L’idea di fondo contenuta nella sua teoria è che un insieme di titoli diversi per natura, rischio e rendimento hanno una performance più elevata e una minore rischiosità rispetto ai singoli investimenti
Un portafoglio costituito da diversi tipi di strumenti finanziari produrrà, in media, rendimenti a lungo termine maggiori, riducendo allo stesso tempo rischio e volatilità
Fondamentale è il concetto di correlazione, cioè la tendenza di due strumenti finanziari a muoversi nella stessa direzione oppure no
Gestire in modo corretto i propri risparmi, pochi o tanti che siano, è un “lavoro” a tutti gli effetti che richiede tempo, esperienza e conoscenze
“Un buon portafoglio è molto più di un lungo elenco di buone azioni e obbligazioni. È un insieme equilibrato, che fornisce all’investitore protezioni e opportunità rispetto a un’ampia gamma di contingenze”. Partendo da questo concetto base, l’economista americano Harry Markowitz negli anni Cinquanta diventò il padre della cosiddetta “moderna teoria di portafoglio” che avrebbe rivoluzionato il modo di investire, divenendo così il primo studioso a quantificare in modo rigoroso i benefici della diversificazione, che oggi tutti conosciamo e (di norma) applichiamo ai nostri investimenti.
L’idea di fondo contenuta nella sua teoria è che un insieme di titoli diversi per natura, rischio e rendimento hanno una performance più elevata e una minore rischiosità rispetto ai singoli investimenti, un’intuizione che valse a Markowitz anche il Premio Nobel.
Una lezione per tutti gli investitori
In parole povere, meglio non mettere tutte le uova in solo paniere per evitare brutte sorprese. Una lezione che molti investitori hanno imparato a loro spese in passato, quando la bancarotta che travolse Parmalat, ma anche Banca Popolare di Vicenza, Banca Etruria o un paese come l’Argentina, scoperchiò la cattiva abitudine di alcuni piccoli risparmiatori di mettere l’intero patrimonio in un singolo titolo azionario od obbligazionario.
Al contrario, un portafoglio ben diversificato contiene un mix di asset e prodotti finanziari che limitano l’esposizione ai rischi specifici propri di una singola attività. La logica alla base di questa tecnica è che un portafoglio costituito da diversi tipi di strumenti finanziari produrrà, in media, rendimenti a lungo termine maggiori, riducendo allo stesso tempo rischio e volatilità. Oggi esistono prodotti che permettono di diversificare in modo semplice, come la sottoscrizione di quote in fondi comuni d’investimento o in Exchange traded funds (Etf).
Che cosa è la correlazione
Per comprendere meglio quanto è valido un portafoglio ben diversificato bisogna introdurre un altro concetto chiave come la correlazione, cioè la tendenza di due strumenti finanziari a muoversi nella stessa direzione oppure no. Si tratta di un fattore chiave nella costruzione di un portafoglio, che mette insieme tanti asset diversi, ma nello stesso tempo correlati poiché convivono sullo stesso mercato finanziario.
Attenzione al profilo di rischio
Inoltre, quando si valuta dove investire, c’è sempre una variabile di cui bisogna tenere conto e cioè il rischio. Di cui però non esiste una definizione uguale per tutti, dato che ogni investitore ha il suo profilo.
Il rischio è diffuso ovunque, può riguardare qualsiasi asset in portafoglio e colpisce anche i soldi sul conto corrente dato che l’inflazione andrà a erodere il loro valore nel tempo. Per questo meglio non lasciare i propri risparmi a “dormire” in banca, gestendo il rischio con l’aiuto di un esperto che sia capace di costruire un portafoglio diversificato e di lungo termine.
Un monito per tutti i risparmiatori
E questo vale sia per un risparmiatore con un budget limitato, scarse conoscenze dei mercati finanziari, poco tempo per monitorare l’andamento dell’economia, sia per investitori di alto profilo. Gestire in modo corretto i propri risparmi – pochi o tanti che siano – è un “lavoro” a tutti gli effetti che richiede tempo, esperienza e conoscenze. Per questo il suggerimento è sempre quello di rivolgersi a dei professionisti.