Randazzo: “Il rischio greenwashing fa gola. Ma rappresenta un pericolo gravissimo. Se perdiamo la fiducia dei clienti vendendo prodotti che dichiariamo essere sostenibili ma che non lo sono, tradiamo anche i nostri valori”
Il Gruppo di Basiglio ha pubblicato lo scorso 31 marzo la dichiarazione consolidata di carattere non finanziario, il documento annuale che rendiconta le performance in ambito ambientale, sociale e di buona governance
Tuttavia, continua Randazzo, ci sono due tematiche che gli istituti si trovano ad affrontare. La prima riguarda le informazioni a disposizione del sistema per poter agire in tal senso. “Per sapere se un’azienda è sostenibile o meno e inserirla in un fondo comune d’investimento devo analizzarla. È necessario che questi dati vengano forniti dagli info-provider (come Msci, Bloomberg, Crif o Cerved) ma il punto è che ci sono aziende obbligate a divulgarli in Europa in termini di Dichiarazione non finanziaria (Dnf) e altre, in altre parti del mondo, per le quali la diffusione di queste informazioni non è obbligatoria. Il che complica le cose. Senza dimenticare il nodo dell’aggiornamento delle informazioni stesse”.
Tutto questo si inserisce tra l’altro, come anticipato in apertura, in quello che può essere definito un caos regolamentare. Basti pensare alla Sustainable finance disclosure regulation (Sfdr), la normativa europea sull’informativa di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari. La scorsa primavera, infatti, è entrata in vigore soltanto la regolamentazione di “primo livello” e non quella di “secondo” che definisce il dettaglio di trasparenza, il template che dovrà assumere la documentazione precontrattuale e le informazioni che dovrà contenere. Standard tecnici che, come annunciato dalla Commissione europea lo scorso dicembre, saranno attuati soltanto a partire dal 1° gennaio 2023. E lo stesso vale per la Tassonomia Ue: in questo caso la Commissione ha pubblicato l’atto delegato e gli allegati contenenti i criteri tecnici relativi ai primi due obiettivi identificati (mitigazione e adattamento al cambiamento climatico), mentre un ulteriore atto relativo agli altri quattro obiettivi (uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine; transizione verso l’economia circolare; prevenzione e controllo dell’inquinamento; protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi) dovrebbe entrare in vigore allo scoccare del prossimo anno.
Ricordiamo che il Gruppo di Basiglio ha pubblicato lo scorso 31 marzo la dichiarazione consolidata di carattere non finanziario, il documento annuale che rendiconta le performance in ambito ambientale, sociale e di buona governance. Nel 2021, tra l’altro, Mediolanum ha fatto il proprio ingresso nel Mib Esg (l’indice lanciato da Euronext e Borsa Italiana) e Flowe (la società benefit del gruppo bancario) ha conseguito la certificazione Bcorp. “Abbiamo un programma di sostenibilità che si basa su obiettivi a 2-3 anni sull’inclusione finanziaria, il supporto alla comunità, la finanza responsabile, la diversity e la gestione della supply chain”, racconta Randazzo. Poi conclude: “Sull’inclusione finanziaria, per esempio, stiamo espandendo il nostro servizio di prestito di soccorso con l’obiettivo di garantire credito ai soggetti non-bancabili (che non possono offrire garanzie) e puntiamo a renderlo disponibile in quasi tutte le regioni italiane entro il 2025. Nell’ambito della diversity, invece, abbiamo identificato un responsabile all’interno dell’azienda e stiamo implementando politiche di comportamento che mirino ad accrescere il valore e la consapevolezza dell’importanza della diversità all’interno dell’azienda. Con un’efficacia che si traduca, nel tempo, in numeri”.