Mps chiude il primo trimestre dell’anno con un utile netto pari a 236 milioni di euro, registrando una crescita del +51,3% rispetto al trimestre precedente
Positiva la performance delle commissioni (+7,3%) grazie alla componente del wealth management (+15,4%) e di quella connessa ai servizi (+2%)
“Mps è tornata. Ed è in ottima forma”. Con queste parole il ceo Luigi Lovaglio apre la presentazione dei risultati del primo trimestre, comunicando un utile netto di 236 milioni di euro, pari a “un terzo del target a piano del 2024”. Il risultato operativo lordo, racconta il banchiere, ha raggiunto i 414 milioni di euro (+24,7% trimestre su trimestre) sostenuto da un margine di interesse in crescita (+1,2%), una positiva performance delle commissioni (+7,3%) e al forte calo degli oneri operativi (-8,2%). In crescita anche la raccolta commerciale totale al +1,3%, con una maggiore incidenza del risparmio amministrato.
“Si tratta del secondo trimestre di risultati positivi”, ricorda l’amministratore delegato. “Questo sottolinea la ricostituita capacità della banca di performare in maniera sostenibile. A tendere, credo che questo primo trimestre possa dare una direzione chiara dei potenziali ricavi a fine anno”. Analizzando nel dettaglio i risultati di conto economico, al 31 marzo 2023 il gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 879 milioni di euro, in crescita dell’11,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e del +4,8% rispetto al trimestre precedente. Il margine d’interesse risulta pari a 505 milioni di euro, in aumento del +56,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Le commissioni nette, pari a 332 milioni di euro, salgono del +7,3% rispetto al trimestre precedente, complice soprattutto la ripresa delle commissioni sulla gestione del risparmio (+18 milioni di euro).
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Mps, l’effetto del maxi-esodo sui costi
Gli oneri operativi si attestano sui 465 milioni di euro, registrando una contrazione del -13,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e del -8,2% rispetto al trimestre precedente. In particolare, le spese per il personale risultano in flessione del -19,2% a 288 milioni di euro dopo l’esodo di 4mila unità seguito all’accordo con le organizzazioni sindacali del 4 agosto. Anche le altre spese amministrative, pari a 133 milioni di euro, sono in calo del -1,8%. “I costi sono costantemente al centro delle nostre attenzioni”, dichiara Lovaglio. “Vogliamo essere pronti a sostenere la nostra redditività non appena si normalizzeranno i tassi d’interesse”. Intanto, come anticipato in apertura, il risultato operativo lordo del gruppo ammonta a 414 milioni di euro, in crescita sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (247 milioni di euro) sia rispetto al trimestre precedente (332 milioni). Il risultato operativo netto risulta positivo per 309 milioni di euro.
Lovaglio: “Base clienti solida e fedele”
“La raccolta commerciale totale è cresciuta di circa l’1,3% nel trimestre”, interviene Lovaglio. I volumi di raccolta diretta risultano pari a 84,1 miliardi di euro. La raccolta indiretta commerciale, pari a 81,8 miliardi di euro, cresce del 4,7% rispetto ai valori del 31 dicembre 2022, grazie sia alla componente del risparmio gestito (+0,8 miliardi di euro) che al risparmio amministrato (+2,9 miliardi). I finanziamenti alla clientela ammontano a 77,8 miliardi di euro, ovvero 1,5 miliardi in più rispetto alla fine dello scorso anno. “Abbiamo riportato una crescita costante dell’amministrato e aumentato la nostra quota di mercato sia a gennaio che a febbraio per quanto riguarda i depositi, tendenza proseguita anche ad aprile”, aggiunge il banchiere. Poi conclude: “Possiamo contare su una forte rete che negli anni è riuscita a costruire una relazione solida con la clientela, rappresentata soprattutto da pmi e clienti retail. Siamo convinti che questa forza sosterrà crescita e performance della banca nel futuro”.