Il mercato delle fusioni e acquisizioni (M&A) rappresenta una leva fondamentale per la crescita e il consolidamento delle imprese, offrendo loro l’opportunità di espandersi, diversificarsi e acquisire nuove competenze o tecnologie. Tuttavia, da un lato l’M&A è influenzato da fattori esogeni – le turbolenze geopolitiche e le politiche delle banche centrali attenuato la propensione a investire e ad avviare operazioni straordinarie. Dall’altro lato, non esiste un solo modo per realizzare una transazione di quetso tipo. Per capire quali strategie adottare per navigare al meglio ogni contesto di mercato, abbiamo intervistato Sante Maiolica, CEO di Grant Thornton Financial Advisory Services.
Cosa spinge un imprenditore a rivolgersi alla “finanza straordinaria”?
Le motivazioni possono essere molteplici. Chiaramente dipende dall’imprenditore. Ci sono imprenditori che comprano e ci sono imprenditori che vendono. Chi compra lo fa per due motivazioni fondamentali. La prima è quella di conseguire e consolidare il proprio posizionamento di mercato, per beneficiare di potenziali economie di scala. La seconda può essere legata alla volontà di diversificare il proprio portafoglio di servizi o prodotti, di internazionalizzare la propria struttura organizzativa, magari per acquisire tecnologie che non sono disponibili in casa e che possono essere facilmente reperite sul mercato.
Gli imprenditori che vendono, invece, lo fanno tipicamente per gestire un tema di passaggio generazionale: è la circostanza che si verifica quando non ci sono eredi in grado di prendere le redini dell’azienda di famiglia o semplicemente non sono interessati a farlo. Altre volte, si vuole semplicemente monetizzare, permettendo alla società di accedere a una piattaforma organizzativa più grande e organizzata, che possa in qualche maniera garantire il futuro operativo all’azienda.
Qual è lo strumento finanziario più utilizzato per questo tipo di operazioni?
Esistono varie tipologie di strumenti: quello forse più noto è quello dell’M&A, merger & acquisition, un termine che di fatto sottende due diverse tipologie di operazioni. La prima è la fusione: tipicamente viene effettuata tra due aziende simili, che hanno una dimensione paragonabile. L’acquisizione, invece, avviene quando un’azienda grande decide di comprare un’azienda più piccola, spesso incorporandola.
In quali settori, negli ultimi anni, si è registrata una maggiore concentrazione di operazioni di M&A?
I settori coinvolti sono numerosi. Ci sono settori tradizionali, come la logistica, i trasporti o il settore chimico industriale, che richiedono grandi dimensioni per competere. Qui il mercato si sta consolidando nelle mani di pochi grandi operatori internazionali. Poi ci sono settori nuovi o innovativi, come l’intelligenza artificiale o la robotica, che sono attrattivi per ragioni diverse: consentono alle aziende di acquisire rapidamente nuove tecnologie e soluzioni. Infine ci sono settori congiunturali, come quello della moda in Italia, che stanno vivendo un profondo cambiamento strutturale e organizzativo: da una pletora di piccoli artigiani si stanno creando grossi gruppi diversificati, che servono un unico cliente a 360 gradi.
Quanto pesano gli scenari geopolitici e le decisioni delle Banche centrali sul mercato?
Sicuramente gli aspetti geopolitici condizionano il mercato della finanza straordinaria. Basti pensare al fatto che alcune geografie sono totalmente interdette ad operazioni di finanza straordinaria. Non si possono ad esempio fare acquisizioni su mercati soggetti a embarghi o a crisi di tipo bellico. In questo caso, i grossi investitori dirottano i propri interessi su altre geografie, rafforzando magari determinati segmenti del mercato. Un esempio è lo shipping, che è stato totalmente bloccato dal conflitto in Medio Oriente, favorendo il trasporto merci ferroviario. A loro volta, anche le decisioni delle banche centrali hanno un peso: il livello dei tassi d’interesse può incentivare o meno gli investitori ad utilizzare determinati strumenti, come la leva finanziaria, o a impiegare i propri capitali in settori più o meno attrattivi.