Un nuovo report pubblicato da Altrata e Wealth X ha messo a fuoco i miliardari mondiali, la cui ricchezza è ulteriormente aumentata del 22,4% nel 2021
La maggioranza dei miliardari, oltre uno su cinque a livello mondiale, ha accumulato le sue fortune nel settore bancario e finanziario; questo settore risulta particolarmente rilevante negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Svizzera e a Hong Kong
Solo il 13% dei miliardari mondiali è donna, con una percentuale ancor più bassa nel settore bancario e finanziario (9%)
Nel 2021 l’Italia ha conquistato il decimo posto nella classifica mondiale dei Paesi con il maggior numero di miliardari: sono 68, in crescita del 13,3% rispetto a un anno prima. Nelle loro tasche accumulano un patrimionio complessivo di 207 miliardi di dollari. La ricchezza dei miliardari italiani è cresciuta del 22,4% superando l’incremento del 17,8% registrato a livello globale nel 2021. Nel mondo si contano 3.311 miliardari, con asset da 11.800 dollari. Fra i Paesi del G7 l’Italia si trova al quinto posto, davanti a Canada e Giappone (quest’ultimo non è nemmeno nelle prime 15 posizioni della classifica generale). Sono questi alcuni dei dati principali del nuovo report pubblicato da Altrata e Wealth X, specializzate in statistiche sulla fetta più facoltosa della popolazione globale.
Poche sorprese nella vetta della graduaturia, dominata da Usa (975) e Cina (400). Il Dragone, tuttavia, è fra i pochi Paesi della top 15 che nel 2021 ha visto decrescere il numero dei suoi miliardari (-2,4%); gli altri sono Emirati arabi uniti (-10%) e Russia (-10,8%, con la perdita di ben quattro posizioni nel ranking). In Europa, invece, la Germania domina sia la classifica per numero di miliardari (176) sia quella in termini di asset da essi detenuti (602 miliardi).
La concentrazione della ricchezza è un fenomeno che rimane ben visibile anche nel segmento “ultra-ricco” (Uhnwi) globale: i miliardari sono solo lo 0,9% degli Uhnwi mondiali in termini di numero, ma valgono il 27,4% di tutta la ricchezza di questo gruppo. E poi ci sono i super-miliardari, il cui patrimonio netto supera i 50 miliardi, la cui quota di ricchezza è passata dall’11% del 2019 al 17% di tutto il patrimionio detenuto dai miliardari nel 2021.
Anche in termini di Paese, la top 15 che ospita il maggior numero di miliardari raccoglie l’81% di tutta la loro ricchezza mondiale. La concentrazione, poi, si vede anche a livello di città. Sono residenti nella sola New York ben 138 miliardari, con un tasso di crescita più sostenuto rispetto a qualsiasi altro centro urbano, al secondo posto si trova Hong Kong (con 114 miliardari) e San Francisco (85).
Se invece è alla densità di popolazione miliardaria che si guarda, la classifica cambia ancora. Le probabiltà di incontrare per strada un miliardario, dunque, sono le più elevate a Kuwait City, tenendo conto che se ne conta uno ogni 33.090 residenti, davanti a San Francisco (1 su 56.209 residenti) e Hong Kong (1 su 59.516).
Miliardari, in quali settori lavorano
La maggioranza dei miliardari, oltre uno su cinque a livello mondiale, ha accumulato le sue fortune nel settore bancario e finanziario; questo settore risulta particolarmente rilevante negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Svizzera e a Hong Kong. Le conglomerate industriali occupano con ampio distacco il secondo posto (vi lavora il 9,4% dei miliardari), seguite dal settore immobiliare e tecnologico.
Quanti anni ha, in media, un miliardario? Secondo il rapporto di Wealth X, si parla di 66 anni, che scendono a 54,6 per i miliardari attivi nel settore tecnologico.
Inoltre, solo il 13% dei miliardari mondiali è donna, con una percentuale ancor più bassa nel settore bancario e finanziario (9%), che si conferma dominato dagli uomini anche ai massimi livelli patrimoniali.
La percentuale di miliardari che è riuscita a creare le proprie fortune, continua crescere: apparteneva a questo gruppo il 55% dei miliardari nel 2016, mentre un anno fa la quota era salita al 61%. Solo un miliardario su dieci è tale perché ha ereditato una fortuna; nel settore tecnologico, è così in meno di un caso su 50.