Un team di archeologi, durante uno scavo nell’antico sito di Sanxingdui, ha scoperto 13 mila reperti vicino alla città di Chengdu in Cina. Le reliquie risalgono alla dinastia Shang (1600 a.C.-1046 a.C.) e sono legate alle pratiche sacrificali dell’epoca. Le scoperte nell’antico sito sono così notevoli che l’UNESCO lo ha inserito in una “lista provvisoria” per diventare uno dei suoi siti patrimonio dell’umanità.
Gli oggetti, riportati alla luce tra il 2020 e il 2022, sono stati rinvenuti in una serie di otto piccole fosse circolari circondate da trincee, oltre ad alcune fosse sacrificali più piccole. Queste fosse contenevano 13.000 reliquie, di cui circa 3.155 relativamente intatte.
A lasciare gli archeologi perplessi in particolare è stata una scatola di bronzo a forma di guscio di tartaruga.“Non sarebbe esagerato dire che questo vaso è unico nel suo genere, data la sua forma distintiva, l’ottima fattura e il design ingegnoso”, ha dichiarato a Xinhua Li Haichao, professore dell’Università di Sichuan. “Anche se non sappiamo a cosa servisse questo recipiente, possiamo supporre che gli antichi ne facessero tesoro”.
In una delle fosse è stato trovato anche un altare di bronzo di un metro e mezzo, che si pensa fosse un altare sacrificale. “Le sculture sono molto complesse e fantasiose, riflettono il mondo fatato immaginato dalla gente di quel tempo e dimostrano la diversità e la ricchezza della civiltà cinese”, ha dichiarato Zhao Hao, professore associato dell’Università di Pechino.
Le rovine di Sanxingdui sono state scoperte negli anni ’20 e sono conosciute come uno dei più grandi ritrovamenti archeologici del XX secolo, risalendo fino a 4.500 anni fa.