Let’s Get Digital! Nuove frontiere a Palazzo Strozzi

Nicole Valenti
10.6.2022
Tempo di lettura: 4'
Il metaverso sostituirà il mondo reale? Gli esperti di nft investono in nft? Intervista ad Arturo Galansino, direttore del museo che per primo fra gli istituzionali ha inaugurato una mostra di criptoarte

Recentemente ho avuto il piacere di intervistare Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi, che ha da poco inaugurato una delle prime mostre italiane che presentano una vasta selezione di opere di criptoarte. Per una istituzione “normale” è la prima volta: si tratta di un’azione coraggiosa e di grande importanza divulgativa.

Nft, metaverso, criptoarte, sono attualmente gli argomenti più dibattuti. Non c’è cena o aperitivo in cui a un certo punto questo tema non si affacci, accendendo gli animi. Le opinioni non si sprecano, molti sono gli scettici, quelli che con tono sprezzante affermano “Se andiamo avanti così in futuro vivremo tutti in un loculo, interagendo con il mondo esterno dal divano di casa! Rimarremo tutto il giorno connessi a una realtà virtuale che andrà a sostituire la vita reale!”.

Nell’ambito del collezionismo e degli investimenti monetari invece sembra che l’opinione in proposito sia ben diversa, questo mercato emergente appare infatti per gli investitori molto accattivante e si nota già una chiara crescita.


Beeple, foto Ela Bialkowska, Okno Studio

È evidente come il settore del collezionismo di arte contemporanea e collectible design si stia avvicinando ed interessando largamente a questo settore che presenta diversi vantaggi come ad esempio quello di non dover stoccare un’opera fisica che oltre a richiedere spazio è anche soggetta all’usura dello scorrere del tempo.

Il metaverso andrà dunque a sostituire il mondo reale? Questa è la domanda che molti si pongono. Credo che Arturo Galansino abbia risposto con i fatti a questo quesito mettendo in scena un’azione forte e “rivoluzionaria”, poco dopo aver inaugurato la mostra “Donatello, il rinascimento” che ricostruisce lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti, affiancato da altri grandi artisti come Masaccio, Raffaello e Michelangelo, Galansino ha infatti aperto al pubblico l’esposizione “Let’s Get Digital!” Affiancando così la più classica tradizione artistica all’innovazione futuristica con grandi nomi della criptoarte come Refik Anadol e Beeple.

Beeple, foto Ela Bialkowska, Okno Studio 

Questo dimostra senza ombra di dubbio che le due realtà possono convivere fra loro e anzi possono addirittura comunicare vicendevolmente. Non ci aspetta dunque un futuro dove le leggi della robotica verranno infrante e il mondo sarà controllato da androidi, bensì si apre un’era dove l’uomo utilizzerà il mezzo digitale per dare vita a nuovi linguaggi e a opere straordinarie che nella realtà fisica non potrebbero mai essere realizzate. Non vi resta che fare un giro a Palazzo Strozzi e godervi a pieno un viaggio fra passato e futuro! Di seguito l’intervista al direttore Arturo Galansino che ci racconta il suo pensiero sull’argomento.

Da dove nasce l’idea di fare una mostra dedicata al digitale? Se non sbaglio si tratta di una delle prime mostre in Italia a presentare questo genere di opere.

«Let’s Get Digital! rappresenta una delle prime e più importanti mostre dedicate alla rivoluzione nft, la prima mai realizzata in un’istituzione “tradizionale”, ovvero fino ad ora dedicata all’arte “fisica”. Il progetto è nato in modo molto rapido, in collaborazione con Serena Tabacchi che cura con me questa mostra, e si inserisce nel programma Palazzo Strozzi Future Art, lanciato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati: una linea di progetti che ha l’obiettivo di puntare su innovazione e contemporaneità con una dinamicità e una reattività molto forti nella relazione con il presente. L’installazione “La Ferita” di JR dell’anno scorso è stato il primo capitolo di questo percorso, un’opera che diventata un manifesto globale, che ha incarnato un momento storico». 

«La selezione degli artisti che abbiamo fatto con Serena Tabacchi (co-curatrice della mostra, ndr) è partita da alcuni nomi che ormai possiamo definire mainstream della Criptoarte come: Refik Anadol, celebre per la sua capacità di coinvolgimento del pubblico tramite le sue monumentali installazioni che uniscono sensorialità e ricerca scientifica, o Beeple, una vera e propria star del sistema dell’arte, il terzo artista vivente più pagato di sempre dopo Jeff Koons e David Hockney. In parallelo la mostra presenta opere di artisti come il collettivo Anyma o Andrés Reisinger che sperimentano nella collaborazione con tematiche e mondi creativi diversi, come la musica e la poesia. Oppure artisti che ci permettono di riflettere in modo interdisciplinare con l’architettura e la scultura nel rapporto con la dimensione digitale come Daniel Arsham o Krista Kim, una tra le poche donne ad essersi riuscita ad affermarsi in questo mondo».

Andreas Reisinger, foto Ela Bialkowska, Okno Studio 


Cosa pensi della criptoarte e del fenomeno degli nft?

«Il fenomeno degli nft è estremamente nuovo e ancora non ha espresso totalmente il suo potenziale. Oggi è importante spiegare di cosa si tratta. Con Let’s Get Digital! vogliamo riaffermare il ruolo di Palazzo Strozzi come piattaforma di sperimentazione, un luogo in cui poter confrontarsi con le ultime tendenze artistiche e culturali. La nostra intenzione è affrontare un tema così attuale e non ancora storicizzato per farlo conoscere ai nostri pubblici con spirito didattico e educativo».

«Negli ultimi anni abbiamo lavorato proprio per allargare sempre di più la nostra capacità di engagement, cercando con ogni mostra di parlare a tutti. Così come cerchiamo di avvicinare giovani e giovanissimi all’arte antica, con questo progetto cerchiamo di avvicinare anche chi non è esperto di digitale, a un’arte che sembra apparentemente lontana. In mostra si può vedere proprio la varietà di linguaggio dell’arte digitale, che non può essere relegata agli schermi dei nostri smartphone ma anzi può assumere una dimensione monumentale è installativa. Oggi vediamo come molti collezionisti “tradizionali” sentano l’esigenza di diversificare e ampliare i loro gusti e si stiano affacciando anche al mercato delle opere nft e mi auguro che viceversa i nuovi collezionisti della criptoarte si possano sempre più avvicinare al mondo più tradizionale dell’arte».

Credi che sempre più i capitali e i collezionisti investiranno in questa direzione?

«Non sono un esperto del mercato dell’arte, quindi non posso fornire indicazioni attendibili in merito, ma sicuramente anche i player più tradizionali del mercato se ne sono già accorti, tanto che le più importanti case d’aste e gallerie del mondo si sono rapidamente adattate alla nuova arte digitale, rendendo questi processi parte dei meccanismi abituali di vendita».


Daniel Arsham, foto Ela Bialkowska, Okno Studio  

Che mondo ci si apre con questa nuova tecnologia? Credi che il metaverso andrà a sostituire il mondo reale o le due realtà convivranno serenamente e quindi il metaverso andrà ad aggiungere un qualcosa di nuovo?
«Non penso che il metaverso sostituirà totalmente il mondo fisico, ma ne rappresenterà un’estensione, così come non penso che nft e opere tradizionali siano da considerarsi in opposizione o in competizione, bensì come complementari. Gli nft sono un nuovo prodotto, non un’alternativa, qualcosa che va a sostituire altro. 

Investiresti in nft? Compreresti una casa nel metaverso?

«Forse un domani... Ce l’abbiamo già in mostra! La casa di Krista Kim, costruita in uno stile futuristico all’interno di un paesaggio extraterrestre, è espressione di un mondo utopico ma allo stesso tempo diviene un luogo rassicurante e riflessivo, un nido in cui potersi rifugiare e riporre la nostra futura speranza di vita. Nonostante le recenti oscillazioni, l’attenzione sugli nft non è scemata. Sicuramente ci saranno molti altri sali e scendi nelle montagne russe del mercato, ma pare chiaro che nft e criptovalute stanno diventando sempre più parte della nostra vita e in molti ne intuiscono le potenzialità. Possono considerarsi il primo segnale della realizzazione di un futuro virtuale anche per il mercato dell’arte. Sarà interessante osservarne l'evoluzione nel tempo».

Anyma, foto Ela Bialkowska, Okno Studio  

Quella dell’nft è una realtà molto giovane nonostante questo noti già una crescita nel valore di questo tipo di opere d’arte?
«Sicuramente si tratta di un mercato in grande espansione, che ha avuto una forte accelerazione nel periodo della pandemia e nella conseguente rincorsa al digitale e tutto il mondo ha iniziato a sentir parlare di blockchain, nft e Digital Art quando Christie’s, l’anno scorso, ha battuto all’asta la celeberrima opera di Beeple, Everyday: The First 5000 Days, per 69,3 milioni di dollari (attualmente l’opera più costosa è di Pak, The Merger, ndr). Va detto però che la maggior parte delle opere nft hanno ancora valori piuttosto accessibili e che potranno salire nel tempo».


Krista Kim, foto Ela Bialkowska, Okno Studio 

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Nicole Valenti è una designer. Altoatesina, si laurea in decorazione con specializzazione in design e arti multimediali all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove vive. Contestualmente, si diploma in grafica alla scuola Internazionale di Comics della stessa città. Subito dopo la laurea, insegna nella sua accademia per la cattedra di decorazione. Nel 2018 fonda lo studio NIVA design, fra le cui eccellenze produttive figura la maniglia, reinterpretata traendo ispirazione da un immaginario vivido, non estraneo al mondo onirico. Attualmente Nicole collabora tramite il suo studio con artisti e designer internazionali come pure con gallerie di collectible design, sempre sperimentando e ricercando nuove modalità espressive.

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