L’Italia si conferma leader nel settore, con 22 aziende nelle 100 che costituiscono la graduatoria. Di queste, circa due terzi operano nel comparto dell’abbigliamento e calzature
Stando alla classifica di Deloitte, è nel 2019 che per la prima volta le vendite aggregate delle aziende della top 10 sono arrivate al 51,2% del totale. C’è di più. I profitti netti di nove aziende su dieci della top ten rappresentano il 71,7% dei totali delle top 100
Dopo EssilorLuxottica, il gruppo Prada e Giorgio Armani sono i principali player italiani in classifica. Da sole quasi la metà delle vendite di beni di lusso italiani dell’anno
Per quanto riguarda la performance, Moncler è il brand migliore nel corso degli anni: il più veloce a crescere, quello con il terzo net profit margin più alto della top 100
Essilorluxottica resiste fra le regine del lusso
Nella top ten mondiale del lusso c’è un unico tocco tricolore: è EssilorLuxottica SA, al settimo posto. Il gruppo di Leonardo Del Vecchio tiene alta la bandiera italiana in una lista che è solo dei grandi gruppi globali europei e americani. Per il terzo anno consecutivo infatti, Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton SE, Kering SA (Gucci, Saint Laurent…), The Estée Lauder Companies Inc. e Compagnie Financière Richemont SA (Cartier, Montblanc…) occupano i primi quattro posti. Sale di una posizione il gruppo L’Oréal Luxe, mentre Chanel scende al quinto posto in classifica. The Swatch Group perde due posizioni, scendendo al decimo posto. I dati sono di Deloitte Global Powers of Luxury Goods 2020.
A tassi di cambio costanti, il tasso di crescita per i primi 100 attori è stato del 8,5%, con una lieve flessione di 1,1 punti percentuali rispetto al 9,6% del 2018. Stando alla classifica di Deloitte, è nel 2019 che per la prima volta le vendite aggregate delle aziende della top 10 sono pari al 51,2% del totale. C’è di più. I profitti netti di nove aziende su dieci della top ten rappresentano il 71,7% dei totali delle top 100.
Il made in Italy torna a crescere (prima del covid)
L’Italia si conferma leader nel settore, con 22 aziende nelle 100 che costituiscono la graduatoria. Di queste, circa due terzi operano nel comparto dell’abbigliamento e calzature. Il 23% invece appartiene alla categoria borse e accessori. La crescita delle vendite di beni di lusso delle nostre aziende è stata del 4,7% sul 2018.
Dopo EssilorLuxottica, il gruppo Prada e Giorgio Armani sono i principali player italiani in classifica. Da sole quasi la metà delle vendite di beni di lusso italiani dell’anno. Per quanto riguarda la performance, Moncler è il brand migliore nel corso degli anni: il più veloce a crescere, quello con il terzo net profit margin più alto della top 100, al 22,0%, dopo Vivara (azienda brasiliana) ed Hermès. Ermenegildo Zegna ed Euroitalia hanno registrato una crescita delle vendite a doppia cifra. Il 2019 è stato anche l’anno in cui sei dei grandi marchi del lusso italiano sono tornati a registrare una crescita positiva: Giorgio Armani, OTB, Dolce & Gabbana, Ferragamo, Ermenegildo Zegna e Twinset.
Anche nel settore fashion & luxury occorre il consolidamento
Tuttavia, pur essendo le più numerose, le aziende italiane della top 100 realizzano solo il 12,4% dei ricavi totali globali, in quarta posizione dopo Francia (28,3%), Usa (18,3%) e Svizzera (13,2%).
La Francia, con sole nove aziende in classifica, è il paese che ha ottenuto la crescita più forte nelle vendite di prodotti di lusso, pari a 15,7%. Una cifra che è quasi il doppio della crescita dell’intera top 100. In Francia, risiedono Lvmh, Kering e L’Oréal Luxe – tutte nella top 5. Quanto alla profittabilità, vince la Svizzera con il 16,2%. C’è poi la Francia, con il 15%. L’Italia è ultima con il 5,6%. Sempre ricordando che si parla del 2019, si attesta tutti i settori del lusso sono cresciuti, con una minor polarizzazione fra categorie. Anzi, si può parlare di vera e propria convergenza. Nell’anno pre-covid, il tasso di crescita è stato inferiore tra i settori che sono cresciuti di più 2018 e, viceversa, è stato maggiore fra quelli con tassi di crescita più bassi nel 2018. Il settore che mette a segno la crescita più alta è quello della cosmetica (8,5%). Seguono gioielleria e orologi (6,1%), abbigliamento e calzature (5,8%) e il settore borse e degli accessori (4%).