I progressi dell’ “Internet of things” sono diventati il centro del cambiamento immediato
In un attimo abbiamo abbracciato il caos, poi la confusione, per poi arrivare a cercare di capire in che mondo stavamo precipitando e quali fossero le nuove regole
Ed è proprio prendendo spunto da una frase del libro che voglio fare qualche riflessioni in merito al futuro della professione del consulente finanziario.
Lewis Carrol impiega tre pagine per descrivere ciò che prova Alice mentre cade nella tana del Bianconiglio. Spesso mi sono domandata cosa stesse provando Alice quando: “Going down rabbit holes”.
Ho sempre pensato che non provava la sensazione di cadere, ma vedeva intorno a lei una realtà che si trasformava, anche il tempo rallentava, tutto diventava diverso e nello stesso tempo tutto continuava ad essere uguale.
Penso che ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, in questo momento, sia molto simile a ciò che provava Alice durante la sua caduta.
In un attimo abbiamo abbracciato il caos, poi la confusione, per poi arrivare a cercare di capire in che mondo stavamo precipitando e quali fossero le nuove regole.
In un attimo, tutte le attività che prima richiedevano carta e burocrazia, si sono digitalizzate in tempi fotonici, gli incontri con i nostri clienti si sono trasformati in incontri virtuali, gli aggiornamenti si sono trasformati in webinar, gli scambi di pensieri tra colleghi sono diventati conference call.
I progressi dell’ “Internet of things” sono diventati il centro del cambiamento immediato, un cambiamento che ci ha portato ad una “collaborazione sinergica”: sinergica con le nostre aziende, con i nostri colleghi, con i nostri clienti, con le istituzioni.
Alice quando atterra dalla tana del Bianconiglio è disorientata, allarmata, cerca di capire dove si trova. Ecco mi sento un pò come lei e mi continuo a domandare: quanto queste nuove tecnologie della comunicazione modificheranno il nostro lavoro? Quanto cambierà il nostro modo di essere? Come ci prepareremo noi al futuro?
Se mi dimentico per un attimo di queste domande, e leggo il rapporto annuale “Future of Jobs Report 2018” del World Economic Forum, trovo quali saranno secondo loro le competenze fondamentali per avere successo nel futuro.
Il risultato del sondaggio ha rivelato le 10 abilità comportamentali che il futuro professionista dovrebbe avere o sviluppare entro il 2020, ne ho prese due, una già in classifica e una new entry:
- La creatività , già presente nella top 10, sale di posizione e diventerà una delle tre principali competenze di cui i professionisti avranno bisogno;
- L’intelligenza emotiva, che oggi non è presente nella top 10, diventa una delle migliori abilità necessarie a tutti.
A tal proposito l’ Harvard Business Review ha premiato l’articolo di Daniel Goleman “The Focused Leader” con l’HBR McKinsey Award come miglior articolo dell’anno 2013.
Goleman definisce la EQ come “la capacità di riconoscere le proprie emozioni, quelle degli altri, gestire le proprie, e interagire in modo costruttivo con gli altri”.
Se ritorno alle mie domande e cerco di immaginare come cambierà la nostra professione e cosa posso fare per essere parte attiva di questa rivoluzione, sicuramente dico che la parola d’ordine sarà innovazione, e sono sicura che riusciremo anche a viverla più serenamente di prima essendoci allenati per forza maggiore e per volontà.
Sicuramente le nostre agende avranno meno spostamenti fisici e più spostamenti virtuali, sicuramente i rapporti con le nostre aziende saranno diversi, ma i rapporti con i clienti?
Trasformeremo i nostri incontri con i clienti da fisici a virtuali?
Sono convinta che in questo nuovo paradigma, il successo professionale dipenderà da quanto riusciremo a mantenere in equilibrio il passato con il futuro.
Penso che il consulente finanziario di successo sarà il professionista che riuscirà a utilizzare i sistemi di innovazione per efficientare burocrazia, rapporti con la società mandante e che contemporaneamente riuscirà a non cadere in tentazione e continuare a portare avanti gli incontri con il cliente, non in forma virtuale ma in forma “reale”.
Scelgo la parola “reale”, perchè il ruolo del consulente finanziario non è solo quello di creare tecnicamente un portafoglio efficiente ma è soprattutto quello di aiutare il cliente a “conoscersi” finanziariamente, di comprendere quali obiettivi e i legami di questi obiettivi con ansie e opportunità, ansie che a volte il cliente sente ma che non riesce a identificare bene. Il consulente finanziario deve secondo me riuscire a trasformarsi in uno specchio per il cliente.
Per riuscire a fare al meglio il mio mestiere, ho bisogno di vedere il colore del viso del mio cliente quando parlo di oscillazione di capitale, ho bisogno di vedere se sgrana gli occhi, ho bisogno di sentire la sua voce e sentire la sua stretta di mano, e attraverso il monitor di un computer non posso farlo e il monitor del mio computer non si trasforma in uno specchio.
Sono convinta che dovremo essere coraggiosi, non cadere nella trappola del virtuale e continuare a sviluppare abilità essenzialmente umane.
Il consulente finanziario del futuro per me sarà il professionista virtuoso che riuscirà a coniugare: creatività, intelligenza emotiva, il passato con una visione proiettata al futuro.