita – rileva Franco Rossetti, Head of ETF di Invesco Italia – Un tema relativamente nuovo e sconosciuto ai più può offrire un ampio potenziale di crescita, ma richiede competenza per selezionare le aziende con esposizioni significative a quel tema. Ciò vale per le strategie sia attive che passive”.
Il solare e le altre fonti
Gli Etf di Invesco replicano i relativi indici WilderHill: il Wind Energy, composto da società internazionali specializzate nel perfezionamento delle turbine e delle pale eoliche, nella fornitura di materiali, nella modernizzazione della rete nonché nella promozione dell’energia eolica e nel ricorso più intenso a questa risorsa. E il WilderHill Hydrogen Economy Index, composto da società operanti nel perfezionamento delle attività nel settore dell’idrogeno, dalla generazione allo stoccaggio e alla conversione e dall’utilizzo nei trasporti all’innovazione e alla promozione delle pile a combustibile, privilegiando l’esposizione all’idrogeno verde.
Tra gli Etf che puntano sulle energie rinnovabili, segnaliamo infine il Solar Energy di Hanetf, il primo in Europa a portare esposizione pura al settore energetico solare globale: lo fa replicando l’indice Eqm Global Solar Energy Index (SOLARNTR), focalizzato sulle società che traggono entrate significative dalle operazioni commerciali legate all’energia solare, inclusa la produzione di fotovoltaico, celle solari e sistemi; produttori di energia solare, apparecchiature e componenti; fornitori di installazione, sviluppo e finanziamento di sistemi di energia solare; e/o produzione di sistemi di ricarica e accumulo di energia derivante dal solare.