Non esistono metodi infallibili per raggiungere, o anche superare, gli obiettivi che si prefigge di ottenere. Di certo, partire da capisaldi molto chiari su cui costruire una solida disciplina d’investimento è un presupposto essenziale per raggiungere i propri obiettivi. A partire avvantaggiato è chi, già prima di cominciare, ha piena consapevolezza delle regole del gioco, ossia che si tratta di un campionato lungo anni e dove i contrattempi passeggeri non devono distogliere dal focus principale. E’ fondamentale non farsi coinvolgere emotivamente dagli avvenimenti che ciclicamente intervengono sui mercati finanziari. “Bisogna avere paura quando gli altri sono avidi e avere coraggio quando gli altri hanno paura”, è una delle tante frasi più celebri di Warren Buffett, guru degli investimenti e tra gli uomini più ricchi al mondo.
Allo stesso tempo non bisogna fare il passo più lungo della gamba. Investire quindi una cifra congrua, senza andare a privarsi di risorse che potrebbero servire nel medio periodo.
Lasciare a casa l’emotività
L’esperienza passata ci insegna che negli anni le crisi si sono sempre susseguite sui mercati e sovente si sono abbattute in modo molto violento. Allo stesso modo alle crisi si sono susseguiti momenti di vigorosa ripresa. Basti pensare allo scoppio della crisi Lehman del 2007-2008, a cui ha fatto seguito un mercato toro prepotente con lo S&P 500 che ha raddoppiato il proprio valore in poco più di un anno ed è tornato sopra ai livelli precedenti il crack Lehman già nel 2010.
Durante le correzioni dei mercati non bisogna quindi lasciarsi prendere dall’emotività. E’ dimostrato che la paura della perdita supera la gioia della vincita. Ma bisogna essere consci che i mercati salgono e scendono per natura. L’orso e il toro si alternano – dal 1928 a oggi ci sono stati 27 mercati ribassisti nell’indice S&P 500 e 28 mercati rialzisti – con le azioni che sono comunque aumentate in modo significativo nel lungo termine. Questo perché le fasi di ribasso dell’azionario sono di gran lunga più brevi (9,6 mesi) rispetto a quelle rialziste (2,6 anni) considerando sempre i movimenti dello S&P 500 dal 1928 in avanti (dati Hartford Funds al 30/06/2023). I bull market sono in media molto più corposi (+111% in media) rispetto a perdite del 35% circa per i bear market.
Rimanere investiti sull’azionario è una scelta premiante considerando anche la difficoltà di fare market timing. Prevedere i massimi e i minimi di mercato è alquanto impervio e il costo di non essere sul mercato nei giorni più importanti può diventare un handicap devastante per un portafoglio a lungo termine. Negli ultimi 20 anni circa il 42% dei giorni più forti dell’indice S&P 500 si sono verificati durante un mercato ribassista e un altro 36% dei giorni migliori del mercato si è verificato nei primi due mesi di un mercato rialzista, ossia prima che fosse chiaro che fosse iniziato.
Anche il 2023 sta dimostrando come entrare e uscire dal mercato non è una scelta lungimirante. In un anno decisamente proficuo, con l’S&P 500 salito del 14% (dati al 10/11/2023), il numero di sedute al rialzo è stato più o meno lo stesso dei giorni al ribasso e i guadagni possono essere spiegati da soli otto giorni molto positivi per l’equity. In parole povere, perdere quegli otto giorni equivale a perdere quasi tutti i ritorni di un anno di borsa.
Le virtù del buy and hold
In definitiva, un approccio “buy and hold” permette di rimanere investiti durante i vari cicli di mercato anziché tentare di battere il mercato che comporta il concreto rischio di perdere alcuni dei giorni migliori, e ciò può avere un impatto notevole sui rendimenti a lungo termine. Gli investitori che rimangono investiti potrebbero anche non riuscire a ottenere i rendimenti sperati perché i loro portafogli sono troppo concentrati nelle azioni di poche società. Risulta quindi essenziale avere un portafoglio ben diversificato che aiuta a ridurre i rischi associati a eventi specifici azienda o di settore.
In tal senso gli Etf sono prodotti d’investimento che permettono un’istantanea diversificazione: acquistando un singolo Etf si ha esposizione a centinaia o anche migliaia di titoli azionari permettendo un livello di diversificazione significativo, anche per un investitore con un piccolo budget.
Usando gli Etf per implementare la propria strategia si può diversificare per asset class acquistando replicanti su azioni, obbligazioni, materie prime e liquidità. Un altro modo per diversificare con gli Etf è a livello geografico, settoriale o tematico.
Approccio metodico con i pac
Come abbiamo visto, l’emotività rischia di rendere molto più difficile recuperare il terreno perso durante le fasi di discesa dei mercati; pertanto, avere ben chiara la propria strategia di lungo periodo può permettere di evitare errori. Un modo per gestire al meglio l’emotività è ricorrere a strumenti finanziari idonei a superare scogli quali il market timing e implementare un approccio graduale e sistematico ai mercati. I pac (piani di accumulo di capitale) si adattano soprattutto a chi, non detenendo un grosso capitale, intende costruirlo gradualmente nel tempo, entrando sul mercato anche con piccoli innesti periodici e la possibilità di rimodulare la cifra in ogni momento a seconda delle proprie esigenze. In questo modo si possono cogliere i frutti di quanto seminato nel tempo e l’efficacia è massima quando la struttura del pac prevede versamenti automatizzati. Investire regolarmente e con sistematicità, anche durante fasi sfavorevoli dei mercati, può inoltre offrire il vantaggio di abbassare il prezzo medio di carico.
Il pac è anche una strategia adatta ai giovani che hanno una buona propensione al risparmio e allo stesso tempo devono fare i conti con disponibilità limitate. Investendo in modo regolare, si possono infatti gettare le basi per la costruzione del proprio patrimonio nel lungo termine. I giovani hanno come loro migliore alleato è il tempo con l’effetto di composizione degli interessi che permette di costruire negli anni un patrimonio importante, gettando le fondamenta per una maggiore sicurezza finanziaria in età più adulta.
Nello specifico i pac in etf permettono di abbassare i costi dell’investimento rispetto all’utilizzo di fondi attivi. L’Italia è uno dei mercati con costi di accesso ai prodotti d’investimento tra i più alti d’Europa e questi costi vanno a impattare non poco sui rendimenti di lungo periodo. “La gestione attiva ha un costo importante in Italia, in media il 2% all’anno sull’azionario rispetto allo 0,3% di costo medio annuo di un etf – rimarca Emanuele Agueci, country manager di Trade Republic – una differenza di costo abissale che ha un impatto concreto sul valore dei risparmi nel lungo periodo”. Trade Republic, che offre pac gratuiti e senza vincoli con la possibilità di scegliere tra oltre 2.000 etf, in Italia vede oltre il 75% dei pac aperti da giovani under 35 e pere ogni cliente in media ci sono due pac attivi.
Investire il giusto
Nella fase di pianificazione degli investimenti di lungo periodo vanno presi in considerazione fattori quali la tolleranza al rischio e il grado di conoscenza dei vari Prodotti d’investimento. La definizione degli obiettivi finanziari dipende da molteplici elementi quali situazione economica e patrimoniale, età e l’orizzonte temporale. Un passaggio chiave è capire quanto puoi permetterti di investire andando a delineare un budget che va a tracciare le entrate e le uscite mensili.
Una volta che si sa quante risorse potenzialmente si hanno a disposizione, considerando anche le possibili spese impreviste, si può valutare quale è la porzione congrua di risparmi da investire, di cui si ritiene non si avrà necessità negli anni successivi. Per i più giovani, l’orizzonte d’investimento può essere più lungo, ben oltre i 10 anni, permettendo di prendere in considerazione un livello di rischio più elevato.