Erwin Wurm, l’arte contemporanea dell’assurdo

Ho avuto il piace di assistere recentemente alla mostra personale dell’artista contemporaneo Erwin Wurm, tenutasi alla Galleria Poggiali di Firenze. La mostra, oltre a comprendere una bellissima selezione dei lavori dell’artista, ha presentato anche l’installazione del “Salsiccia Fat Bus” al centro di piazza Santa Maria Novella, il meraviglioso bus rosa dalle forme morbide e soffici fungeva anche da distributore di street food offrendo al pubblico niente meno che gustosi hot dog. Che dire: l’integrazione (connubio) di questa opera all’interno del classico paesaggio fiorentino può considerarsi davvero riuscita!
Erwin Wurm, la formazione
Erwin Wurm, di origine austriaca, vive e lavora fra Vienna e Limberg. Proveniente da una formazione artistica, si laurea all’Accademia di Belle Arti e alla Scuola di Arti Applicate di Vienna.
Il suo lavoro riflette sul tema della scultura, sul suo intimo significato e questo lo porta a sperimentare sull’argomento. Durante la fine degli anni 80’, l’artista realizza quelle che chiamerà “sculture di un minuto”, delle opere estemporanee, dove i soggetti (lui stesso, modelli o persone del pubblico) vengono chiamate ad interagire con oggetti ed elementi di vario genere come secchi, pennarelli e sedie seguendo precise istruzioni, la nozione del tempo e del qui ed ora, risulta fondamentale in queste opere della durata di un minuto che può risultare eterno e fugace allo stesso tempo. Con questi lavori l’artista mette in discussione la definizione di scultura.
Successivamente, Wurm continua ad indagare questo tema, servendosi di soggetti di utilizzo quotidiano, decontestualizzandoli e giocando con l’assurdo e il paradosso. Questo aspetto possiamo trovarlo nella serie di sculture “Fat Car” dove automobili a grandezza naturale si presentano ai nostri occhi “ingrassate” inspiegabilmente, mostrando sfacciate le loro rotondità.
Poetica
Il linguaggio di Erwin colpisce proprio perché i soggetti da lui utilizzati sono a noi familiari come il cibo, i vestiti e le auto, ma ci sorprende perché essi vengono decontestualizzati e reinterpretati svelandosi sotto una luce completamente nuova.
Domande esistenziali trovano risposta attraverso ad oggetti che ci aiutano ad affrontare la nostra vita di tutti i giorni e che si trasformano in modo inimmaginato, borse a cui sono cresciute lunghissime gambe o elementi architettonici che si vestono con maglioni spostando così il nostro focus e dando un nuovo significato concettuale alla quotidianità.
Opere in collezione ed esposizioni
Le opere di Wurm fanno parte di prestigiose collezioni in tutto il mondo, tra cui il Solomon R. Guggenheim Museum, la collezione Peggy Guggenheim, il Walker Art Center, il Museo Ludwig, il museo d'arte di St. Gallen, il Musée d'art contemporain de Lyon e il Centre Pompidou.
L'artista ha partecipato due volte alla Biennale di Venezia: con l'installazione Narrow House a Palazzo Cavalli-Franchetti nel 2011 e quando ha rappresentato l'Austria nel 2017. Recenti mostre personali in musei si sono tenute al Taipei Fine Arts Museum (2020); Musée Cantini, Marsiglia (2019); K11 MUSEA, Hong Kong (2019); Vancouver Art Gallery (2019); Albertina Museum, Vienna (2018); 21er Haus at the Belvedere, Vienna (2017); Leopold Museum, Vienna (2017); Centro Cultural Banco do Brasil, São Paulo (2017); e Berlinische Galerie, Berlino (2016).
A voi la mia intervista con l’artista Erwin Wurm.
Puoi dirci da dove è nata l'ispirazione che ti ha portato a creare le opere per "Trans Formam", mostra tenutasi alla galleria Poggiali di Firenze?
Da molti anni porto avanti una ricerca sul tema della “scultura”, cosa significa fare scultura? Qual è il ruolo e il significato della scultura nella nostra società? Così ho cominciato a lavorare sulla questione sociale della scultura. Tutti i temi trattatati nella collezione di sculture esposta per la mostra "Trans Formam", come ad esempio le salsicce, riflettono una certa virilità avvelenata e tossica e mettono in evidenza una certa situazione sociale in cui ci troviamo prendendosi gioco dell’uomo. Allo stesso modo con le mie Fat Cars metto in luce la relazione con le macchine, il giocattolo più amato dall’uomo. Ironizzo su tutto questo, approcciandomi a tali tematiche dalla prospettiva dell’assurdo e dal paradosso.
Mi sono innamorata del fat bus di Salsiccia, hai mai pensato di renderlo utilizzabile per un bel giro e magari documentare il viaggio?
Il Salsiccia Fat Bus è stato un progetto complicato, ho comprato un autobus e l’ho trasformato in qualcos’altro, ho provato una volta ad avere il permesso di guidarlo per strada ma non mi è stato rilasciato perché le autorità erano contrarie, quindi il viaggio resterà nella fantasia. Quello che posso fare è portare l’autobus in luoghi diversi e ti posso invitare a fare gli hot dog!
Cosa ne pensi dell'"ironia" come mezzo di comunicazione?
L’ironia è importante ma per me è più importante è l’assurdo, sono legato al teatro dell’assurdo ma non solo anche ad autori come Beckett, Ionesco, Bernhard, li amo molto. L’assurdo e il paradosso sono l’aspetto più importante per me.
Quando e come è nata la tua passione per l'arte?
La mia passione per l’arte è iniziata moltissimi anni fa, avrò avuto circa 14 o 15 anni quando iniziai a disegnare più frequentemente e successivamente iniziai a dipingere, i miei genitori non capivano bene cosa stessi facendo, mio padre era un investigatore e mia madre una casalinga, e non appoggiavano questa mia inclinazione perché non la comprendevano. Quando ero piccolo con i primi soldini delle paghette a 12 anni iniziai a comprare libri tascabili, ogni settimana ne compravo uno, in quel periodo oltre a leggere romanzi cominciai ad appassionarmi anche alla filosofia e all’arte, per me era come una fuga dalla vita reale e fece si che le porte al mio mondo immaginifico si aprirono.
Che cos'è l'arte per te?
Non penso più a cos’è l’arte o a cosa può essere l’arte, ci ho pensato per molti anni ma ora mi sento lontano da questi argomenti. Per me la domanda importante è: E’ un buon lavoro o un lavoro debole? Questa è l’argomento che più mi interessa, mantenere un alto livello qualitativo nelle mie opere.
I miei lavori devono sorprendermi quando li realizzo e devono ridarmi qualcosa indietro.
Quello che ho imparato è che devo “seguire” i miei lavori, anche se all’inizio parto da un concetto è molto importante saperlo abbandonare, se il lavoro ti porta in una direzione diversa bisogna saper fluire e seguire la corrente, questa è per me una parte molto importante del processo artistico. L’arte in generale credo che crei uno spazio di libertà nella nostra società e questo è davvero necessario, l’artista si trova fuori dal sistema sociale, in generale non produce niente per la società, il suo ruolo credo sia quello di creare libertà.
Qual è il ruolo dell'arte nella società? L'arte ha il compito di dare nuove visioni?
L’arte ha il ruolo di ritrarre la società e di rifletterla ed è quello che faccio io, lavoro sui problemi del consumismo e molte altre cose. L’arte non può cambiare la società, non ha lo stesso potere della politica, ma facendo arte possiamo sensibilizzare le persone a pensare di più a tutte le problematiche dei nostri tempi.
Qual è la scintilla che accende il tuo fuoco creativo, la ghianda da cui si sviluppa la sua poetica e il tuo lavoro, come direbbe Hillman?
Per prima cosa l’arte in sè stessa e poi la letteratura e la filosofia che mi fanno riflettere sull’esistenza umana. C’è un fuoco ardente in me che non si spegne, forse è un virus ma lo amo moltissimo, mi sento ispirato, vado a vedere mostre, musei d’arte, comprare arte. Amo quello che faccio.
Con quali gallerie lavori?
Lavoro con tre grandi gallerie, la prima è Thaddeus Ropac che ha gallerie a Parigi, Londra, Seoul e Salisburgo, poi lavoro con Lehmann Maupin una galleria di New York che ha anche una galleria a Londra e a Hong Kong e infine con la galleria Konig, una galleria di Berlino con sedi a Seoul e Tokyo.
Lavoro anche con gallerie più piccole e giovani come la Galleria Poggiali di Firenze e Cristina Guerra di Lisbona.
Qual è il tuo rapporto con il mercato dell'arte e con i collezionisti?
Il mercato dell’arte è diventato folle, alcuni lavori vengono venduti a cifre esorbitanti. Da una parte è assurdo e volgare perché la gente ormai parla solo dei prezzi delle opere d’arte ma dall’altra parte è positivo perché permette a noi artisti di avere una vita confortevole. Io personalmente non ho rapporti con i collezionisti, questo è un aspetto di cui si occupano le mie gallerie. La cosa che amo di più è fare mostre nei musei, ne ho fatte molte, nei musei di tutto il mondo. Attualmente ho una grande mostra in Corea de Sud al Museo d’Arte di Suwon, la prossima sarà a Tel Aviv, al Museum Art, è un meraviglioso museo e sono felice e onorato di fare una mostra li che si inaugurerà ad Aprile, poi presenterò una mostra allo Yorkshire Sculpture Park, si tratta di un grande parco in Inghilterra dove organizzano fantastiche esposizioni e sarà una grandissima mostra dove esporrò 100 opere. Ci sarà inoltre una mia mostra personale per Lehmann Maupin a Seoul, una allo SCAD Museum in Georgia, Usa e infine farò una mostra con la Peter Marino Foundation a New York e un’altra a Seoul con la Galleria Konig, quindi il calendario 2023 è completo!
In copertina: Erwin Wurm, Salsiccia Fat Bus. Courtesy Galleria Poggiali