Il fondo blockchain farà leva su 45 milioni di euro di risorse di cui una quota almeno proporzionale alla popolazione residente spetterà alle aziende localizzate in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna
Giancarlo Giorgetti: “La capacità d’innovazione è la premessa per rafforzare e far diventare competitivo il sistema produttivo del nostro Paese di fronte alle sfide della transizione digitale”
Risorse, agevolazioni e beneficiari
Lo strumento, come anticipato in apertura, farà leva inizialmente su 45 milioni di euro di risorse di cui una quota almeno proporzionale alla popolazione residente spetterà alle aziende localizzate in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Il “tesoretto” potrà poi essere successivamente arricchito da versamenti volontari di enti, associazioni, imprese e singoli cittadini. Per gestire gli interventi e monitorare lo stato di avanzamento dei progetti il Mise conterà sul supporto di Infratel, controllata di Invitalia. Oltre alle agevolazioni, stando a quanto risulta a Il Sole 24 Ore, il fondo potrà intervenire anche nell’ambito di appalti pre-commerciali e appalti pubblici di soluzioni innovative. A presentare le domande potranno essere soggetti pubblici o privati (anche in forma congiunta tra loro), ma si attende un ulteriore provvedimento che definisca modalità e tempistiche.
Il panorama europeo dell’innovazione
La misura si innesta tra l’altro in un panorama, quello europeo, di fervente innovazione. Secondo gli ultimi dati di Atomico (società europea di venture capital con sede a Londra, ndr), il valore delle aziende tecnologiche del Vecchio continente ha conosciuto una crescita di 1.000 miliardi di dollari solo nei primi otto mesi del 2021. E il settore si prepara a sfondare i 100 miliardi di dollari di investimenti entro la fine dell’anno. Quanto all’Italia, nello specifico, si parla di 841 milioni di investimenti nei primi nove mesi dell’anno, ben oltre i 559 milioni del 2020 nel suo complesso. A tornare in patria sono anche i cosiddetti “cervelli in fuga”, se si considera che il 64% dei fondatori di startup ha lavorato in aziende da oltre un miliardo di dollari di valore al di fuori della Penisola.
Il fondo per le pmi creative
Intanto, a fine novembre il ministro Giorgetti ha firmato il decreto che rende operativo il Fondo per le piccole e medie imprese creative da 40 milioni di euro (20 milioni per il 2021 e 20 milioni per il 2022). La misura, si legge sul sito del Mise, punta a promuovere nuova imprenditorialità e lo sviluppo del settore, attraverso contributi a fondo perduto, interventi di sostegno nel capitale sociale e finanziamenti agevolativi da destinare all’acquisto di macchinari innovativi, servizi specialistici e alla valorizzazione di brevetti. Potranno accedervi tutte le attività d’impresa volte allo sviluppo, creazione, produzione, diffusione e conservazione dei beni e servizi che rappresentano espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative e, in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo (compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali), al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura e alle arti dello spettacolo.