La crescita economica degli Stati Uniti, l’inflazione e quindi il percorso dei tassi usa continuano ad essere avvolti nell’incertezza, incertezza che sui mercati prende il nome di volatilità. Anche gli asset ritenuti bene rifugio in tempi di crisi non si sono rivelati così stabili. Oro compreso. Il prezzo del metallo giallo nelle ultime settimane ha perso diversi punti percentuali. A questi prezzi conviene comprare o vendere?
I quattro scenari di Goldman Sachs
Difficile da dirsi in questo quadro di incertezza macroeconomica. Goldman Sachs in una sua recente nota ha ipotizzato quattro scenari possibili. Il più probabile è quello del cosiddetto “soft Landing”, scenario buono per l’economia ma non per il prezzo dell’oro.
- Atterraggio morbido (30% di probabilità): -8% di ribasso del prezzo dell’oro. In questo scenario, l’anno prossimo l’inflazione statunitense si modererà e l’economia americana eviterà la recessione. I tassi reali a 10 anni potrebbero essere dell’1,7% ed è probabile che si verifichi una rotazione di portafoglio dai beni rifugio, come l’oro, a favore di asset più rischiosi, come le azioni. Un potenziale periodo di riferimento è il 2021, quando l’oro è sceso del 10% nonostante l’assenza di variazioni significative dei tassi reali. Secondo le stime della banca statunitense l’oro potrebbe quindi scendere a 1530 dollari all’oncia.
- Inflazione più alta, più rialzi (20% di probabilità): -10% di ribasso del prezzo dell’oro. Questo scenario implica un proseguimento anche l’anno prossimo della tendenza del 2022, quando la Fed ha fatto della lotta all’inflazione la sua massima priorità. In questo scenario si ipotizza che i tassi reali decennali statunitensi possano salire di un ulteriore 1,5% al 6%. I timori di recessione rimarranno probabilmente elevati, come quest’anno, rendendo improbabile una rotazione verso il rischio. In questo scenario, l’oro potrebbe scendere a 1500 dollari all’oncia.
- Recessione, tagli dei tassi limitati (20% di probabilità): 18% di rialzo del prezzo dell’oro. Se l’inflazione dovesse essere lenta a scendere e al contempo l’economia dovesse registrare una contrazione poco profonda dell’economia, Goldman prevede una discesa graduale dei Fed Funds al 2,5% entro il 2025, con i tassi reali a lungo termine che dovrebbero scendere solo dello 0,5%. I timori per la crescita e il calo dei tassi reali dovrebbero innescare una rotazione sostanziale verso gli asset difensivi. Come periodo di riferimento per questo scenario, si può guardare al 2019. In quel periodo, l’oro ha registrato un rally del 33% in concomitanza con un calo dell’1% dei tassi reali a 10 anni e una rotazione verso i beni rifugio. Pertanto, in questo scenario il prezzo dell’oro potrebbe salire a 2000 dollari all’oncia.
- Recessione, tagli dei tassi sostanziali (30% di probabilità): 34% di rialzo del prezzo dell’oro. In uno scenario di recessione più grave, la Fed è probabile che riduca gradualmente i tassi a zero entro il 2025. In questo caso, Goldman Sachs ipotizza che il tasso reale a 10 anni scenda dell’1%. I timori per la crescita portano a un’ampiarotazione difensiva. Il potenziale periodo di riferimento è il 2019-20, quando la Fed ha portato i tassi a zero. Allora i tassi reali scesero del 2% e l’oro aumentò del 66%. Questa volta il calo dei tassi reali sarà probabilmente più contenuto, poiché la recessione potrebbe essere meno forte e la volontà di stimolare l’economia potrebbe essere minore a causa delle preoccupazioni per il ritorno dell’inflazione. Tuttavia, in questo scenario il prezzo dell’oro potrebbe salire fino a 2250 dollari all’oncia.
Gli elevati rischi di recessione creano dunque un’asimmetria positiva nel profilo di rendimento dell’oro. In altre parole, il ribasso dell’oro nel caso di un “atterraggio morbido” o di un ulteriore atteggiamento da falco della Fed è significativamente inferiore al rialzo dell’oro che si avrebbe in caso di recessione. A rafforzare questa asimmetria positiva è il livello estremamente depresso delle posizioni nette di denaro gestito sull’oro, attualmente al 5°percentile storico e la forte domanda che proviene dai mercati emergenti.
Come investire in oro?
Esistono principalmente tre diverse vie per investire in oro. La prima e più immediata è l’acquisto fisico di lingotti, monete e lamine d’oro. Il vantaggio principale è l’assenza, a differenza dell’investimento in fondi, di commissioni di gestione, mentre gli svantaggi sono diversi: dal rischio di furto ai costi richiesti per la sua gestione, passando per la minore liquidità. L’alternativa più simile al possesso materiale dell’oro consiste nell’acquisto di Exchange-traded commodity (Etc) dedicati all’oro fisico. Si tratta di strumenti quotati in borsa simili agli etf che replicano fedelmente l’andamento del metallo giallo. I vantaggi? Acquistare oro attraverso questa modalità permette di entrare e uscire dalla commodity con una velocità decisamente superiore. Infine, un’alternativa in grado di esporre indirettamente il portafoglio all’andamento dell’oro consiste nell’investimento azionario nelle aziende che si occupano di estrarlo. Il modo più immediato per farlo è acquistare un etf tematico che investe nelle aziende aurifere.