Il 14% delle istituzioni finanziarie mondiali – banche centrali, fondi pensione, fondi sovrani e banche commerciali – è attualmente diretto da donne
Mourey: “Traguardare una prima soglia del 40% di donne tra i dirigenti strategici è per Lbp am e Tocqueville Finance uno degli obiettivi al 2025”
Centoquaranta anni. È quanto l’ultimo Gender balance index 2023 dell’Official monetary and financial institutions forum calcola sarà necessario per ottenere un equilibrio di genere ai vertici della finanza mondiale. Solo il 14% delle 336 istituzioni analizzate – banche centrali, banche commerciali, fondi sovrani e fondi pensione – è diretto da donne. Un dato lievemente in crescita dal 13,7% del 2022 e dal 13,3% del 2021, ma nettamente distante dalla parità. E anche il settore della gestione patrimoniale, a sua volta, continua ad arrancare. C’è però chi sta correndo in avanti, incoraggiando le vocazioni al femminile e fissando obiettivi strategici oltre le regole. Si tratta del nuovo player nato dall’acquisizione da parte di Lbp am di La financière de l’echiquier, che da francocentrico diventa europeo e punta sull’Italia con due donne ai vertici: Emmanuelle Mourey, presidente del Cda di La banque postale am, e Bettina Ducat, ad di Lfde.
“L’unione dei nostri tre marchi – Lbp am, Tocqueville Finance e La financière de l’echiquier – ci incita sempre di più a compiere quel percorso verso l’uguaglianza di genere che abbiamo ormai intrapreso da tempo”, racconta a We Wealth Mourey. “Traguardare una prima soglia del 40% di donne tra i dirigenti strategici è per Lbp am e Tocqueville finance uno degli obiettivi al 2025, mentre siamo già al 50% in seno al comitato esecutivo. Spetta a noi garantire l’attuazione di politiche che promuovano l’accesso delle donne alle posizioni chiave: sostenere lo sviluppo della leadership delle donne manager attraverso programmi specifici, accelerare il tasso di femminilizzazione nelle nostre assunzioni favorendo, a parità di competenze, i profili femminili e, naturalmente, ridurre progressivamente il divario retributivo”.
“Le donne sono ancora sottorappresentate nel settore della gestione patrimoniale”, interviene Ducat. “Per incoraggiare le vocazioni al femminile abbiamo istituito un programma sviluppato con l’aiuto di esperti e pensato per affiancare le giovani dipendenti nella loro ascesa professionale”. L’educazione finanziaria delle donne è un’altra priorità. “Nel 2022 abbiamo contribuito, insieme al gruppo Bayard, alla realizzazione di un programma di formazione, una serie di 10 pillole video che forniscono le chiavi dell’investimento”, ricorda Ducat. Spiegando come in Francia esista una sensibilità particolare nei confronti della diversity. Le donne nei Cda rappresentano infatti il 43,2% dei seggi a fronte del 19,7% a livello globale e al 30,7% in Europa, racconta la ceo citando alcuni dati di Deloitte. “La Francia e l’Italia, come altri paesi europei, non si risparmiano per raggiungere la parità di genere all’interno delle organizzazioni. La quota rosa nei board delle prime 106 società quotate italiane è passata dal 22,3% nel 2014 al 36,6% nel 2021. In Francia, nello stesso periodo è cresciuta dal 27,6% al 43,2%”. Sviluppi incoraggianti, ma insufficienti, a maggior ragione se si considera il numero limitato di donne che presiedono i consigli (il 21% in Italia e il 10% in Francia).
“La nuova entità, con un patrimonio in gestione pari a 67 miliardi di euro, poggia sulla complementarietà delle nostre strategie di gestione, in ambito Esg segnatamente, ma anche su ambizioni condivise”, dice Ducat. “Potremo beneficiare della forza della nuova struttura e anche della conoscenza dell’intera gamma dei nostri clienti, dai privati agli istituzionali. L’Italia è per noi un mercato strategico”, dichiara l’ad. “Il modello di distribuzione delle soluzioni d’investimento è molto intermediato, rappresenta per noi un importante motore di crescita”, conferma Mourey. Poi conclude: “Intendiamo rafforzare il nostro posizionamento facendo leva sulla vicinanza da tempo sviluppata nei confronti delle reti ed esplorando con maggiore intensità il segmento della clientela wholesale”.
Articolo tratto dal n°63 di dicembre di We Wealth.
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