Mediamente, per gli italiani diminuisce la rata mensile dei mutui: 320 euro, -3,9% rispetto a un anno fa. La somma residua media da rimborsare è pari a circa 32.000 euro, stabile rispetto a un anno fa ma in decisa diminuzione se paragonata agli anni passati.
Entrambi gli indicatori risultano in calo non solo per i tassi bassi e per la tendenza degli italiani a privilegiare piani di rimborso più lunghi rispetto al passato, ma anche per il minor peso dei contratti di mutuo all’interno del bilancio familiare, vale a dire il 21,2% sul totale dei finanziamenti attivi. Bisogna inoltre sottolineare come negli ultimi anni il costo abitazioni si sia ridotto. Inoltre, circa il 30% degli immobili residenziali viene acquistato senza il sostegno di un mutuo, ma attingendo ai risparmi familiari.
Cresce invece la quota di finanziamenti (50,4% del totale) per l’acquisto di beni specifici, come elettronica, auto e motoveicoli, arredamento, viaggi. Il tre ne crescente di questa tipologia di credito si deve al cambiamento delle abitudini di consumo e alle condizioni di offerta appetibili.
Calano i prestiti di liquidità senza vincolo di destinazione (28,4% del totale).
Dal punto di vista geografico, la regione con la quota più elevata di popolazione con almeno un rapporto di credito attivo è la Toscana, con il 48% del totale. Seguono il Lazio (con il 46,5%), la Valle d’Aosta (con il 46,1%), il Piemonte (con il 45,9%) e il Friuli-Venezia Giulia (con il 45,8%).
All’estremo opposto della classifica si colloca il Trentino Alto Adige, in cui solamente il 24,5% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (con il 33,7%) e dalla Campania (con il 36,2%).