Un sostengo fiscale mirato a favore dei settori economici più colpiti dalle contrazioni economiche dovute alla pandemia e misure pensate per facilitare l’accesso al mondo del lavoro e ridurre il carico fiscale sono gli ingredienti per sostenere la ripresa economica dell’Italia
Una volta consolidata la ripresa, ad avviso dell’Ocse, sarà necessario sviluppare un piano per abbattere il debito pubblico e ridurre il rapporto debito Pil
Questi e altri elementi, secondo l’Ocse, permettono di dire che l’economia italiana tornerà ai livelli del 2019 entro la prima metà del 2022.
Ma l’Ocse avverte che tornare ai livelli pre-crisi non può e non deve essere l’unico obiettivo. Se davvero si vuole lavorare per creare un’economia solida e capace di resistere, nel tempo, a possibili ma non remoti shock economico-sociali di questo tipo, è necessario accompagnare al già di per sé ambizioso Piano nazionale di ripresa e resilienza anche uno strutturato piano di investimenti per il medio termine.
In questi termini, l’Italia dovrebbe: investire in infrastrutture verdi e aumentare le risorse destinate alla ricerca e sviluppo; riformare il settore della giustizia per accelerare i tempi dei contenziosi e diminuire il livello di corruzione e incentivare la risoluzione extragiudiziale delle controversie; migliorare l’efficienza del settore pubblico e investire sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione; ridurre la burocrazia e le barriere normative che ostacolano l’accesso al mondo del lavoro delle nuove generazioni; contenere la spesa pensionistica favorendo i regimi di prepensionamento; orientare gli investimenti sulla rete ferroviaria, sull’istruzione, sulle infrastrutture digitali.
Per procedere in questo senso, è opportuno, avverte Laurence Boone, capo economista dell’Ocse, attuare un piano di riforma fiscale efficace, orientato alla riduzione dell’evasione, ad una maggiore equità e ad un alleggerimento dei carichi fiscali soprattutto per i giovani e per le donne.