Secondo il leader della Lega “si tratta di una personalità che forte della sua sapienza potrebbe andare ai tavoli europei non a far casino ma a rimettere in moto un motore che altrimenti è fermo”. La partita però non è ancora chiusa, la squadra di Governo non è ancora pronta. Nel frattempo però, si dice che il Quirinale non abbia gradito le improvvise dimissioni dell’economista dal ruolo di Presidente del fondo Euklid. Nel comunicato, vengono citati “sopravvenuti importanti impegni pubblici in Italia”.
CURRICULUM VITAE
Di lui l’ex Ministro delle finanze Vincenzo Visco ha detto: “E’ stato il principale collaboratore di Carli, l’uomo del Trattato di Maastricht, ha condiviso l’impostazione della moneta unica. Poi come La Malfa e altri keynesiani non di sinistra ha cominciato a contestare il modo con cui l’Europa gestiva l’euro”.
-Savona è stato Ministro dell’Industria nel Governo Ciampi
-Capo del Dipartimento per le politiche comunitarie nel Governo Berlusconi
-Ufficio studi della Banca d’Italia
-Direttore generale di Confindustria
-Tra i fondatori dell’università Luiss
-Presidente del Fondo Interbancario di tutela dei depositi
-Nei vertici di Impregilo, Gemina e Aeroporti di Roma
-Presidente di Euklid, il fondo di investimenti con sede a Londra
IL MINISTRO ANTI – EURO
“Non ho mai chiesto di uscire dall’Euro, ma di essere preparati a farlo se, per una qualsiasi ragione, fossimo costretti volenti o nolenti”, così si giustifica Paolo Savona nel saggio ‘Come un incubo e come un sogno’ a chi lo accusa di volere abolire la moneta unica. “L’euro ha svolto bene il suo compito, andando oltre il proprio ruolo e forse anche il dettato statutario che la regge. Ora la BCE deve ammettere che il meccanismo dell’euro così com’è non funziona. E’ necessaria una flessibilità dei rapporti di cambio, senza rinunciare alla moneta europea come termine di riferimento. Tecnicamente è possibile. È giunto il momento che la BCE dichiari apertamente che così non può andare avanti. I suoi interventi hanno permesso di acquistare tempo, ma non di risolvere il problema”.
LA SUDDITANZA DALLA GERMANIA
Secondo Savona l’Italia è tenuta sotto scacco da un Euro a dominanza tedesca. Durante il Governo Renzi scriveva: “La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente“. L’economista prevedeva nel dettaglio, un piano di uscita dall’Euro: “Uno dei punti principali di questa proposta è la confluenza del patrimonio dello Stato in un Fondo simile a quello richiesto dall’Eurogruppo alla Grecia, gestito da persona autorevole, nel quale far confluire il patrimonio dello Stato senza alienarlo, ponendolo a garanzia del rimborso di un debito pubblico con scadenze più lunghe delle attuali, offrendo un rendimento pari all’inflazione più 0,20% dell’eventuale tasso di crescita del PIL. Stiamo invece svendendo il patrimonio pubblico per finanziare spese correnti dello Stato centrale e periferico scavando una fossa ulteriore per far cadere il nostro debito pubblico”.
SUA MAESTA’ IL DEBITO PUBBLICO
Lo scorso marzo, anche su questo fronte Savona si poneva polemico nei confronti dell’Europa: “Non si devono chiedere sconti, ma presentare piani precisi basati su coerenza di comportamenti rispetto alle reali condizioni di collocabilità del debito, chiedendo di eliminare le incertezze sul possesso di titoli pubblici da parte della Bce quando Draghi lascerà la presidenza. E di varare un piano di riduzione e ristrutturazione del debito sotto controllo della Bce senza oneri per gli altri Paesi membri. La risposta non può essere di dare vita a un Fondo monetario europeo meglio dotato che promette assistenza ma infligge ai Paesi deflazione nel caso di crisi di mercato del loro debito sovrano. Mi domando perché, approfittando dei bassi tassi e dell’abbondante liquidità, non si riprende in mano un’operazione straordinaria di allungamento del debito a condizioni vantaggiose per i titolari, ponendo a garanzia il patrimonio dello Stato”.
PASSIONE BITCOIN
Anti – euro, forse. Ma non anti – bitcoin. Presidente della startup fintech, Euklid, Savona è fan della tecnologia blockchain: “La sovranità monetaria passa dalle mani dello Stato a quelle dei privati, che secoli di storia indicano non abbiano capacità di autocontrollo; abbandonata la moneta in forma metallica (oro e argento), quella cartaccia (il circolante che abbiamo in tasca) e scritturale (i depositi bancari), essa è ora in forma telematica (bit di computer) e può essere creata in quantità infinita; perciò deve essere controllata da autorità che operano su delega dai Parlamenti, some le banche centrali o i Ministri del Tesoro. Quattordici banche globali stanno mettendo a punto una loro moneta elettronica che espropria la sovranità monetaria degli Stati; di conseguenza l’economica non sarà più controllata da leggi, ma dalla volontà dei loro manager”.
NORMATIVA FINANZIARIA
Intrervistato da Marina Valerio di Class CNBC sulla sua visione del risparmio gestito, tre settimane fa Savona delineava una visione chiara, ma critica: “L’Italia è in ritardo perché continua ad avere una legislazione basata sulla Finanza 3.0, nel senso di legislazione tradizionale in cui la combinazione tra attività di controllo e regolazione delle autorità si incontra con la capacità del mercato di gestire razionalmente il risparmio ma secondo le vecchie regole. Le innovazioni finanziarie, gli algoritmi, la contabilità elettronica , il blockchain e altre clausole, impongono una diversa gestione del risparmio e quindi anche una regolamentazione più leggera”.