Le ultime statistiche di Unioncamere e InfoCamere mostrano un sistema ancora in fermento. Specie nel Mezzogiorno. Fa da traino la Campania con oltre 34mila nuove imprese
Si parla di un balzo del +14% rispetto al 2020, dopo la brusca frenata imposta dal lockdown e dalla fase più acuta dell’emergenza pandemica
Il sud e le isole guadagnano il podio per maggior numero di iscrizioni nel periodo tra gennaio e dicembre, con 108.826 nuove attività
Il desiderio di fare impresa non teme la crisi. Specie nel Mezzogiorno. Secondo l’ultima analisi statistica condotta da Unioncamere e InfoCamere sulla base dei dati contenuti nel Registro delle imprese delle Camere di commercio, la progressiva revisione al rialzo delle stime sulla crescita italiana ha trovato conferma nel rinnovato slancio delle attività imprenditoriali, con 332.596 nuove iscrizioni nel 2021. Si parla di un balzo del +14% rispetto all’anno precedente, dopo la brusca frenata imposta dal lockdown e dalla fase più acuta dell’emergenza pandemica. Anche se il raggiungimento dei livelli pre-covid resta un miraggio.
Rispetto al 2019, registrano le associazioni, resta un gap di circa 20mila aperture in meno. Che diventano 50mila se si considera la media del decennio ante-covid. Eppure,
il saldo annuale tra natalità e mortalità risulta positivo. Come si legge nella nota, infatti, alla ripresa delle iscrizioni non è coinciso un fisiologico flusso di cancellazioni dai registri camerali. Anzi. Le 246.009 cessazioni di attività registrate nei 12 mesi rappresentano il valore più basso degli ultimi 15 anni, anche più contenuto rispetto alla cifra record di 272.992 cessazioni del 2020. Il saldo risulta dunque positivo per 86.587 attività, per un tasso di crescita annuale dell’1,42%.
“I risultati dell’analisi mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici”, osserva il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, evidenziando come appaia inoltre “incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo”. Il sud e le isole, infatti, guadagnano il podio per maggior numero di iscrizioni nel periodo tra gennaio e dicembre dello scorso anno: si contano 108.826 nuove attività a fronte di 71.941 cessazioni, per un saldo positivo di 36.885 imprese. Complessivamente, al 31 dicembre 2021, si registrano 2.086.437 aziende su totale nazionale di 6.067.466 attività. Fa da traino la Campania, con 34.403 iscrizioni nel 2021 e 21.671 cessazioni, per un saldo positivo pari a 12.732 e uno stock totale al 31 dicembre di 612.850 imprese.
Quanto al nord-ovest, il paniere di imprese si è gonfiato di 20.532 unità, con 91.058 iscrizioni e 70.526 cessazioni. In questo caso, spicca la Lombardia con 14.200 nuove imprese in più nell’anno. Al centro si stimano 72.338 nuove attività, 52.543 cessazioni e un saldo di 19.795 unità; traina la crescita il Lazio con 14.201 imprese in più. Chiude il cerchio il nord-est con il minor numero di iscrizioni (60.374) e di cessazioni (50.999) per un saldo positivo di appena 9.374 unità. Si distinguono, in quest’area, il Veneto (3.821 imprese in più) e l’Emilia Romagna (3.414).
Si parla di un balzo del +14% rispetto al 2020, dopo la brusca frenata imposta dal lockdown e dalla fase più acuta dell’emergenza pandemicaIl sud e le isole guadagnano il podio per maggior numero di iscrizioni nel periodo tra gennaio e dicembre, con 108.826 nuove attività
Il desiderio di fare imp…
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