Silvia Attanasio (Abi), Christian Catalini (Diem), Claudine Hurman (Banque de France) ed Emanuele Urbinati (Banca d’Italia) sono stati protagonisti di una delle tavole rotonde organizzate nel corso della giornata dedicata alla presentazione osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano
Gli intermediari tradizionali, infine, osservano con interesse e forse con anche un po’ di preoccupazione due alternative, Cbdc e stablecoin, che in futuro potrebbero minacciare il loro business
L’impatto che la tecnologia blockchain avrà nel modo di scambiare valore è uno degli aspetti che per primi sono stati affrontati nelle analisi degli studiosi. Nella sezione commenti dell’evento c’è chi si domanda a che cosa serva una moneta digitale della banca centrale, quando già esistono decine e decine di alternative, incluse soluzioni crypto il cui valore è stabile. Trapela, insomma, il problema della confusione sui ruoli dei vari partecipanti: chi emette il denaro? dove si deposita? chi gestisce i pagamenti?
Cercheremo di riassumere in poche parole un discorso piuttosto complesso. Nel mondo, la maggioranza delle banche centrali sta studiando se lanciare versioni digitali delle rispettive monete ufficiali (euro, yuan, dollaro digitali) nel tentativo, fra le altre cose, di mantenere il primato della moneta a corso legale negli scambi. La centralità, infatti, potrebbe essere minacciata in un mondo in cui pagamenti rischiano di transitare su altri canali non tradizionali. In questa sfida sull’innovazione dei mezzi di pagamento entrano in gioco le stablecoin, ovvero token di pagamento il cui valore è mantenuto costante dall’emittente ed ancorato ad altre monete “ufficiali”. Per intenderci, sono le criptovalute che più somigliano a vere monete, utilizzabili per scambiarsi beni e servizi. Gli intermediari tradizionali, infine, osservano con interesse e forse con anche un po’ di preoccupazione queste due alternative, Cbdc e stablecoin, che in futuro potrebbero rendere meno rilevante il loro ruolo. Del resto, la blockchain è nata proprio per rimuovere gli intermediari. Che sia Diem o l’euro digitale, un mondo nel quale beni e servizi si pagano mediante blockchain potrebbe spostare i classici euro dal classico deposito bancario per portarlo in un altro portafoglio – il wallet di una stablecoin o, magari, un conto direttamente aperto presso la Bce.
Dal confronto fra i relatori, Silvia Attanasio (Abi), Christian Catalini (Diem), Claudine Hurman (Banque de France) ed Emanuele Urbinati (Banca d’Italia) non si sono viste, se non molto fra le righe, le possibili frizioni dei tre diversi “mondi” che rappresentano.
Per Attanasio, l’euro digitale dovrà trovare un equilibrio, nel determinare la somma massima che ciascun cittadino potrà possedere, in modo non vengano dirottati troppi depositi bancari verso la Cbdc europea. Dal canto loro, Urbinati e Hurman hanno messo in evidenza come, dal punto di vista tecnico, le prime sperimentazioni della blockchain da parte delle banche centrali abbiano dato risultati incoraggianti sulla fattibilità e sulla sicurezza dei processi. Nella sperimentazione di una Cbdc condotta dalla Banca d’Italia (è stato adottato un approccio integrato che include una componente basata sulla blockchain permissioned) è stato possibile condurre 40mila transazioni al secondo coinvolgendo 100 milioni di account, con minime emissioni di CO2 (dovute all’assenza delle attività di mining tipiche delle blockchain pubbliche/permissionless).
Tuttavia, il capo economista di Diem, Christian Catalini, afferma che le stablecoin oggi “non sono poi così stabili e lo stesso nome di stablecoin non le rappresenta”. A determinare la stabilità è la qualità delle riserve che permette alle società che emettono i token di mantenere la loro convertibilità alla pari, ad esempio con il dollaro. Le autorità europee, dal canto loro, sono al lavoro su una normativa che fissi i requisiti delle stablecoin in tal senso.
“Le stablecoin devono rispettare le aspettative di un sistema di pagamento tradizionale affinché possano essere utili per i consumatori”, ha dichiarato Catalini, senza però fornire dettagli su come Diem potrebbe svolgere questo ruolo. Secondo il capo economista della stablecoin di Facebook la narrazione che mette in concorrenza Cbdc e stablecoin non è corretta, dal momento che le due tecnologie possono essere “complementari”. Anche lo stesso presidente della Fed, Jerome Powell, aveva dichiarato nei giorni scorsi che il dollaro digitale non avrebbe in alcun modo precluso la coesistenza con le stablecoin. La vera domanda, però, è se si possa immaginare un mondo nel quale le stablecoin saranno diffusamente usate per i pagamenti, in assenza di un’alternativa “pubblica” emessa dalle banche centrali.