“A determinare un buon passaggio generazionale sono due fattori: l’adozione di strumenti giuridici adeguati e la regolazione delle dinamiche familiari”. Non ha dubbi Luca Montessori, Head of Professionals di Soluzione Tasse, società di consulenza che ogni anno accompagna centinaia di imprese nel percorso della successione. “Mentre gli strumenti giuridici forniscono la struttura necessaria per trasferire il patrimonio e la gestione in modo ordinato, la gestione delle relazioni familiari richiede un approccio che superi i confini legali e normativi, abbracciando anche aspetti psicologici e relazionali. Un equilibrio delicato ma fondamentale: la mancanza di armonia in una di queste aree può portare a conflitti, indebolendo la coesione familiare e aziendale e, in alcuni casi, provocando il declino o la scomparsa dell’impresa”.
Il passaggio generazionale tocca anche le pmi
Questo tema non interessa solamente le grandi aziende e i patrimoni considerevoli, ma tocca anche le piccole e medie imprese, che rappresentano la maggior parte del tessuto economico italiano. Entro 5 anni, infatti, il 20% di esse sarà chiamato al ricambio generazionale ma solo il 13% arriverà, secondo le previsioni statistiche, alla terza generazione. Secondo i dati Uninpresa 2022, sono circa un milione quelle a rischio.
Si tratta di imprese che generano da sole l’80% del PIL del Paese, con il 75% degli occupati, che non dispongono di consulenti in grado di guidare le famiglie nella gestione di questo delicato passaggio. La loro dimensione ridotta e la conseguente minore solidità finanziaria le rendono particolarmente vulnerabili agli insuccessi.
La complessa sfida della trasmissione dell’eredità aziendale alla Gen Z
Le aziende familiari, in particolare, anche queste in larga maggioranza (oltre il 70% del totale), si trovano ad affrontare il complesso processo di trasmissione dell’eredità aziendale, in un contesto in cui le generazioni più giovani, dalla Gen X alla Gen Z, presentano aspettative e approcci al lavoro marcatamente diversi rispetto ai Boomers che le hanno fondate o sviluppate.
“Affrontare il passaggio generazionale richiede un approccio olistico, che consideri tanto gli aspetti legali e finanziari, quanto quelli relazionali e culturali, persino psicologici. Separarsi dalla propria impresa, gestita con così tanta fatica e passione, per molti può risultare difficile. Questo è uno dei motivi per cui il tema della successione tende a essere ignorato o rimandato – sottolinea Sergio Borra, esperto di leadership e change management e CEO Dale Carnegie Italia – Il nostro osservatorio ci dice però che l’87% delle aziende iniziano la pianificazione quando la questione è ormai imminente. Il dialogo aperto e l’inclusione di tutti i membri della famiglia nel processo decisionale sono cruciali per prevenire i conflitti e rafforzare il senso di appartenenza e continuità aziendale. Il passaggio generazionale è un processo, non può avvenire dalla sera alla mattina. Deve essere pianificato per tempo”. E se la pianificazione è la chiave, essa deve essere accompagnata da altre regole auree: è necessario coinvolgere tutta la famiglia, per riconoscere e valorizzare le capacità e competenze di ciascun membro, stabilendo una comunicazione aperta. Bisogna preparare i successori, con piani formativi e di mentoring; adottare una governance chiara, gestire i conflitti. Bisogna non aver paura di ricorrere a consulenti esterni per ottenere una prospettiva imparziale e specializzata.
La collaborazione intergenerazionale
Ma ancora, “innovare e tramandare ovvero promuovere la collaborazione intergenerazionale con sincera disponibilità, per raggiungere un equilibrio tra rispetto delle tradizioni e apertura all’innovazione – dice Borra – Adottare trasparenza nelle decisioni, rendendo i piani di successione chiari a tutti i membri interessati, evitando ambiguità ed assicurando una transizione fluida e mantenere viva la cultura aziendale e i valori fondamentali, sono altre due regole auree”. L’ultima prevede di affrontare gli aspetti legali e fiscali.
Le aziende che hanno più speranza di sopravvivere al passaggio generazionale e assicurarsi la continuità sono quelle che adottano un approccio multidisciplinare, che integra competenze legali e finanziarie ma anche psicologiche e manageriali. Il passaggio generazionale può essere facilitato e reso più efficace attraverso una corretta strategia di pianificazione successoria aziendale.
“Una pianificazione successoria inadeguata può portare a conseguenze legali e fiscali gravose – conclude Montessori- È fondamentale affrontare questi aspetti con ampio anticipo, garantendo così una transizione fluida, anche attraverso l’adozione di strutture societarie flessibili e la definizione di accordi chiari sulla futura governance, elementi essenziali per mitigare i rischi legali e fiscali”.