Optando per il tasso fisso, la rata mensile si attesterebbe sugli 829 euro per tutta la vita del finanziamento con Banco Bpm
Griggio: “È bene ricordare che non esiste una scelta corretta e una sbagliata in assoluto; il mutuo è diventato un prodotto sartoriale”
Bce verso una pausa sui tassi? Le ultime dichiarazioni, rilasciate dalla presidente Christine Lagarde a Londra, restano criptiche. Salvo ribadire la necessità non solo di “intraprendere azioni decisive per ridurre l’inflazione” ma anche per “comunicare in modo efficace per garantire che le aspettative di inflazione a medio termine rimangano ancorate durante il processo”. Sale dunque l’attesa sulla prossima riunione, in programma il 14 settembre. Ecco cosa dovrebbe monitorare chi ha già sottoscritto un finanziamento a tasso variabile; e quali sono invece le migliori opzioni disponibili per chi desidera accendere un mutuo adesso.
Tasso fisso o variabile? Cosa scegliere ora
Nella simulazione fornita a We Wealth da Facile.it, ipotizziamo che l’importo del mutuo, della durata di 20 anni, sia di 140mila euro e che il valore dell’immobile sia di 200mila euro. Optando per il tasso fisso, la rata mensile si attesterebbe sugli 829 euro per tutta la vita del finanziamento considerando la migliore offerta disponibile oggi, ovvero quella di Banco Bpm. Nel caso di un mutuo a tasso variabile, la rata iniziale per un mutuo sottoscritto oggi sarebbe invece di 881 euro con Ing. Per il variabile con cap (vale a dire un tetto massimo al tasso d’interesse che consente al mutuatario di conoscere anticipatamente la rata massima che potrebbe dover essere disposto a pagare, ndr) si parlerebbe di 938 euro con Crédit Agricole Italia.
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Ipotizzando invece che l’importo del mutuo, della durata di 30 anni, sia di 250mila euro e che il valore dell’immobile sia di 500mila euro, nel caso del tasso fisso la rata mensile si attesterebbe sui 1.122 euro per l’intera durata del finanziamento affidandosi a Bnl. Scegliendo un mutuo a tasso variabile, la rata iniziale ammonterebbe a 1.254 euro con Ing, mentre per il variabile con cap bisognerebbe essere disposti a pagare 1.346 euro nella migliore delle opzioni (con Chebanca!). “Innanzitutto è bene ricordare che non esiste una scelta corretta e una sbagliata in assoluto; il mutuo è diventato un prodotto sartoriale e la valutazione va fatta in base a numerose variabili quali, ad esempio, la posizione reddituale e patrimoniale del richiedente, la sua propensione al rischio, la posizione lavorativa, l’immobile acquistato e così via”, spiega Yuri Griggio, communication manager di Facile.it. “Al netto di questa premessa, però, è impossibile non notare come in questa fase di mercato i tassi fissi, in particolare quelli di lunga durata, offrano condizioni estremamente interessanti, addirittura più vantaggiose rispetto ai variabili. Pertanto il consiglio è di partire da questo tipo di prodotto, per poi valutare eventuali strade alternative”.
Mutuo a tasso variabile: è ora di passare al fisso?
Anche per chi ha un mutuo a tasso variabile in essere, continua Griggio, la mossa giusta varia da mutuatario a mutuatario. “In generale, gli strumenti che hanno a disposizione coloro che sono alle prese con l’aumento delle rate sono i seguenti: rinegoziare le condizioni con la propria banca o provare a surrogare il mutuo spostandolo presso un altro istituto di credito. Se l’età lo consente, si potrebbe optare anche per un allungamento del piano di ammortamento, operazione da valutare con attenzione perché, da un lato, permette di abbassare l’importo mensile da rimborsare, dall’altro, però, comporta un aumento degli interessi totali che gravano sul mutuo”, interviene l’esperto. In ogni caso, aggiunge, il consiglio è di “muoversi per tempo e non arrivare all’ultimo, magari con rate saltate alle spalle, perché in tal caso i margini di manovra si riducono”.
Bce: pausa sui tassi o stangata sui mutui?
Facile.it ha simulato inoltre cosa succederebbe ai tassi variabili nel caso di un aumento di 25 punti base in occasione della prossima riunione dell’Eurotower.
Ipotizzando sempre che l’importo del mutuo, della durata di 20 anni, sia di 140mila euro e che il valore dell’immobile sia di 200mila euro, la rata da pagare salirebbe da 881 euro (ovvero quanto pagherebbe chi sottoscrive un mutuo a tasso variabile oggi) a 900 euro. Nel caso invece in cui l’importo del mutuo, della durata di 30 anni, sia di 250mila euro e che il valore dell’immobile sia di 500mila euro, la rata da pagare salirebbe da 1.254 euro a 1.292 euro. Ma potremmo essere vicini a un picco. “Se guardiamo i Futures sugli Euribor, che rappresentano le previsioni di mercato sull’andamento dei tassi variabili, vediamo un picco degli indici tra novembre e dicembre di quest’anno”, osserva Griggio. “Poi i tassi dovrebbero stabilizzarsi e, tra la seconda metà del 2024 e il 2025, intraprendere un lento percorso di discesa. In ogni caso, ci aspettiamo che i tassi variabili rimangano su livelli elevati ancora per diverso tempo”.