Ceramiche d’arte, un ponte tra artigianato e industria
Come rendere speciale una casa al mare attraverso l’arte?
Ovviamente dipende in primo luogo dalle caratteristiche delle case e dalla loro posizione geografica; ne esistono di diverse tipologie: dalle vecchie dimore dei contadini o dei pescatori ristrutturate, alle ville di nuova costruzione, fino agli appartamenti.
Qualsiasi siano le peculiarità dell’edificio, la sua identità si definisce nel rapporto instaurato con la storia e la cultura del luogo, con il paesaggio naturale e architettonico che lo circonda.
La casa al mare si caratterizza inoltre per la forte relazione tra esterno e interno che, se collegati, renderanno lo spazio particolarmente accogliente e suggestivo: pensiamo ad esempio alla grande finestra sui Faraglioni nella Villa Malaparte a Capri che, pur essendo un caso eccezionale e irripetibile, indica la via della bellezza.
Interno della Villa Malaparte a Capri, con grande finestra sui Faraglioni. Progettata dall’architetto Adalberto Libera nel 1937. Foto Andrea Jemolo
Oltre al rapporto con la natura e la cultura dei luoghi, l’arte può essere un elemento fondamentale per imprimere unicità e personalità agli ambienti della casa, a partire dai giardini fino all’interior.
Ma prima di scegliere quali opere acquistare e come arredare gli interni sono necessarie alcune premesse: le case al mare possono rimanere disabitate per lunghi periodi dell’anno, divenendo oggetto di facili furti, o essere danneggiate da umidità e salmastro, agenti particolarmente pericolosi per le opere d’arte, in particolare per carte e dipinti.
Per questo motivo approfondiremo il tema delle ceramiche d’arte che, oltre a essere un materiale resistente alle variazioni di temperatura e facilmente lavabile, non sempre è asportabile ed è in grado di connotare gli ambienti con colori e suggestioni particolarmente vivaci. Infine, in considerazione della ricchezza dell’artigianato e dell’industria italiana in questo campo, possiamo trovare moltissime soluzioni originali e appropriate.
Ceramiche d’arte: l’artigianato locale
Molte sono le località italiane celebri per la lavorazione della ceramica. La siciliana Caltagirone, tra i borghi più belli d’Italia, vanta una delle produzioni di ceramica più antiche della penisola: con origini neolitiche, mutua però la sua tecnica essenziale -l’invetriatura- grazie all’apporto della dominazione araba. Le celebri teste di Moro, le pigne e i fischietti sono oggetti che si prestano anche al connubio con un interior design moderno, senza rinunciare alla tradizione locale.
Dalla campana Vietri provengono piastrelle più tenui, che decorano sovente stradine e vicoletti, mentre da Cava dei Tirreni derivano oggetti dai motivi decorativi geometrici e floreali, con peculiari effetti cromatici.
In Sardegna a Oristano, troviamo produzioni tipiche gialle e verdi, dalla brocca pintada, alla ricca brocca della Sposa, ai propiziatori Su Cavalluccio; mentre di Assemini, stoviglie per il quotidiano a motivi naturalistici che si ispirano alla Spagna seicentesca. Inoltre, non possiamo dimenticare grandi centri di produzione come Faenza, Bassano e Deruta.
Le ceramiche di Caltagirone
Le ceramiche di Vietri
Ceramiche d’autore
La ceramica è una delle arti più antiche, con cui si sono misurati molti grandi artisti, sia nel passato che nella contemporaneità; la parola “ceramica” deriva dal termine greco kéramos che significa “creta” o “argilla” e conserva radici sanscrite, legate al verbo “bruciare” in riferimento alla cottura a cui sono sottoposti i manufatti, che in antichità avveniva mettendo l’oggetto a diretto contatto con il fuoco.
Nel Novecento diversi artisti hanno seguito la tradizione locale per creare oggetti unici: pensiamo ad esempio ad Albisola, che diviene centro di riferimento di numerosi maestri, dai futuristi, a Lucio Fontana, fino ai designer d’oggi come Alessandro Mendini. Tra questi Arturo Martini, utilizzando il medium della ceramica fin dagli inizi della sua produzione, per la fornace dei Fontabasso e dei Gregorj aveva ideato piccole sculture intese non tanto come oggettistica, ma come equivalenti di sculture di grande formato. Per conto poi della fornace La Fenice di Albisola, di proprietà dell’amico Manlio Trucco, l’artista ideerà invece un ciclo di opere destinate a lasciare un segno indelebile nella produzione di ceramica italiana di piccola serie.
Arturo Martini, “Sposalizio dei principi”, 1926-1927, maiolica dipinta, prodotta nella fornace La Fenice di Albisola
Vaso futurista, 1937, Ceramiche Mazzotti, Albissola
Vi sono poi diversi autori contemporanei che operano con la ceramica: tra i numerosi segnaliamo Pino Deodato, Bertozzi & Casoni, Davide Monaldi e Antonio De Luca.
Antonio De Luca, “Due Sfere”, 2009, ceramica smaltata
Davide Monaldi, “Vaso Metafisico 4”, 2020, ceramica smaltata, 37 x 15 cm
Infine, anche dal punto di vista finanziario, le ceramiche d’arte hanno avuto delle forti rivalutazioni nel mercato secondario, pensiamo ad esempio alla produzione di Leoncillo Leonardi o di Lucio Fontana, che hanno raggiunto delle cifre cospicue anche in aste recenti, mostrando in generale una tendenza ad apprezzare le arti applicate e l’idea di artigianalità d’autore.
Fatte queste premesse, ecco quindi alcune indicazioni e idee di come la ceramica possa essere usata nelle abitazioni marittime: dai mosaici di piastrelle spezzate, alle piastrelle fino alle piatterie.
Ceramiche d’arte: mosaici di piastrelle spezzate
Con un forte impatto sulle facciate esterne di una casa al mare, il mosaico di piastrelle spezzate può diventare un espediente interessante per attribuire una personalità artistica e un’identità peculiare a pareti e facciate. Le creazioni che possono essere sviluppate sono infinite e le dimensioni delle tessere possono essere estremamente variabili.
Perché non trarre ispirazione dalle facciate multicolori ideate da Gaudì, dove secondo la tecnica del riciclo creativo tramite trencadìs, l’unione di frammenti di ceramica e vetri multicolore garantisce effetti cromatici stupefacenti. Oppure, perché non guardare Casa Museo Asger Jorn ad Albisola Marina, dove l’artista danese, trasferitosi nella famosa cittadina per approfondire la lavorazione della ceramica, trasformò gli ambienti esterni e interni in un tripudio di colori: scarti di piastrelle, vetro e conchiglie danno vita a rappresentazioni fantastiche che spaziano dalla mitologia nordica alla tradizione cristiana.
Dettaglio di veduta su Casa Batllò, Gaudì, Barcellona
Ambiente esterno della Casa Museo Asger Jorn, Albisola Marina
Anche la zona del giardino può essere arricchita dall’uso del mosaico di ceramica: ne risulteranno ambienti suggestivi, magici e preziosi, che esaltano il connubio con lo spazio circostante, in grado di rimarcare la natura rilassante e giocosa di una località di mare. Le suggestioni più forti riportano al Giardino dei Tarocchi di Capalbio, ideato dall’artista francese Niki de Saint-Phalle, ma anche al meno conosciuto murale realizzato dall’artista spagnolo César Manrique nell’isola di Lanzarote, dove i colori si mescolano alle piante grasse e alla roccia vulcanica scura dell’isola.
Veduta del murale di César Manrique, 1983, mosaico di piastrelle spezzate, Casa del Volcá, Fondazione César Manrique, Tahíche, Lanzarote
Piastrelle, non solo in bagno e cucina
Le piastrelle, secondo l’uso spagnolo e portoghese, non necessariamente devono essere collocate solo in bagno, in cucina o sul pavimento, ma possono rivestire anche pareti della veranda, del soggiorno o anche della facciata.
Capaci di donare particolarità ed estro, esaltano la storia dei luoghi che abitano, come accade per il pavimento tipico della finca cubana dello scrittore Ernest Hemingway, decorato da un motivo tradizionale, oppure dalle maioliche d’autore dipinte da Alberto Savinio che rivestono uno dei camini all’interno della costruzione razionalista di Villa Malaparte a Capri. Inoltre, per gli amanti del design contemporaneo, si segnalano la produzione di piastrelle dell’artista italiana Elena Salmistraro, designer italiana che da tempo lavora con questo materiale.
Museo Hemingway, Finca Vigia, salotto, L’Avana, Cuba
Uno dei camini di Villa Malaparte, ricoperto dalle maioliche decorate da Alberto Savinio per volere dello scrittore
Lastre in gres porcellanato di Elena Salmistraro per Cedit- Ceramiche d’Italia, gruppo Florim, collezione Chimera, 2020
Ceramiche d’arte: la piatteria
Anche i piatti in ceramica o in porcellana possono essere utilizzati come ornamenti per le pareti, inseriti singolarmente se di particolare pregio e dimensioni, o in gruppo se appartenenti a una stessa “famiglia”. Nel caso di insiemi di piatti disposti su una stessa parete come una quadreria, possiamo parlare di “piatteria”.
Essa può essere composta da servizi di piatti antichi di marca e di particolare pregio, magari ereditati dalla famiglia e di cui si teme la rottura in caso di utilizzo, come i servizi in porcellana del Settecento di Meissen, Limoges, Antonibon di Bassano o Cozzi e Vezzi di Venezia. In alternativa può essere costituita da oggetti di minor valore, ispirati a uno stile antico e realizzati con le tecniche e i motivi ornamentali di un tempo, come i Garofani di Faenza, che vengono ripetuti con successo da tre secoli.
Si possono fare delle composizioni con piatti artigianali non necessariamente appartenenti allo stesso servizio o alla stessa marca o località di produzione: l’Italia è ricchissima di centri di artigianato ceramico, e se a volte ci si imbatte in un gusto troppo vernacolare, frequentemente è possibile trovare dei manufatti di buona qualità artistica che risplendono per i loro smalti colorati.
Le piatterie tradizionali erano organizzate in modo molto regolare, spesso con i piatti di portata al centro e i più piccoli ai lati. Oggi si tende invece a creare delle composizioni molto irregolari, sia nella disposizione che nella forma dei piatti stessi, combinati per colore e grandezza. Si possono trovare infatti insiemi di piatti a tinta unita, accordati per la ricchezza cromatica delle loro nuances, oppure tutti bianchi su un muro colorato. Ci sono veramente molte possibilità originali, in grado di dare alla stanza un senso di allegra presenza, perché tale è la ceramica.
Esempi di decorazioni delle pareti con piatti di ceramiche, decorati con fantasia o tinta unita, di produzione industriale
Oltre all’artigianato locale anche gli artisti del Novecento, da Picasso a Guttuso, hanno prodotto piatti ornamentali, oggi quasi sempre recuperabili attraverso le aste. Ricordiamo ad esempio l’asta di Christie’s del dicembre 2020 (asta online 18334), interamente dedicata alle ceramiche di Picasso.
Pablo Picasso, “Visage noir putoisé (A.R. 49)”, concepito nel 1948 e realizzato in una tiratura di 200 esemplari, piatto in maiolica bianca con ingobbio colorato e smalto. Christie’s, Picasso Ceramics, 23 Nov – Dic 2020, asta online 18334, venduto per 16.250 USD
Pablo Picasso, “Corrida aux personnages (A.R. 104)”, concepito nel 1950 e realizzato in una tiratura di 50 esemplari, piatto in maiolica bianca con ingobbio colorato e smalto. Christie’s, Picasso Ceramics, 23 Nov – Dic 2020, asta online 18334, venduto per 22.000 USD
Anche alcuni artisti contemporanei si cimentano tuttora con opere di grande interesse e originalità. Tra questi, l’installazione “Binomio Fantastico” di Matteo Giuntini, si ispira al sistema associativo casuale tra parole di Gianni Rodari, per inventare storie fantastiche e assurde.
Chiaramente, anche per i designers è stato un campo appassionante di sperimentazione: famosissimi sono i piatti di Fornasetti con il viso di Lina Cavalieri, oppure le produzioni di Enzo Mari.
Matteo Giuntini, “Binomio Fantastico”, terracotta smaltata e forgiata a mano, misure variabili, collezione privata
Si ringrazia per la consulenza sul tema dell’arte ceramica l’architetto Giovanna Franco Repellini.