I dati statistici non lasciano spazio alle interpretazioni: le donne hanno meno occasioni di partecipare al mondo del lavoro, e la percentuale di occupate è sempre inferiore a quella degli uomini. Questo è vero specialmente in Italia: il nostro Paese è penultimo in Europa per occupazione femminile, ultimo se consideriamo la fascia di età tra i 25 e i 34 anni. E la pandemia non ha aiutato: secondo Eurostat, nel 2020 la percentuale di donne che lavorano in Italia è scesa dell’1,1%, dal 50,1% al 49%, contro una perdita dello 0,6% nell’Ue.
Ciò significa che nel nostro Paese la metà delle donne in età da lavoro non è occupata, e in alcune regioni meridionali la situazione è anche peggiore. Nell’anno della pandemia il tasso di occupazione femminile è stato in media in Europa del 62,4% per le donne tra i 15 e 64 anni, a fronte del 32,2% nel Sud Italia e del 33,2% nelle isole.
La motivazione spesso è una scelta delle donne stesse, che decidono di dedicarsi completamente alla famiglia, ai figli, alla loro educazione: in altri casi, invece, si tratta della conseguenza delle difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro.
Un altro dato inconfutabile è che le donne percepiscono in media una retribuzione inferiore a quella degli uomini. Questi due aspetti messi insieme fanno sì che effettivamente, al momento di andare in pensione, le donne si trovino maggiormente in difficoltà.
L’esempio classico è quello di chi per tutta la vita fa un ottimo lavoro da casalinga e da madre, ma nel momento in cui il matrimonio fallisce si ritrova con problemi economici importanti, e deve ricominciare da zero. Oppure, anche nell’eventualità in cui il matrimonio prosegua in pieno accordo, il nucleo familiare avrà una sola pensione, e dovrà fronteggiare difficoltà maggiori per poter andare avanti.
In ogni caso la dipendenza economica rispetto al marito crea anche una forte dipendenza psicologica: così tante donne rinunciano a lasciare il nucleo familiare, anche in situazioni tossiche o insostenibili, per la paura di non riuscire a stare in piedi da sole.
LE SOLUZIONI A DISPOSIZIONE
Tutte queste situazioni si possono gestire sotto il profilo finanziario. Immaginiamo un nucleo familiare composto da marito lavoratore e moglie casalinga. Piuttosto che regalare alla signora un’uscita a cena ogni tanto, il coniuge potrebbe decidere di aprire un fondo pensione intestato alla moglie, in modo da garantirle di potersi costruire poco per volta una pensione integrativa.
Il discorso, pur se in maniera meno drammatica, vale anche per le donne che un lavoro ce l’hanno, ma sono pagate meno degli uomini e di conseguenza riceveranno un assegno pensionistico più leggero. Oltretutto le donne vivono più a lungo, e quindi sono penalizzate dai coefficienti con i quali vengono calcolate le pensioni. In una situazione che vede l’aspettativa di vita allungarsi, con necessità finanziarie sempre più importanti, si crea così un gap di genere che va colmato: per questo al giorno d’oggi un fondo pensione è fondamentale per chiunque, ma ancora di più per le donne che lavorano in casa.
Un’altra grande opportunità ce l’hanno i genitori, che possono decidere di creare per le loro figlie un accantonamento pensionistico che potrà sostenerle in futuro, sia che da grandi decidano di fare le casalinghe, sia che abbiano la possibilità di far evolvere la loro carriera.
La pensione integrativa costruita a favore di una moglie casalinga presenta anche importanti benefici fiscali direttamente per colui che la versa: l’importo versato sarà infatti detratto nella sua dichiarazione dei redditi fino ad un importo massimo di 5165 euro l’anno creando così un importante beneficio fiscale immediato.
Successivamente in fase di erogazione della rendita la tassazione sarà poi particolarmente favorevole. Infatti l’aliquota massima sarà del 15% con la possibilità di arrivare al 9% se la contribuzione è durata per diversi anni.
Le cifre accantonate, essendo scaricate direttamente dalle imposte, creano un beneficio immediato rendendo l’investimento redditizio fin da subito. Questi investimenti, poi, non potranno mai essere aggrediti. Qualunque cosa accada nel corso della vita, e questo è un altro vantaggio da non sottovalutare. Un centinaio di anni di storia economica e finanziaria ci hanno insegnato che è vero che i cicli finanziari sono ricorrenti, con recessioni profonde come quelle che si sono verificate negli ultimi due decenni, però è anche vero, e lo constatiamo tutti i giorni, che la qualità della nostra vita è migliorata e questo solo perché le economie e le aziende dietro a questo nuovo comfort hanno creato prodotti, li hanno venduti, realizzando degli utili e facendo sì che il valore delle loro aziende aumentasse nel tempo. Nonostante la volatilità, nessuna formula come l’accantonamento ricorrente può risparmiare all’investitore l’ansia di non riuscire a cogliere il momento giusto per entrare su un mercato. Questi strumenti sono sicuri perché sono tutelati dal codice civile
LA NOSTRA SCIALUPPA DI SALVATAGGIO
I fondi pensione rappresentano la nostra scialuppa di salvataggio: un patrimonio importante per le nazioni, specialmente ora che sono sommerse dai debiti e devono quindi per forza delegare al cittadino alcuni servizi basilari di welfare. Per ogni governo in questo momento è importante sapere che i suoi cittadini sono stati in grado di provvedere per sé e assicurarsi, anche dopo la pensione, la possibilità di vivere, sostentarsi e pagare le proprie spese.