Nell’ultimo mese, i mercati azionari cinesi – sulla scia di quelli statunitensi – sono andati al rialzo, con l’indice Hang Seng che ha guadagnato il +7%. Oltre ai dati incoraggianti che sono arrivati dall’altra sponda del Pacifico, ci sono alcuni fattori specifici a Pechino che fanno ben sperare gli investitori, i quali, a ben vedere, per tutto l’anno, nonostante i prezzi attraenti, si sono tenuti lontani dall’azionario del Dragone.
Verso la riapertura
Il rally delle ultime due settimane, è innanzitutto da attribuirsi all’annuncio di un progressivo alleggerimento delle misure volte a contenere la pandemia. La settimana scorsa la Commissione nazionale per la salute ha emanato 20 linee guida sui controlli covid, riducendo i tempi di quarantena per i viaggiatori in entrata e altre linee guida. Si tratta di uno dei più grandi passi indietro rispetto alla severa politica covid-zero, il che fa ben sperare per una riapertura completa del paese, che tuttavia è difficile avvenga prima del terzo trimestre del 2023.
Pechino sostiene l’immobiliare
Inoltre un altro fattore che è stato di sostegno alle borse è stato l’annuncio da parte della Banca Popolare Cinese e dela China Banking and Insurance Regulatory Commission di un piano in 16 punti volto per sostenere il mercato immobiliare nazionale e la catena del valore. Le misure mirano a sostenere il finanziamento e la liquidità degli sviluppatori, a stabilizzare i finanziamenti, a contribuire alla gestione degli asset in difficoltà e a garantire la realizzazione dei progetti.
Ripresa dei mercati? Sì, ma non subito
Tuttavia, sebbene il sentiment sui titoli azionari cinesi nel breve termine sia migliorato, è probabile che la volatilità permanga. Ubs Wealth Management è dell’idea che un rimbalzo duraturo delle azioni cinesi dipenda dai seguenti catalizzatori chiave:
Ripresa delle vendite immobiliari: nonostante l’allentamento temporaneo dei massimali di finanziamento bancario per gli sviluppatori e le altre misure messe in campo da Pechino, gli sviluppatori non si affretteranno a contrarre maggiori prestiti, poiché rimangono cauti sui loro livelli di indebitamento. Inoltre, il sostegno finanziario agli sviluppatori è difficile che sia sufficiente a ravvivare l’appetito degli acquirenti e a determinare un’inversione di tendenza nelle vendite di immobili.
Fine definitiva dei lockdown: i nuovi provvedimenti annunciati sono un segnale incoraggiante del fatto che la Cina intenda orientarsi verso un regime di controllo covid più mirato e verso una riapertura definitiva. Tuttavia, con i casi giornalieri in rapido aumento, in alcune aree rimangono in vigore severe limitazioni alla mobilità. Ubs ritiene che una svolta definitiva sia più probabile nel 3° trimestre del 2023, periodo in cui le infezioni sono generalmente più basse.
Le società cinesi quotate a Wall Street: un’altra svolta importante per i titoli cinesi ci sarà quando le autorità di regolamentazione statunitensi e cinesi troveranno un accordo sulla divulgazione delle revisioni contabili, che negli scorsi mesi ha portato al delisting di alcuni titoli da Wall Street. I risultati del team di ispezione statunitense a Hong Kong non sono ancora stati resi pubblici dopo che la valutazione in loco, durata sette settimane, sarebbe terminata all’inizio del mese.
Difensivi e value
Alla luce di queste considerazioni, Ubs Wealth Management resta neutrale sulle azioni cinesi all’interno del suo portafoglio asiatico e resta negativo sul settore immobiliare nel suo complesso a causa delle prospettive negative a lungo termine del settore. A livello settoriale il consiglio per gli investitori è di esporsi maggiormente ai settori difensivi, mentre a livelli di stile è da prediligere il value. Tra questi figurano nomi selezionati di beni di consumo, banche, telecomunicazioni e operatori del settore petrolifero e del gas. Gli investitori con una sovraesposizione dovrebbero considerare la possibilità di diversificare a livello globale.